TEORIA DELLA FISSIONE NUCLEARE - 1
Introduzione
Fisica della fissione nucleare
Fisica dei reattori a fissione
Soglia critica
Moltiplicazione subcritica
Moderatori dei neutroni
Moderatori e design di un reattore
Neutroni ritardati e controllo
Storia della fissione nucleare
Indurre la fissione nucleare
Effetti degli isotopi
Produzione e purificazione dei materiali
Introduzione
La fissione nucleare (in fisica nucleare semplicemente fissione) è
un processo durante il quale il nucleo di un atomo si divide in due o più
nuclei più piccoli (prodotti della fissione) e, di solito, alcune altre
particelle come sottoprodotto. La fissione è perciò una forma
di trasmutazione elementale.
Fra i sottoprodotti vanno inclusi neutroni liberi, fotoni (di solito raggi
gamma), e altri frammenti nucleari come le particelle alpha e beta. La fissione
di elementi pesanti può rilasciare abbondanti quantità di energia
utilizzabile, in forza di raggi gamma e di energia cinetica dei frammenti.
La fissione nucleare è utilizzata per produrre energia attraverso un
impianto nucleare o per innescare l'esplosione di armi nucleari, come
nel caso della bomba atomica.
La fissione è utile come fonte di energia perché alcuni materiali, chiamati combustibili nucleari, generano neutroni come parte del processo di fissione e nello stesso tempo subiscono una fissione innescata da neutroni liberi. I combustibili nucleari possono far parte di una reazione a catena che si autosostiene: questa reazione rilascia energia, in forma controllata (in un reattore nucleare) o in maniera incontrollata e molto rapida (in una bomba nucleare).
L'ammontare di energia contenuta in una data quantità di combustibile nucleare è milioni di volte superiore rispetto a quella contenuta in una pari quantità di un combustibile chimico come, ad esempio, la benzina. Questo rende la fissione nucleare una fonte di energia molto appetita, anche se i prodotti di scarto della fissione nucleare sono altamente radioattivi, e lo rimangono per migliaia di anni, generando un problema di smaltimento delle scorie.
Le preoccupazioni in merito all'accumulazione delle scorie nucleari e l'immenso potenziale distruttivo delle armi nucleari fanno da contrappeso alle qualità positive della fissione come fonte di energia, e generano un intenso dibattito politico sull'argomento.
↑Fisica della fissione nucleare
La fissione nucleare si differenzia dalle altre forme di decadimento radioattivo
per il fatto che può essere provocata e controllata nel corso di una
reazione a catena.
Isotopi chimici che possano sostenere una reazione a catena nucleare sono
chiamati combustibili nucleari, e sono detti materiali fissili.
I più comuni combustibili nucleari sono l'Uranio 235 (U235, un
isotopo dell'uranio con massa atomica 235) e il Plutonio 239 (Pu 239,
un isotopo di plutonio con massa atomica 239). Questi combustibili si dividono
in un insieme di elementi chimici con massa atomica di circa 100 (prodotti
di fissione).
Molti combustibili nucleari subiscono una fissione spontanea molto lenta,
disintegrandosi gradualmente nel corso di milioni di anni. In un reattore
nucleare, o in un'arma nucleare, la fissione è indotta dal bombardamento con altre particelle, come ad esempio il neutrone.
La tipica fissione nucleare rilascia svariate centinaia di MeV (Megaelettronvolt, milioni di elettronvolt) di energia per ogni singolo atomo di combustile sottoposto a fissione, che è la ragione per cui la fissione nucleare viene utilizzata come forma di energia. Per contrasto, la maggior parte delle reazione di ossidazione chimica (come, ad esempio, la combustione del carbone) rilasciano al massimo poche decine di eV. Il combustibile nucleare contiene quindi da una a dieci milioni di volte più energia utilizzabile di un qualsiasi combustibile chimico.
L'energia di una fissione nucleare è rilasciata sotto forma di energia cinetica, data dai prodotti e dai frammenti della fissione stessa, e sotto forma di radiazione elettromagnetica (raggi gamma); in un reattore nucleare questa energia viene convertita in calore quando le particelle e i raggi gamma si scontrano con gli atomi che compongono il nucleo del reattore e il suo refrigerante (solitamente acqua).
La fissione nucleare produce energia perché l'energia di legame
dei nuclei di massa intermedia (con numeri atomici e masse atomiche vicine
a quelle del Fe56) è maggiore dell'energia di legame dei nuclei
molto pesanti, per cui quando i nuclei pesanti vengono spezzati si libera
energia.
La massa totale dei prodotti della fissione di una singola reazione è
inferiore alla massa originale dei combustibili nucleari, e la differenza
è rappresentata dall'energia in eccesso che viene liberata in
accordo con la formula di Einstein e=mc².
La differenza nell'energia di legame è dovuta all'interazione
delle due forze fondamentali che agiscono sui nucleoni (protoni e neutroni)
che compongono il nucleo.
I nuclei sono tenuti assieme dalla forza nucleare forte, attrattiva, che agisce
fra i nucleoni e che supera l'intensa repulsione elettrostatica fra i
protoni. Comunque, la forza nucleare forte agisce unicamente su distanze estremamente
ridotte (seguendo il potenziale di Yukawa), per cui i nuclei di dimensioni
maggiori sono legati meno fortemente dei nuclei di dimensioni minori e rompere
un grande nucleo in due o più nuclei di dimensioni intermedie rilascia
energia.
