USS SELEYA

SISTEMI DI TELETRASPORTO


LIMITI DEL TELETRASPORTO

Nonostante il progresso tecnologico degli ultimi due secoli, il teletrasporto ancora oggi deve sottostare ad alcune limitazioni.

Il principale limite, come anticipato, è la sua portata limitata, in condizioni normali, ad un massimo di 40.000 km, che numerose variabili e condizioni possono ulteriormente ridurre. Il teletrasporto d'emergenza, utilizzabile solo per evacuare rapidamente una nave stellare, ha un tempo ridotto di funzionamento (ottenuto saltando il ciclo del biofiltro e del buffer di attesa e settando la destinazione in maniera non dinamica) ma al prezzo di una portata ridotta a soli 15.000 km.

Un'altra limitazione d'uso è il grande dispendio energetico richiesto per il funzionamento del sistema. In pratica, solo la Flotta Stellare utilizza abitualmente il teletrasporto come mezzo per muovere merci e persone. Le compagnie private di trasporto stellare preferiscono attraccare ad una stazione di smistamento o, nel caso dei grandi StarLiner da crociera, utilizzare navette.
Per quanto riguarda i trasporti planetari, veicoli privati, treni maglev e vettori aerei suborbitali sono certamente più lenti ma anche preferiti da quasi tutti i viaggiatori.

I tempi del ciclo operativo rappresentano un'altra limitazione: se è vero che il processo di trasporto vero e proprio richiede solo 5 secondi, un ciclo completo - comprensivo di tutte le procedure di sicurezza per assicurare che in memoria o nel buffer di attesa non rimangano tracce residue di energia - dura 90 secondi.
Questo tempo viene ridotto nel caso di una evacuazione d'emergenza, ma a prezzo di saltare molte procedure di sicurezza.

Un'ulteriore limitazione è data dal tempo massimo di permanenza nel buffer di attesa, che impedisce – ad esempio – di conservare organismi viventi in stato di sospensione.
Il tempo massimo teorico di permanenza nel buffer è di 90 secondi, dopo di che il segnale si degrada di oltre il 50%, limite superato il quale non è più garantita la corretta materializzazione del soggetto trasportato 12.
Questa limitazione ha effetti non solo sul trasporto di persone, ma anche sulla capacità di conservare cibi e piante o campioni medici, per cui si deve ricorrere a campi di stasi o all'utilizzo dei replicatori, che però non possono replicare materia viva. Un solo caso è noto alla Flotta Stellare in cui sia stato possibile superare questo limite temporale: nel 2294 il Capitano Montgomery Scott ha bloccato in modalità diagnostica il buffer di attesa ed è stato materializzato, in salute, 75 anni dopo dalla NCC 1701-D USS Enterprise 13.
Una simile soluzione è stata escogitata nel 2375 dalla NCC 74656 USS Voyager mentre si trovava nel Quadrante Delta: l'uso di amplificatori di risoluzione ha permesso di mantenere in sospensione nel flusso un elevato numero di rifugiati. L'uso di questo sistema, tuttavia, provoca una progressiva degradazione cellulare che, se non trattata o se protratta troppo a lungo, porta alla morte del soggetto 14.

Ancora, inibitori del teletrasporto e scudi di una nave stellare possono impedire al RAC (Raggio Anulare di Confinamento) di mantenere l'integrità del flusso energetico, variandone il valore e impedendo di conseguenza una corretta materializzazione.
Anche in questo caso, la Flotta Stellare ha escogitato una soluzione: nel 2367, il Capo Teletrasporto della NCC 1701-D USS Enterprise è riuscito a teletrasportarsi attraverso gli scudi della NCC 65420 USS Phoenix sfruttando le finestre EM del ciclo di refresh degli scudi stessi 15.

Un'altra limitazione è data dalla velocità della sorgente del teletrasporto.
In particolare, il teletrasporto fra due navi - entrambi a velocità di curvatura - non è normalmente possibile perché il campo di curvatura distorce il RAC analogamente a quanto accade con gli scudi.
In pochi ed estremamente rischiosi casi la Flotta Stellare è riuscita ad effettuare un teletrasporto in queste condizioni, pareggiando al decimale la velocità delle due navi e compensando la distorsione del RAC 16.
Il teletrasporto fra una nave a velocità di curvatura e un bersaglio stazionario di norma viene evitato con il semplice espediente di fare uscire la nave stessa dalla curvatura. Qualora sia necessario eseguire questa operazione, le procedure della Flotta Stellare richiedono che il RAC venga sincronizzato con la frequenza del nucleo di curvatura. La parte più difficile di questa operazione è agganciare in maniera stabile il bersaglio 17.
Una procedura preferibile in questo caso, chiamata "Teletrasporto touch-and-go", consiste nell'uscire brevemente dalla curvatura, trasferire il soggetto da trasportare e tornare rapidamente in curvatura. I soggetti coinvolti in questo tipo di operazione riportano che si prova brevemente la sensazione di stare materializzandosi all'interno di un corpo solido, muro o parte di roccia che sia 18.

Da ultimo, la presenza di alcune sostanze o accadimenti naturali può impedire un aggancio stabile da parte dei sensori o interferire con il RAC, bloccandone la coesione.
Fra questi inibitori naturali del teletrasporto si contano la kelbonite e la magnesite, oltre a radiazioni thoron o hyperioniche, tempeste elettromagnetiche o interferenze ioniche.

 
Indice Sistemi di Teletrasporto