SISTEMI D'ATTACCO FEDERALI
ARMI AD ENERGIA: PHASER A COMPRESSIONE
Stato attuale: tecnologia in uso (limitatamente alle navi di classe Defiant).
I phaser a compressione rappresentano un ulteriore e significativo passo avanti sulla strada dell'incremento di potenza richiesto per fronteggiare la minaccia Borg.
A fronte di questo incremento, i phaser a compressione non permettono però di controllare la potenza di emissione, il che spiega perché la Flotta Stellare abbia deciso di implementarli solo sull'unica classe di navi da guerra presente nell'arsenale della Federazione (non si dimentichi infatti che ufficialmente le navi della Flotta Stellare sono vascelli dedicati all'esplorazione e alla ricerca scientifica, dotate di una capacità di difesa modulabile in base all'aggressore, e non navi costruite allo scopo di dare la caccia e annientare il nemico).
I phaser a compressione si differenziano dalle normali versioni a potenza modulabile per l'interposizione, tra la camera di prefuoco e i cristalli di emissione, di un condensatore con capacità di carica e scarica molto rapide, in grado di "trattenere" per 23 millisecondi l'energia in entrata prima di rilasciarla.
In questo modo, l'energia emessa è data dalla somma dell'energia entrata nel condensatore prima dell'emissione, e raggiunge una potenza effettiva di 50,3 MW… Più che sufficienti a far collassare ogni scudo difensivo noto alla Federazione.
Due aspetti limitanti dovuti alla potenza del sistema sono l'impossibilità di utilizzare cristalli lenticolari e la necessità di lasciare scaricare i condensatori prima di sparare nuovamente.
I cristalli lenticolari non hanno la necessaria integrità strutturale per gestire il flusso di energia emesso dai phaser a compressione; si è quindi ricorsi ai vecchi cristalli, il che rende però impossibile costruire banchi di phaser a compressione e obbliga nuovamente il vascello ad allinearsi al suo bersaglio prima di fare fuoco.
Inoltre, dopo tre colpi in rapida successione (raffica phaser) i condensatori devono scaricare l'energia residua prima di potersi nuovamente ricaricare; per questo, a differenza dei banchi phaser, tra una "raffica" e quella successiva devono trascorrere almeno 472 millisecondi.
Una variante a compressione del phaser portatile tipo III è inoltre stata costruita per un utilizzo in caso di scontro con i droni Borg.