USS SELEYA

V U L C A N O
05 - 05  
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LA CULTURA VULCANIANA

La cultura dei popoli non si conosce unicamente acquisendo informazioni sulla loro tecnologia, sull'arte, sulle scienze o sulla religione, ma considerando attentamente in quale rapporto essi sono coi vari aspetti della loro cultura. Sarà da questo punto di vista che ci avvicineremo alla conoscenza di quella vulcaniana.

 

IL RAPPORTO CON L'ARTE

Mentre su altri mondi l'arte è espressione dell'emotività dell'artista, su Vulcano si propone finalità meditative e un'azione calmante dell'animo. Per questo si avvale di una formalità e un formalismo delle linee e delle geometrie. Ne sono un chiaro esempio il disegno di interni, la strutturazione del paesaggio e dei giardini, la pittura e la scultura.

Nella Piana di Gol si può ammirare un'imponente processione di gigantesche statue antiche.

Sempre con finalità meditative sono state sviluppate arti come la poesia, la danza (che migliora il coordinamento neuro-muscolare), la musica, i giochi di logica o strategia.

Attività della Terra come gli scacchi (tridimensionali, ma anche nella loro antica forma bidimensionale) o il go hanno appassionati sul pianeta, ma è soprattutto nel Kal-toh, un puzzle tridimensionale, che i Vulcaniani eccellono, tanto da richiamare visitatori da altri pianeti durante i tornei.

                     

L'arte plastica del Kheetara è invece una specie di Tan-Gram tridimensionale: i pezzi da gioco sono contituiti da triangoli e altri poligoni di circa due centimetri di spessore.

          
 

Come le altre arti, l'architettura è logica e funzionale; sfrutta linee pulite e proporzioni matematiche, sia per gli interni che per gli esterni.

Esempio di architettura sacra vulcaniana extraplanetaria: l'antico tempio dei monaci a P'Jem nel XXII secolo era stato trasformato in un avamposto di spionaggio per raccogliere informazioni sugli Andoriani (per questo successivamente distrutto).

Su Vulcano si trovano in grande quantità marmo e granito; questi materiali sono largamente utilizzati nella costruzione di edifici. Viene anche impiegato il bureki, una rocca tipica che vanta proprietà antisismiche; inoltre questo tipo di roccia ha un bassa conduzione termica e ciò la rende ideale nel clima caldo-asciutto del pianeta. Il legno, invece, viene impiegato poco per via della sua relativa scarsità.

     
 

Le case di Vulcano, ove possibile, sono separate le une dalle altre da grandi spazi. L'accesso all'abitazione avviene quasi sempre attraverso un primo cortile interno, in cui sono collocate delle piante, la campana rituale e/o dei bracieri, a seconda dei gusti e del rispetto più o meno marcato delle tradizioni da parte dei padroni di casa.

                   

Proprio per le alte temperature di Vulcano, gli interni sono molto ampi e spaziosi: con verande, giardini interni e colonnati ricordano l'architettura delle ville romane terrestri. Inoltre, in ogni casa vi è uno spazio riservato alla meditazione.

Nel giardino interno trovano posto alcune piante, oppure delle composizioni in pietra locale; generalmente non mancano la campana rituale e un braciere.

Al tipo di arredamento del XXI secolo (vedi immagini), più incline alle linee curve, si sono ora sostituite forme più squadrate e austere. Anche il mobilio tende ora ad essere di forme semplici e lineari: tavoli ben squadrati e sedie dal lungo e alto schienale ne sono un tipico esempio.

      

Le decorazioni degli interni tendono ad essere essenziali, con pochi quadri: viene preferito l'utilizzo di dipinti murali, decorazioni geometriche in rilievo, oppure prodotti artigianali ad intarsi di pietre o metalli differenti.

 

Contrariamente a quanto si pensi, i Vulcaniani apprezzano la bellezza, ma tendono a esprimerla più con la simmetria e la precisione matematica, che non con l'arditezza delle forme o l'accostamento inusuale dei materiali. La "collana della logica" è un esempio di alto artigianato vulcaniano con pezzi di cristallo multicolore semilavorati.

