SISTEMI DI TELETRASPORTO
COMPONENTI DEL SISTEMA DI TELETRASPORTO
Per quanto il principio di funzionamento del teletrasporto sia semplice, una volta compreso, i macchinari ed i dispositivi che lo rendono possibile sono i più complessi fra quelli disponibili nella Federazione.
Sala del teletrasporto
È un volume di spazio ben protetto all'interno del quale avviene il processo di teletrasporto e in cui si trovano sia la piattaforma di trasporto, sia la consolle dell'operatore sia i sistemi informatici e di sensori che lo rendono possibile.
La piattaforma è sopraelevata per ridurre il pericolo di scariche elettrostatiche che si possono verificare durante le procedure di trasporto (una della procedure di manutenzione ne richiede infatti la periodica demagnetizzazione, compito tipicamente assegnato ai nuovi guardiamarina) e può venire isolata dall'ambiente circostante tramite campi di forza.
Come sistema di backup rispetto al biofiltro, inoltre, il sistema di areazione e ventilazione della sala del teletrasporto può essere isolato da quello generale della nave, analogamente a quanto accade per l'infermeria di una nave stellare.
Consolle dell'operatore
È la postazione da cui l'ufficiale incaricato del teletrasporto monitora e gestisce le operazioni: controlla i sensori che acquisiscono la posizione dei soggetti, quelli che controllano il punto di destinazione e mostra lo status di tutti i componenti del sistema.
Sistema informatico di controllo
Il computer dedicato per queste operazioni si trova all'interno della sala del teletrasporto e controlla ogni operazione del teletrasporto, comprese le sequenze automatiche.
Il sistema è dotato di banchi di memoria e di unità di elaborazione autonome, in grado di operare anche in caso di crash totale del network informatico di una nave o una base stellare.
Bobine primarie
Sono collocate al di sopra della piattaforma del teletrasporto ed hanno il duplice scopo di creare il RAC (Raggio Anulare di Confinamento), che delimita l'area che sarà letta dai sensori e trasferita a destinazione, e di immobilizzare il "bersaglio" per permettere una più agevole lettura da parte degli scanner molecolari.
Se sottoposto a sufficiente pressione dall'interno (se, cioè, il soggetto immobilizzato ha sufficiente forza) il RAC può venire spezzato. Questa azione, tuttavia, crea un rilascio incontrollato di energia che da luogo ad una esplosione in grado di distruggere una sala del teletrasporto.
Scanner molecolari
Al di sopra di ogni piattaforma si trovano quattro set ridondanti di scanner collocati ad intervalli di 90° intorno all'asse principale della piattaforma.
Funzione degli scanner molecolari (ma la definizione è imprecisa, in quanto operano - per il trasporto di esseri viventi - a livello subatomico) è quella di leggere lo stato energetico delle funzioni d'onda ed inviare i dati alle bobine di transizione di fase.
Questa è la fase più delicata del processo di teletrasporto: una errata lettura produce infatti un errore nelle successive operazioni che si traduce in un impreciso processo di materializzazione, con conseguente morte del soggetto teletrasportato. L'introduzione dei compensatori di Heisenberg ha però di fatto eliminato questo problema.
Inoltre, apposite routine di controllo dell'errore escludono uno scanner nel caso in cui fornisca dati discordanti con gli altri tre. Il guasto di due o più scanner implicano un'interruzione immediata della procedura di teletrasporto.
Gli scanner molecolari, quando utilizzati per il trasporto da un ambiente esterno verso una nave o una Base Stellare, operano inoltre come primo livello di controllo del biofiltro, provvedendo ad eliminare tutti quei contaminanti la cui impronta energetica è conservata nella memoria del sistema informatico di controllo.
Analogamente, gli scanner molecolari possono venire utilizzati per rimuovere oggetti pericolosi - come, ad esempio, armi ed esplosivi 21 - prima della fase di materializzazione.
Bobine di transizione di fase
Collocate alla base della piattaforma del teletrasporto, sono il dispositivo che effettua la fase principale del teletrasporto: materializzazione e smaterializzazione.
Dopo aver ricevuto dagli scanner molecolari e dal sistema informatico di controllo le informazioni sullo stato dell'onda energetica, le bobine di transizione di fase emettono un'onda in controfase (da cui il nome) che "annulla" l'onda principale, e quindi di fatto smaterializzano il corpo dal punto di partenza. L'energia in cui il corpo fisico è stato trasformato viene a questo punto inviata al buffer di attesa per le successive fasi del trasporto.
