IL PIANETA VULCANO
GEOLOGIA: LA DERIVA DEI CONTINENTI
La crosta planetaria presenta tre continenti di diverse dimensioni. I mari sono nati da una espansione dovuta allo slittamento della crosta cratonica sopra il mantello. Bisogna poi considerare anche l'importante fatto che non esistono rilievi lungo le faglie attive sui margini cratonici. Questo fatto implica un'orogenesi anomala e in alcuni casi assente. Inoltre l'atmosfera del pianeta è piuttosto rarefatta, il che fa pensare che si tratti di un'atmosfera giovane, un dato in contrasto con l'età del pianeta stesso.
Questo particolare è fondamentale nella deriva dei continenti, perché la deriva è generalmente accompagnata da grossi cambiamenti atmosferici e ingenti liberazioni di gas. Di conseguenza, gli scienziati sono concordi nel ritenere che la genesi di Vulcano sia stata molto atipica.
TETTONICA DEL PIANETA VULCANO
Courtesy Vulcan Science Academy: sostando su alcuni punti dell'immagine, testi alternativi rilevano le dorsali e le faglie.
TETTONICA SENZA MONTAGNE
L'espansione non è simmetrica: Na' Nam è una placca ferma,
non delimitata da faglie attive se non in un passato remotissimo, che quindi
non presenta rilievi costieri interessanti. Han-Shir invece ha subito più
espansione e compressione, per fenomeni di subduzione e sprofondamento contemporanei.
Le rocce della sua parte cratonica più esterna sono di tipo sedimentario
chimico molto particolare. Hanno una temperatura di fusione molto inferiore
ad altre rocce presenti nello stesso posto e hanno una struttura chimica
abbastanza rigida, che le organizza (anche se si tratta di sedimentarie)
in pacchetti non eccessivamente compattati.
Al momento della loro fusione, per esempio ai margini cratonici attivi,
strati chimicamente compatibili fondono contemporaneamente subendo un processo
metamorfico che viola la loro struttura cristallina e inserisce una struttura
nell'altra (un po' come accade con lo zucchero sciolto in acqua). Da ciò,
il loro volume diviene circa un terzo e la loro densità triplica.
Questo fa sì che durante la risalita si appesantiscano e giungendo
in superficie non formino montagne rilevanti, ma anzi, essendo decisamente
più pesanti delle rocce intorno, premono lungo la placca cratonica
e la comprimono. A loro volta poi queste rocce sprofondano nuovamente nella
faglia attiva: il risultato è che il secondo continente va riducendosi.
L'intero processo inoltre non implica la liberazione di gas, ma avviene
a causa di legami chimici particolari che si instaurano tra elementi di
tipo non metallico.
LA CROSTA PLANETARIA
La superficie del pianeta è formata da tre tipi di rocce principali, tutti con quantità di metalli piuttosto scarse.
- Rocce pesanti: densità 5 g/cm3, temperatura di fusione tra i 1000 e i 1200 °C
- Rocce medie: densità 3,5 g/cm3, temperatura di fusione tra i 600 e gli 800 °C
- Rocce leggere: densità 2,6 g/cm3, temperatura di fusione circa di 200 °C
Il primo continente (Na' Nam) è formato in prevalenza da rocce medie, ma ha anche delle sacche di rocce leggere, mentre il secondo (Han-Shir) è formato da rocce leggere e da rocce medie in prevalenza disgregate e porose. È perciò più mobile e più leggero.
Nei punti dove il primo continente ha sacche di rocce leggere, con temperatura di fusione più bassa, si ha elevata risalita di magma dal mantello e notevoli fenomeni di vulcanesimo anche all'interno della placca cratonica (come si può notare da queste due immagini della Piana di Fuoco).
Il fondo marino è formato essenzialmente da rocce di tipo pesante,
in cui i metalli sono più presenti.
Ci sono poi dei coni di roccia di tipo ultrapesante, molto ricchi di metalli,
che spuntano come scogli sul fondo marino e che interferiscono con lo scorrimento
lineare della dorsale. Tali scogli si sono formati per spinte compressive
nelle celle del mantello dovute allo spostamento dell'asse del pianeta.
La linea della dorsale è molto vicina al primo continente e spinge costantemente verso il secondo.