FISIOLOGIA VULCANIANA
Courtesy Starfleet Medical Centre Database
ASPETTO FISICO
Caratterizzati da un aspetto alto e longilineo (l'altezza media è di 2 m circa e il peso circa 70 Kg), i Vulcaniani sono facilmente riconoscibili per alcune caratteristiche fisiche peculiari: presentano un padiglione auricolare allungato verso l'alto, che dà all'orecchio una forma a punta.
Sono generalmente scuri di capelli e anche nel colore degli occhi; questi possono essere a mandorla e possono avere delle sopracciglia molto pronunciate. Come gli Umani, anche i Vulcaniani hanno vari tipi di pigmentazione, quindi possono presentare una carnagione bianca, olivastra o anche molto scura (come gli originari del distretto di Regar).
ANATOMIA VULCANIANA
La fisiologia interna dei Vulcaniani è estremamente diversa da quella umana. Sono dotati di una forza poderosa, di gran lunga superiore a quella di molte altre razze ed equiparabile a quella dei Klingon; questa deriva da una massa muscolare e da un apparato scheletrico potenziati dall'alta gravità del pianeta e dall'atmosfera rarefatta del pianeta, come anche da un diverso gioco di leve causato da una differente attaccatura dei tendini. Inoltre, la capacità psichica di concentrare la forza e di ottimizzare gli sforzi e la resistenza alla fatica contribuisce alla grande forza fisica dei Vulcaniani.
I Vulcaniani, contrariamente agli Umani, mancano completamente di ghiandole sudoripare; infatti sono il sangue, la pelle e la stessa struttura interna che si occupano di disperdere il calore. La normale traspirazione terrestre sarebbe inefficace in un ambiente dalle temperature elevate come Vulcano: la pelle è praticamente uno scudo contro la disidratazione delle cellule (cosa che altrimenti sarebbe inevitabile), protegge dalle impurità e dagli agenti esterni e sfrutta l'umidità presente nell'ambiente, catturandola.
La dentatura si compone di 28 elementi: mancano infatti i molari posteriori.
Il cranio è protetto da ossa dalla densità di materia molto
alta: ciò fa sì che, sebbene sia più leggero di quello
umano, esso sia più duro e resistente.
Del cervello vulcaniano non si conosce molto: tuttavia da semplici esami autoptici
si nota come il mesencefalo sia più ampio e più ricco di circonvoluzioni, di capillari sanguigni e terminazioni nervose. Il mesencefalo costituisce
il 45% circa dell'intero cervello. Studi non conclusivi sostengono che sia
questa la zona d'origine dei poteri psionici vulcaniani.
Il metabolismo vulcaniano opera a velocità più alte di quello umano.
Il cuore vulcaniano pulsa 265 volte al minuto; esso è localizzato dove gli Umani troverebbero il loro fegato, per lasciare più spazio ai polmoni che hanno una efficienza del 20% maggiore di quella umana. Per questo la cassa toracica e la sua muscolatura sono più lunghe e ampie, per meglio proteggere gli organi interni.
Il funzionamento dell'attività ormonale è sotto il completo controllo cosciente e può essere regolato dalla volontà dei Vulcaniani. In questo modo le ghiandole possono essere controllate ed il metabolismo alterato a seconda del bisogno: il consumo di ossigeno, il ritmo cardiaco e tutte le altre funzioni corporee non sono autonome come avviene per gli Umani.
Ciò consente ai Vulcaniani di "autocurarsi": con particolari tecniche meditative è infatti loro possibile abbandonarsi ad una trance curativa, durante la quale l'organismo, sotto il controllo conscio della mente, attua le necessarie procedure per la cura delle ferite.
Durante questa tecnica di trance risanatoria profonda, le risorse energetiche del corpo vengono convogliate alle parti lese; unico inconveniente di tale sistema è l'estrema difficoltà nel "risveglio": può essere necessario perfino colpire il paziente per farlo riprendere.
L'unica funzione corporea di cui i Vulcaniani, per la precisione i soggetti maschi, non hanno il controllo è quella riproduttiva. Mentre la femmina vulcaniana è sempre fertile (anche se conserva la capacità di gestire coscientemente l'ovulazione), il maschio ogni 7 anni entra nella fase chiamata pon-farr. In questo periodo, se non avviene l'atto riproduttivo, subentra il plak-tow, la febbre del sangue: in realtà si tratta di uno sbilanciamento neurochimico del cervello, causato dall'accumulo di un ormone chiamato yamareen.