La grafica, inoltre, è ricca di simbolismi: qui a destra èpossibile apprezzara la rappresentazione del concetto di I.D.I.C. : "Infinite Diversità in Infinite Combinazioni".

 
 

LA RELIGIONE

Contrariamente a quanto possa immaginare la maggioranza delle razze del quadrante, i Vulcaniani non sono tutti uguali in quanto a senso filosofico-religioso. Anche se le loro opinioni e le loro decisioni sono guidate dalla logica, essi non si comportano tutti nello stesso modo. Come i membri di qualsiasi altro popolo i Vulcaniani sono persone e, come tali, hanno credenze e valori differenti. Alcuni sono religiosi e tradizionalisti, altri no. Ci sono coloro che seguono strettamente gli insegnamenti di Surak e altri che seguono gli insegnamenti di altri maestri .

L'antica religione vulcaniana prevedeva un nutrito numero di divinità, ciascuna delle quali presenta una doppia caratterizzazione. Le rappresentazioni pittoriche e scultoree di questi dei mostrano quindi una doppia natura: una collerica e l'altra gioiosa.

IL CORO INTERNO

La religione vulcaniana si basava su un culto politeistico che è la deificazione dei differenti aspetti che compongono la personalità di un credente. In ogni uomo convivono aspetti e voci contrastanti, il "Coro Interno" (Ka-Ta-Pak) : ogni dio ha un aspetto positivo e un aspetto negativo.

Ogni scuola "religiosa" vulcaniana, dal tempo del risveglio in poi, si impegna fortemente non più nell'adorazione di queste divinità, ma nell'insegnare tecniche di controllo del Coro Interno agli adepti.

 
 

IL KATRA: L'ANIMA VULCANIANA

Molti Vulcaniani credono che ciascuno sia provvisto dell'anima, chiamata Katra. Essa è l'essenza del singolo individuo e può essere trasmessa prima della morte ai propri familiari (o a un amico che possa conservarla per loro se essi non sono presenti) tramite una fusione mentale.

Esiste un rito antichissimo, il Fal-Tor-Pan, la rifusione, che secondo alcuni può dimostrare l'esistenza del Katra.

Attualmente non è più praticato da millenni; l'unica eccezione è stata per Spock, che prima di morire aveva affidato il Katra ad un suo compagno di viaggio, perché lo riportasse sul pianeta natale. Gli eventi sul pianeta Genesis, però , hanno ricreato un nuovo corpo per il signor Spock e con il Fal-Tor-Pan questo è stato congiunto al suo Katra.

 
 

LA FILOSOFIA

La scuola di T'Plana-Hath

Durante gli ultimi anni della guerra fra l'Impero di Jaleyl e Shir-Kahr, T'Plana-Hath era la direttrice della scuola storica di Shir-Kahr. A lei ed ai suoi scritti si devono i primi passi di Surak nel campo della logica. Convinta sostenitrice che la logica e con essa la matematica, la scienza e la retorica, fossero i più elevati obiettivi conseguiti dalla civiltà di Vulcano, pose le basi del pensiero di Surak con il celebre aforisma "la logica è il cemento della nostra civiltà, con la quale ci eleviamo dal caos usando la ragione come nostra guida".

La scuola di Surak

La più antica delle scuole di pensiero logico di Vulcano è anche quella tuttora più seguita e praticata. La scuola di Surak insegna che tutte le emozioni vanno represse e che anche il più piccolo cedimento al Coro Interno è una grande sconfitta. La via di Surak, il Tu-Surak, insegna ai suoi studenti a divorziare completamente dal Pach-Te, l'ego, considerato il più forte di tutti i desideri e la radice di ogni emozione.

