USS SELEYA

CLASSIFICAZIONE DELLE CIVILTÀ

 

INTRODUZIONE

Fin dagli albori della esplorazione spaziale, in qualche caso anche prima che vengano sviluppati i mezzi tecnologici idonei a fornire una risposta, filosofi e scienziati di ogni civiltà si interrogano sull'esistenza di altre forme di vita nell'universo.
La nascita di questo interrogativo è un fenomeno costante, che si ritrova in ogni civiltà che inizia a guardare al proprio cielo come ad una frontiera e non come alla dimora di essere supernaturali. Invariabilmente, dopo un primo periodo di libero dibattito, scienziati e filosofi iniziano a proporre metodi per classificare queste ipotetiche, non ancora scoperte, civiltà aliene.

Naturalmente, le inclinazioni personali e le tendenze dominanti nella cultura del pianeta indirizzano il criterio di classificazione: di volta in volta l'accento viene posto sulla capacità industriale, su quella militare, sull'arte, sulla cultura, sulle scienze astratte o applicate...
Invariabilmente, vengono proposti nel corso del tempo differenti sistemi di classificazione.
Invariabilmente, si rivelano tutti imprecisi perché tutti parziali.

Forse, l'unico criterio oggettivamente valido e inalterabile è quello proposto dai Vulcaniani; IDIC, Infinite Diversità in Infinite Combinazioni: ogni civiltà ha le sue particolarità, le sue inclinazioni, la sua storia, e tentare di incasellarle è un esercizio futile e, in quanto tale, illogico.
Non di meno, non ce ne vogliamo i nostri lettori vulcaniani, un criterio di classificazione così ampio da includere tante categorie quanti sono gli elementi da classificare è, a sua volta, un esercizio di futilità. Altamente illogico.

Per questa ragione, fin dagli albori della Federazione, scienziati ed esploratori della Flotta Stellare hanno proposto metodi di classificazione che aiutassero nell'impresa.

Naturalmente, citando l'aforisma umano "I geni costruiscono sulle spalle dei giganti che li hanno preceduti", questo lavoro di definire un criterio di classificazione non è partito dal classico "schermo vuoto".
Altrettanto naturalmente, in prima linea in questa impresa si sono messi gli umani, ed è dalla loro storia che hanno preso spunto.

 

SCALA DI KARDASHEV

I primi tentativi di classificazione di civiltà aliene (da non confondere con i contemporanei e similari tentativi di immaginare forme di vita aliene) si devono allo scienziato sovietico Kardashev, che nel 1964 propose un criterio basato sulla capacità di raccogliere e sfruttare l'energia prodotta "naturalmente".

Kardashev propose una scala con 5 gradini, identificati dai numerali romani da I a IV, più un livello di partenza 0.
Secondo Kardashev, per una civiltà non era possibile giungere ad un livello di sviluppo senza aver pienamente dispiegato il proprio potenziale nel livello precedente; inoltre, il passaggio da un livello a quello successivo sarebbe stato limitato dalla velocità di espansione della civiltà nell’universo, necessariamente limitata a valori inferiori a quelli della luce.

Al primo posto, al livello 0, stavano tutte le civiltà (compresa quella terrestre dell'epoca) che non erano in grado di sfruttare tutta l'energia prodotta dal loro primario, sia direttamente (energia solare) sia indirettamente (energia eolica, delle maree, dei fiumi, ma anche dei combustibili fossili).

Al secondo posto, al livello I, si collocavano tutte le civiltà in grado di sfruttare pienamente tutta l'energia prodotta dal loro sole.
Secondo la teoria di Kardashev, la Terra sarebbe arrivata a questo livello di sviluppo tecnologico attorno all'anno 2200, e l'unico modo per ottenere questo effetto sarebbe stata la costruzione di una Sfera di Dyson attorno al Sole (o attorno a qualsiasi primario di qualsiasi civiltà).

Al livello II si collocavano tutte le civiltà estese in più sistemi stellari e in grado di sfruttare tutta l'energia prodotta da tutti i soli dei sistemi controllati.
Secondo la teoria di Kardashev la Terra avrebbe raggiunto questo livello di sviluppo tecnologico nell'anno 5200, quando avrebbe racchiuso in tante Sfere di Dyson tutti i soli controllati.

