SISTEMI D'ATTACCO FEDERALI
ARMI CINETICHE: SILURI AL TRICOBALTO
Stato attuale: tecnologia in uso.
I siluri al tricobalto non sono, di norma, parte degli armamenti imbarcati a bordo di una nave stellare, a causa della loro enorme potenza distruttiva (in contrasto con le normali regole di ingaggio della Flotta Stellare), del danno potenziale che possono causare al tessuto del subspazio e del residuo radioattivo.
La Flotta Stellare definisce scherzosamente i siluri al tricobalto come "cariche da demolizione", e se lo scopo è quello di demolire senza speranza di recupero l'obiettivo dell'attacco, queste armi sono senz'altro le più adatte.
Le testate dei siluri al tricobalto si differenziano da quelle dei normali siluri fotonici in quanto il deuterio viene sostituito da una matrice solida cristallina composta da tre differenti isotopi del cobalto.
La detonazione del tricobalto e dell'antimateria contenuti nella testata del siluro genera una annichilazione molto rapida e il rilascio di una potenza sufficiente a vaporizzare qualsiasi obiettivo e anche, quasi sempre, a creare un vasto strappo nel subspazio.
L'aspetto esterno dei siluri al tricobalto è identico a quello dei normali siluri fotonici; di fatto, di solito le navi stellari non trasportano questo tipo di siluri ma li creano all'occorrenza, replicando la matrice cristallina e i relativi sistemi di controllo e installandoli al posto del serbatoio del deuterio all'interno di un normale siluro fotonico.
Per ragioni di sicurezza, oltre al Capitano solo un limitato numero di ufficiali su una nave stellare ha le necessarie autorizzazioni per poter replicare una testata al tricobalto e le competenze per poterla installare.