Durante questa fase, i compensatori di Heisenberg controllano che la risultante dell'azione delle bobine di transizione sia effettivamente un'onda nulla, a riprova che la funzione d'onda originale sia stata letta correttamente dagli scanner molecolari e correttamente processata dalle bobine stesse.
Buffer di attesa
È il dispositivo che ha lo scopo di mantenere in sospensione temporanea il flusso energetico prima della trasmissione verso la destinazione o prima della materializzazione in una sala teletrasporto.
Posto sotto la piattaforma del teletrasporto, vicino alle bobine di transizione di fase, ha la forma di un toroide superconduttore (tokamak) e può mantenere in sospensione il flusso energetico fino ad un massimo di 420 secondi senza degradazione del segnale.
Il flusso energetico viene mantenuto in sospensione mentre i sistemi dei sensori compensano la differenza di velocità fra il punto di partenza e quello di arrivo del flusso del teletrasporto (a nessuno piacerebbe trasportarsi da una nave ad un pianeta e materializzarsi a 20.000 km/h…).
Durante la fase di risalita su una nave, inoltre, la sospensione temporanea del flusso permette agli scanner molecolari di analizzare il flusso stesso e di rimuovere eventuali pericoli per la sicurezza della nave e degli ufficiali imbarcati.
Biofiltro
È il dispositivo che ha lo scopo di rimuovere eventuali agenti contaminanti non individuati dagli scanner molecolari. Il biofiltro agisce specificamente contro contaminanti NBC/RV (Nucleari, Batteriologici, Chimici, Radioattivi e Virali) rimuovendoli dal flusso energetico nel passaggio fra il buffer di attesa e le bobine di transizione di fase durante la materializzazione a bordo di una nave stellare.
Poiché lo scopo è quello di evitare il trasporto di sostanze pericolose e potenzialmente letali all'interno di un ambiente chiuso come quello di una nave stellare, il passaggio attraverso il biofiltro avviene di norma solo durante le fasi di risalita. Il biofiltro può però venire inserito anche nelle fasi di trasmissione da nave a punto di destinazione, per evitare - ad esempio - che patogeni innocui per la Federazione possano contaminare altre specie per cui potrebbero risultare letali.
Il biofiltro è una invenzione recente nel campo del teletrasporto.
Nel corso del XXII secolo il mezzo preferito di trasferimento da una nave stellare era rappresentato dall'utilizzo di una navetta, riservando il teletrasporto stesso solo a casi di assoluta emergenza. La procedura di decontaminazione prevedeva quindi l'uso di un gel apposito, applicato manualmente in una apposita stanza, collegata all'hangar navette e isolata dal resto della nave. Non era prevista alcuna procedura di decontaminazione per il caso di uso di teletrasporto.
Nel corso del XXIII secolo l'uso del teletrasporto come sistema principale di trasferimento impose l'obbligo di usare procedure decontaminanti collegate al sistema stesso. La risposta trovata fu quella di irradiare la piattaforma del teletrasporto con radiazioni ionizzanti mentre ancora il RAC teneva fermi i soggetti dopo il trasporto. Il sistema era però non privo di rischi, visto che alcune forme di contaminanti si dimostrarono resistenti alla quantità e al tipo di radiazioni utilizzate, senza peraltro che si potesse aumentare o variare il tipo di irraggiamento senza mettere a repentaglio la vita degli ufficiali della Flotta.
La soluzione del XXIV secolo, agire tramite direttamente sul flusso di energia prima della sua materializzazione, ha permesso di superare i limiti delle radiazioni ionizzanti.
Anche se il sistema non è ancora perfetto, i casi di contaminazione su una nave stellare sono ora talmente rari da non costituire più un problema operativo.
Scanner per l'analisi della destinazione e l'acquisizione del bersaglio
È l'ultimo dei dispositivi collegati al sistema del teletrasporto e si avvale sia di antenne dedicate - per la trasmissione dell'energia - sia dei sistemi dei sensori della nave.
Il sistema rileva e analizza le caratteristiche del punto di destinazione: coordinate, distanza dalla nave e velocità relativa, condizioni ambientali ed altri elementi rilevanti.
Completate queste operazioni, il sistema preleva il flusso energetico dal buffer di attesa e lo invia agli emettitori, disposti sullo scafo esterno della nave, per il completamento del trasporto.
Nel caso di teletrasporto fra due punti diversi all'interno della stessa nave il sistema utilizza i sensori interni e il comunicatore dell'ufficiale per verificare posizione e condizioni locali prima di effettuare il trasporto.