L'ANTIMATERIA
Antimateria come carburante
Con l'antimateria, tutta l'energia potenziale racchiusa nella materia potrebbe
essere sfruttata, invece della piccola parte di energia chimica o nucleare
che viene estratta oggi. La reazione di 1 Kg di antimateria, con 1 kg di materia
produce 1,8×1017 J di energia
(in base all'equazione E=mc²). Per contro, bruciare 1 kg di petrolio
fornisce 4,2×107 J, mentre
dalla fusione nucleare di 1 kg di idrogeno si ottengono 2,6×1015
J.
Comunque, non tutta l'energia prodotta dall'annichilazione di materia
e antimateria potrebbe venir utilizzata da tecnologie esistenti o ipotizzabili,
perché circa il 50% di quella prodotta viene rimossa dai neutrini,
risultando così persa a ogni scopo pratico.
Data la sua scarsità, l'antimateria non è una valida fonte di energia. Generare un singolo atomo di antimateria è immensamente difficile: sono richiesti acceleratori di particelle ed enormi quantitativi di energia, milioni di volte superiori a quella rilasciata dopo l'annichilazione con la materia ordinaria. Inoltre, tutti i metodi conosciuti di produzione dell'antimateria generano allo stesso tempo un ugual quantitativo di materia, così che non più del 50% dell'energia immessa si trasforma in antimateria anche se, poiché la reazione materia/antimateria genera un'energia pari al doppio dell'antimateria coinvolta nella reazione, in teoria l'efficienza della reazione ritorna al 100%.
La produzione di antimateria è attualmente molto limitata, anche se
è cresciuta ad un ritmo geometrico dalla sua scoperta nel 1955. La
produzione di antimateria oscilla fra 1 e 10 nanogrammi all'anno, e ci
si aspetta che cresca esponenzialmente una volta che i nuovi acceleratori
al CERN e al Fermilab saranno divenuti operativi.
Con le tecnologie disponibili è possibile ottenere antimateria al costo
di 20 milioni di euro al grammo, ottimizzando i parametri di collisione e
raccolta, dati gli attuali costi di produzione dell'energia elettrica.
I costi di produzione dell'antimateria, in caso di produzione in serie,
è direttamente proporzionale al costo dell'energia elettrica,
per cui non risulta economicamente conveniente a meno di non riuscire a generare
energia dalla fusione deuterio-deuterio.
Quindi a meno che non si scoprano sorgenti naturali di antimateria, o non
si trovi un processo efficiente di produzione della stessa, il possibile sfruttamento
come carburante rimarrà più che altro una mera curiosità.
Alcuni studi finanziati dall'Istituto per i Concetti Avanzati della NASA
stanno cercando di valutare se l'antimateria che viene prodotta naturalmente
nella Fascia di Van Allen e nell'atmosfera dei giganti gassosi come Giove
possa venire raccolta ad un costo inferiore rispetto alla produzione sulla
Terra.
A livello teorico, dato che l'energia prodotta dall'annichilamento materia/antimateria è nettamente superiore alle altre fonti di propulsione, il rapporto tra peso del carburante e spinta prodotta è estremamente vantaggioso. In effetti, l'energia contenuta in pochi grammi di antimateria è sufficiente a portare una piccola navicella spaziale sulla luna.