Al livello III si collocavano le civiltà galattiche, ovvero quelle in grado di sfruttare pienamente tutta l'energia prodotta da tutti i soli di una galassia. Sempre secondo la teoria di Kardashev, la Terra potrebbe arrivare a questo livello di controllo in un lasso di tempo compreso tra l’anno 7800 e l’anno 75000 (a seconda che si potesse trovare o meno un sistema per superare la velocità della luce, limite alla velocità di espansione dell’umanità nella Galassia), sempre ammesso che qualche altra civiltà della Via Lattea non ci arrivasse prima degli Umani.

Al IV ed ultimo gradino si collocava una ipotetica "civiltà universale", in grado di sfruttare pienamente tutta l'energia dell'universo.
Lo stesso Kardashev considerava questo livello "irraggiungibile", o comunque sicuramente non raggiunto da alcuna civiltà (in fin dei conti la Terra non ne faceva parte... e soprattutto si vedevano stelle brillare in cielo, il che significava che quelle stelle non erano circondate da Sfere di Dyson).

La teoria di Kardashev venne immediatamente sottoposta a due critiche: non teneva conto dello sviluppo tecnologico futuro e non teneva in considerazione che, nei millenni di storia astronomica registrata (principalmente dai Cinesi) numerose volte si erano registrate novae e supernovae ma mai lo "spegnimento" di una stella (che avrebbe potuto indicare l'inclusione di quella stella in una Sfera di Dyson).

Gli anni immediatamente successivi alla formulazione della Teoria di Kardashev, con la corsa allo spazio delle potenze dominanti dell'epoca (Stati Uniti d'America e Unione Sovietica), dimostrò inequivocabilmente che non era necessario uno sfruttamento completo dell'energia del Sole per raggiungere altri mondi del sistema e perfino, forse, altre stelle.

Certamente, oggi sappiamo che per creare una civiltà stellare o addirittura galattica sono sufficienti quantità di energia e conseguente sfruttamento delle risorse naturali di gran lunga inferiori a quanto originariamente predetto.

La Teoria di Kardashev venne perciò accantonata, sovrastata da considerazioni più impellenti e problemi più urgenti, come le Guerre Eugenetiche, la Terza Guerra Mondiale e amenità consimili...

 

SCALA RICHTER

All'alba del XXIII secolo il problema di classificare le civiltà che le missioni esplorative della Flotta Stellare stavano scoprendo in quantità sempre maggiore portò alla creazione di una "scala di sviluppo industriale" che, in sostanza, copiava le fasi storiche della Terra; secondo questa scala, una civiltà di livello B aveva lo stesso sviluppo della Terra nel 1485 (Rinascimentale) e una civiltà di livello G quello della Terra nel 2033 (nascita di Zefram Cochrane).
Questo sistema di classificazione delle civiltà venne però ben presto abbandonato, in quanto troppe erano le differenze e le variabili in gioco per poter usare la storia di un singolo pianeta, per quanto importante come la Terra, come parametro di riferimento.

Fu allora che Alonzo Richter, sociologo, astronomo, esploratore e molte altre cose ancora, propose una scala di riferimento molto articolata, che abbracciava tutte le possibili fasi dell’evoluzione di una civiltà, dai primi ominidi alla trascendenza in forme di vita di pura energia.
La Scala Richter delle Culture, o più semplicemente Scala Richter, fu ben presto adottata dal Consiglio Scientifico della Federazione come criterio di valutazione delle nuove civiltà che venivano scoperte perché era ben strutturata, completa e adatta alle esigenze.

Non di meno, anche la Scala Richter presentava alcuni inconvenienti.
Da un lato era molto dettagliata e quindi di non facile o immediata comprensione ed utilizzo; in effetti, il principale problema è proprio che differenti ricercatori assegnano spesso alla stessa civiltà un diverso posizionamento, basandosi su differenti interpretazioni di sfumature nel grado di sviluppo.
Dall’altro, il confine fra i diversi stadi di una civiltà è netto ai livelli più bassi, mentre tende a diventare più sfumato e più interconnesso ai livelli superiori; per esempio, nell’Impero Romulano il livello Q (Epoca dell’Occultamento) è giunto prima del livello N+ (Epoca della Civiltà Tecnocratica Diffusa), che peraltro l’Impero non ha ancora raggiunto; il pianeta Aldea, per citare un altro esempio, ha da lungo tempo raggiunto il livello Q ma non ha mai raggiunto il livello J (Epoca dell’Espansione Stellare).
Infine, anche la Scala Richter "soffre" di un certo grado di umanocentrismo culturale nel dare per scontato che ogni civiltà continuerà ad espandersi dalle caverne alla Trascendenza e che lo farà attraversando le stesse fasi, nello stesso ordine, attraversate dall’Umanità.

 
 
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