Il soggetto perde progressivamente il controllo della sua mente, del suo corpo e perfino delle azioni (di cui non sempre conserva memoria); comincia con uno stato di irrequietezza che progressivamente peggiora, con scoppi d'ira, manifestazioni aggressive e che, se non placato, può portare alla morte.
CHIMICA ORGANICA
I sali minerali delle cellule sono logicamente diversi da quelli dei Terrestri, in quanto originate da organismi la cui evoluzione è avvenuta in mari primordiali differenti.
Il sangue vulcaniano è basato sull' emocianina (molecola a base rame) e non sull' emoglobina, a base ferro, come quello umano; a ciò si deve la caratteristica colorazione verde.
Questa peculiarità permette di assimilare con maggiore efficacia anche le più piccole quantità di ossigeno: i Vulcaniani riescono quindi a sopravvivere per parecchi minuti in ambienti poveri d'ossigeno o sott'acqua.
GLI ORGANI DI SENSO
L'occhio è protetto da una palpebra interna mobile il cui compito è di filtrare le radiazioni nocive.
Lo spettro elettromagnetico captato dall'occhio vulcaniano è più ampio di quello umano; inoltre i recettori visivi inviano al cervello un'informazione più accurata delle frequenze catturate: ciò permette ai Vulcaniani di avere un'ottima messa a fuoco a distanza.
Questa capacità comporta però anche degli svantaggi, come mal di testa e dolore agli occhi, soprattutto dopo una esposizione alle alte frequenze per lunghi tempi. Il nervo ottico, anche per questi motivi, risulta più delicato di quello terrestre e ha più probabilità di degenerazione.
Oltre all'aspetto esterno, anche il funzionamento interno dell'orecchio vulcaniano è dissimile da quello umano. Il padiglione auricolare, così allungato verso l'alto, cattura meglio i suoni nell'aria rarefatta del pianeta, li intensifica e li incanala con più efficienza verso il timpano. Quest'ultimo è estremamente complesso, essendo formato da tre piccoli timpani che funzionano separatamente. Ciascuno di essi risponde a suoni di differenti frequenze: il segnale acustico, quindi, viene captato dai vari timpani e separatamente viene condotto ai centri nervosi dell'area interessata nel cervello. Con l'avanzare dell'età, si possono riscontrare problemi nel captare i suoni dai toni più bassi.
Parimenti, anche l'olfatto ed il gusto sono più sviluppati di quelli umani. La nomea di cucina insipida che contraddistingue in tutta la federazione i piatti vulcaniani è dovuta proprio a questi due fattori: papille gustative e terminazioni olfattive attente ad ogni minima sfumatura non hanno bisogno di essere fortemente sollecitate. Purtroppo non tutte le popolazioni umanoidi possono apprezzare appieno le 47 sfumature gustative e olfattive degli ingredienti che insaporiscono il ploomek.
LA SINDROME DI BENDII
L'incedere degli anni può essere fatale e crudele per i Vulcaniani. In alcuni soggetti, con più di 200 anni, può svilupparsi la Sindrome di Bendii. Questa malattia è caratterizzata da una progressiva perdita del controllo sulle emozioni e sui propri comportamenti. Tra i sintomi più comuni ci sono scoppi improvvisi d'ira e manifestazioni emotive subitanee e repentine. Una diagnosi precisa e priva di dubbi può essere effettuata con un'analisi della coltura del tessuto del metatalamo del paziente.
Un altro effetto indesiderato che a volte si presenta è la proiezione telepatica delle manifestazioni emotive del paziente: egli, incapace di controllare se stesso, riversa inconsciamente sugli altri, grazie alle sue capacità telepatiche, ira, paura e dolore. Il paziente può essere aiutato per via telepatica da altri Vulcaniani, che con speciali tecniche possono aiutarlo a mantenere un certo controllo; in casi estremi può esserci bisogno di una fusione mentale. Ma questi sono solo palliativi temporanei: infatti non si conosce cura per la Bendii. Questa malattia può essere indotta tramite inoculazione dell'agente patogeno, somministrazione di deuterio tramite gli alimenti o fusione mentale.