USS SELEYA

SISTEMI DI DIFESA NON CONVENZIONALI

AUTODISTRUZIONE

Utilizzatori: tutte le specie.

L'autodistruzione, erede diretta della tradizione delle marine militari della Terra conosciuta come "autoaffondamento", è l'estrema risorsa che il Capitano e gli ufficiali anziani di una nave stellare hanno a loro disposizione per impedire che il loro vascello, e soprattutto l'equipaggio, cadano in mani ostili.

Una nave della Flotta Stellare può fornire ad una specie sufficientemente avanzata molte, troppe, informazioni tattiche semplicemente venendo smontata e compresa nei sui sistemi di funzionamento; inoltre, i computer contengono informazioni vitali e codici di trasmissione che metterebbero a repentaglio la sicurezza della Federazione stessa.
Da ultimo, grazie all'uso combinato di coercizione fisica e di droghe, nessun ufficiale della Flotta è in grado di resistere indefinitamente ad un interrogatorio condotto da personale ostile esperto.
Per queste ragioni, è preferibile che una nave della Flotta Stellare venga distrutta ed il suo equipaggio ucciso piuttosto che cadere in mani nemiche.
Un analogo ragionamento viene fatto da tutte le specie note alla Federazione… perfino dai Borg!

Sulle navi della Flotta Stellare l'autodistruzione viene attivata dall'ufficiale comandante e da uno o due ufficiali anziani, di norma il primo ufficiale e il capo ingegnere (ma ogni Capitano può implementare un sistema che comprenda altri e/o differenti ufficiali). La procedura di autodistruzione di solito comporta l'utilizzo di due sistemi distinti: da un lato, alla fine del conto alla rovescia si ha l'abbattimento rapido delle barriere magnetiche che mantengono l'antimateria separata dalla nave, sia nel nucleo a curvatura che nei serbatoi. Questo sistema da solo è in grado, normalmente, di assicurare la distruzione integrale della nave. Dall'altro, per essere sicuri che installazioni e dispositivi chiave non cadano in mani ostili vengono fatte detonare cariche all'antimateria opportunamente disposte: ponte di comando, ingegneria, nuclei del computer, reattori a fusione, depositi dei siluri ed emettitori dei banchi phaser, deflettore di navigazione, set dei sensori, sonde. Infine, vengono collegati al sistema di autodistruzione e fatti detonare anche i nuclei a curvatura delle navette imbarcate nel caso in cui non vengano utilizzate come scialuppe di salvataggio.

 
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