A causa del ridotto raggio d'azione delle forze di legame, i nuclei
pesanti contengono in percentuale più neutroni dei nuclei degli elementi
leggeri che, con una proporzione fra neutroni e protoni di 1:1, sono più
stabili.
I prodotti della fissione hanno, generalmente, la stessa proporzione fra neutroni
e protoni dei nuclei da cui derivano; sono perciò normalmente molto
instabili, avendo troppi neutroni rispetto agli isotopi stabili di massa atomica
comparabile. Questa è la principale ragione dell'alto tasso di
radioattività delle scorie dei reattori nucleari: i prodotti della
fissione tendono ad essere beta-emettitori, liberandosi di elettroni ad alta
energia per conservare la carica elettrica mentre all'interno del nucleo
i neutroni diventano protoni.
I più comuni combustibili nucleari, l'U235 e il Pu239, non costituiscono
di per sé un gran rischio radiologico: l'U235 ha una
vita media che si misura in miliardi di anni, e anche se il Pu239
ha una vita media di soli 25.000 anni è un emettitore puro di particelle
alpha e perciò non è pericoloso a meno che non venga ingerito.
Una volta che un elemento combustibile è stato utilizzato si mischia
con prodotti di fissione altamente radioattivi che emettono particelle beta
altamente energetiche e raggi gamma. Alcuni prodotti di fissione hanno una
vita media di pochi secondi, altri di decine di migliaia di anni, e richiedono
una stivaggio di lungo periodo in impianti appositi, come nelle Montagne Yucca
negli Stati Uniti, fino a quando i prodotti della fissione decadono in isotopi
stabili, non radioattivi.
Fisica dei reattori a fissione
I reattori nucleari utilizzano una reazione a catena per indurre un rateo
controllato di fissione in un combustibile nucleare.
Un reattore nucleare è composto da un blocco di combustibile nucleare
(nucleo del reattore), normalmente circondato da un moderatore di neutroni
come l'acqua, la grafite o l'idruro di zirconio, e da meccanismi
come le barre di controllo che permettono moderare il tasso di reazione.
I reattori vengono costruiti per tre scopi principali, che normalmente comportano tre progettualità distinte:
- i Reattori di Potenza hanno lo scopo di produrre calore tramite l'energia nucleare, come parte di una stazione di generazione di energia o di un motore nucleare (come nei sottomarini);
- i Reattori di Ricerca hanno lo scopo di produrre neutroni e/o rendere attive fonti radiologiche per scopi scientifici, medici, ingegneristici o altri scopi di ricerca;
- i Reattori Fertilizzanti hanno lo scopo di produrre Pu239 (un combustibile nucleare) dall'U238, che in natura è molto abbondante ma che non è un combustibile nucleare.
Anche se, in linea di principio, tutti i reattori possono operare per tutti e tre gli scopi, in pratica la destinazione d'uso comporta differenti obiettivi ingegneristici, e la gran parte dei reattori viene costruita avendo in mente un solo obiettivo principale (esistono diversi esempio contrari, soprattutto nei progetti più vecchi, come il Reattore N di Hanford, ora non più in servizio).
I reattori di potenza generalmente convertono l'energia cinetica dei
prodotti della fissione in calore, che viene usato per scaldare un fluido
refrigerante che muove una turbina, che a sua volta produce energia elettrica
o meccanica.
Il fluido refrigerante è di solito acqua, ma in alcuni reattori si
usa l'elio gassoso.
I reattori di ricerca producono neutroni che vengono utilizzati in molte maniere;
in questo caso il calore generato dalla fissione viene considerato un sottoprodotto
di scarto, inevitabile ma indesiderato.
I reattori fertilizzanti sono una variante specializzata dei reattori di ricerca,
in cui il campione che viene irradiato è di solito il nucleo del reattore
stesso, un insieme di U238 e di U235.
Tutti i combustibili nucleari subiscono un certo grado di fissioni spontanee,
che rilascia un certo numero di neutroni liberi in ogni campione di combustibile.
Questi neutroni di solito escono velocemente dal combustibile e decadono in
protoni (che hanno una vita media di 15 minuti) o impattano con altri nuclei
nelle vicinanze, da cui vengono assorbiti.
Comunque, i combustibili nucleari possono subire una fissione indotta dall'impatto
con neutroni liberi. Se abbastanza combustibile è confinato in un posto
e se i neutroni liberi sono intrappolati in numero sufficiente, allora queste
fissioni indotte possono rimpiazzare o superare di numero i neutroni persi
per fuga o assorbimento, e la fissione spontanea diviene una reazione a catena.
Questo combustibile confinato è chiamato insieme critico o, colloquialmente, massa critica, dove il termine critico indica la cuspide della curva delle equazioni differenziali che regolano il flusso di neutroni nel nucleo del reattore. La quantità effettiva di massa critica di un combustibile nucleare dipende fortemente sia dalla geometria (come è disposto il combustibile stesso) sia dai materiali di confinamento e moderazione.