La scuola di Surak sostiene che la disciplina necessaria a tacitare il Pach-Te non può in alcun modo essere imposta, ma deve nascere da dentro. Qualsiasi obiettivo degno di essere conseguito deve avere a suo fondamento la pace, sia a livello politico (la lancia nel fianco dell'altro è una lancia nel tuo stesso costato, perché tu sei lui) che a livello razionale (l'unica mente in grado di comprendere è una mente calma). La filosofia di Surak comincia con l'insegnare ai suoi studenti la meditazione profonda: mantra che calmino il tumulto dei pensieri, aneddoti che illustrino gli effetti deleteri del cedere alle emozioni. Insegna che la moralità (ragione priva di emozione) è contraria all'interesse individualistico e che, perciò, il proprio ego deve essere abbandonato per poter procedere sulla via della logica. Diversamente dai dieci comandamenti umani, il Tu-Surak non insegna cosa non fare, ma cosa fare, ovvero perseguire le sei virtù:

  1. coraggio, per proteggere gli altri
  2. temperanza, per esercitare la volontà
  3. carità, per condividere ciò che si ha e che non serve
  4. verità, inestricabilmente legata alla conoscenza del mondo come è e non come si vorrebbe che fosse
  5. giustizia, per trattare in maniera equilibrata con gli altri
  6. vergogna, della propria debolezza se non si è capaci di seguire le vie della logica

La scuola di Jarok

Al pari di Surak e a lui contemporaneo, Jarok era d'accordo con Surak sul principio di controllare le proprie emozioni. Il percorso proposto da Jarok, il Tu-Jarok, non passa però attraverso la soppressione delle emozioni, ma attraverso la loro accettazione ed il loro utilizzo costruttivo. I seguaci del Tu-Jarok, comunque, non percorrevano certo le città di Vulcano ridendo o piangendo in pubblico: poiché il Coro Interno di ogni persona è diverso da quello di chiunque altro, le proprie emozioni vanno affrontate in solitudine nel deserto. A differenza della scuola di Surak, comunque, il Tu-Jarok non prevede una "vergogna" per aver fallito: l'uso costruttivo delle emozioni può sempre essere imparato in seguito. Come il Tu-Surak, anche il Tu-Jarok prevede alcune virtù, ma solo tre in luogo di sei: compassione, che deriva dalla consapevolezza che la sofferenza è universale ed offre risposta alla richiesta di aiuto da parte di chi soffre; temperanza, che però passa attraverso l'accettazione e la comprensione del proprio Coro Interno, invece che attraverso il rifiuto; giustizia, ovvero la consapevolezza di essere solo una parte all'interno di un tutto e che trattare equamente le altri parti del tutto voleva dire trattare equamente se stessi. I dibattiti di Jarok con Surak sono fra i più importanti lavori letterari di Vulcano.


La scuola di Nirak

Nirak era un discepolo di Surak; il Tu-Nirak prova a fondere le differenti scuole di Surak e Jarok, riconoscendo che alcune emozioni (rabbia, gelosia, paura) vanno combattute secondo i principi del Tu-Surak, mentre altre (gioia, curiosità, compassione) vanno abbracciate e accettate secondo i dettami del Tu-Jarok.


La scuola della mente singola

Fondata da T'Mor, una discepola di Surak, questa scuola propugna non la sottomissione delle emozioni alla logica, ma la loro totale eliminazione come chiave per essere passivamente aperti all'universo e, perciò, alla realtà delle cose così come sono.


La scuola del Kolinahr

Fondata da un eremita, Sanshiin, la scuola del Kolinahr propugna un percorso attivo per giungere al completo sradicamento di ogni emozione. Il percorso del Kolinahr viene chiamato t'san-s'at; è la decostruzione degli schemi emotivi, che strato dopo strato libera la mente dell'adepto da emozioni sempre più profonde, fino a giungere alla logica perfetta.





La scuola di Hakihr

Gli adepti di Hakihr usano tecniche mentali per aumentare il controllo sul corpo e impedire così che meccanismi biologici automatici possano innescare risposte emotive. La Tu-Hakihr è considerata una variante del Kolinahr.

 
 
 
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