USS SELEYA

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DARK FRONTIERS - GDR BY CHAT

Avete mai guardato un episodio di Star Trek desiderando di essere lì, sulla plancia dell'Enterprise, con la vostra divisa indosso (e sì, magari pure magre, ben truccate e pettinate senza sforzo alcuno) a manovrare il timone dell'ammiraglia della Flotta? O nella sala mensa della Voyager a gustare un manicaretto di Neelix, gettando di tanto in tanto un'occhiatina a Sette di Nove? Io sì (tranne per la parte riguardante Sette di Nove). Così , in un caldo pomeriggio di sei anni fa, dopo aver terminato l'ennesimo racconto a tema, mi sono chiesta se non ci fosse un modo per "entrare" nella serie. Con mio grande stupore l'ho trovato dopo circa trenta secondi di ricerca. È iniziata così la mia tragicomica avventura nel mondo del GdR e, precisamente, del GdR by chat.

La particolarità dei Giochi di Ruolo è sicuramente la meccanica. Si può declinare in una quantità quasi infinita di varianti con diversi metodi di interazione, a partire dai 4 giocatori attorno ad un tavolo fino alla comunicazione via mail, e sistemi di regole interne più o meno complessi. Tutte le varianti hanno però in comune un fattore: l'interpretazione.
Il gioco prevede infatti che ogni giocatore crei, sviluppi e muova un personaggio giocante (pg) all'interno di un'ambientazione di partenza che verrà costruita man mano attraverso l'interazione di tutti i partecipanti. La storia di fondo viene creata e portata avanti dai master, giocatori che si assumono l'incarico di narratori. Sullo sfondo della trama principale i pg si muovono come attori, sviluppando sia le proprie storie personali che gli eventi globali, plasmando e intrecciando le trame grazie alle loro azioni.
In un GdR by chat tutto questo avviene in tempo reale tramite un sistema, appunto, di chat in cui ogni player, seguendo una serie di semplici regole, interpreta il proprio pg descrivendone per iscritto azioni e parole. Il risultato è una sorta di racconto a più mani che può descrivere di tutto, dalla riparazione di un replicatore, ad una battaglia in plancia, ad un semplice drink al bar di prora.
Il gioco si svolge completamente online, per cui non è necessario alcun programma particolare, bastano un browser ed una connessione a internet.

È un genere di gioco che si odia o si ama. Io me ne sono innamorata e nel corso della mia, ancora breve, vita ludica in questo settore ho provato e frequentato vari giochi.
Attualmente e da circa quattro anni, sono impegnata in un GdR ad ambientazione trek: Dark Frontiers.
Il progetto è nato un anno prima del mio arrivo grazie alla fantasiosa (leggasi pure perversa) mente del nostro gestore, Ezio. Il filone principale è ambientato nel 2406, ovvero vent'anni circa dopo gli eventi di Nemesis, e segue le gesta dell'equipaggio della USS Odissey, progetto sperimentale della Flotta e nave all'avanguardia (e forse per questo sfigatissima e regolarmente implicata in ogni genere di situazioni affascinanti, rischiose e, di solito, potenzialmente letali) a bordo della quale i nostri pg tessono le loro trame. La storyline utilizzata come base per colmare i vent'anni di storia mancante è quella di Star Trek Online e comprende fatti come l'unione di Bajor alla Federazione e la nascita dei nuovi Stati Romulani (nonché alcuni nuovi giocattolini tecnologici), ma i detrattori del genere possono stare tranquilli: le somiglianze con il noto videogioco si fermano qui.

La maggior parte dei pg che entra in questo nostro piccolo mondo interpreta inizialmente un sottufficiale, per la precisione una recluta, che, avendo alle spalle un'istruzione universitaria e arruolatosi nella Flotta Stellare (e probabilmente non essendo del tutto sano di mente), viene assegnato alla USS Odissey, orgoglio della Federazione (qualcuno a bordo sostiene che finiamo sempre nelle situazioni peggiori perché più che l'orgoglio della Flotta siamo qualcuno di cui cercano di liberarsi: ovviamente sono solo calunnie e maldicenze). Da qui comincia il percorso del nostro eroe, che verrà addestrato in loco e potrà via via crescere di grado e competenze fino a raggiungere gli ambiti ruoli di ufficiale, il comando della propria sezione... o, chissà, dell'intero vascello.
A livello pratico, il malcapitat... cioè... la new entry della nostra famiglia si troverà invece di fronte un'interfaccia da cui potrà accedere, oltre che alle chat di gioco, a diversi strumenti di comune utilizzo in gioco: comunicatore, consolle di plancia, D-Padd, accesso al database e vari altri fra cui la chat off, adibita, oltre che all'organizzazione e all'aiuto, ad una fra le attività preferite di una piccola comunità di gioco come la nostra: la chiacchiera.
Il GdR è un gioco comunitario per eccellenza e nel corso del tempo siamo riusciti a dare a Dark Frontiers l'impronta di un piccolo gruppo di amici che condividono un hobby. Un hobby, non un lavoro. Molti temono, entrando in un GdR, di non avere sufficiente tempo da dedicargli. Il lavoro, la famiglia, gli impegni. Ma non c'è un monte ore minimo da rispettare. Basta la voglia di giocare.
Mal che vada, il vostro pg morirà in modo orrendo e sanguinoso alla prima occasione, ma tanto si tratta di un rischio che correreste comun... come? Non dovevo parlare dei master carogna? Ah, capisco, spavento le persone. Ok. Ops.

Master carogna a parte, l'unico rischio, dopo aver giocato, sarà di non riuscire più a guardare gli episodi della serie con gli stessi occhi. Perché?
Perché quando sullo schermo l'ingegnere di turno riparerà un replicatore danneggiato, il vostro primo pensiero sarà inevitabilmente: "Mmm... io l'avrei fatto meglio."

Per chi volesse fare un salto a trovarci: www.dark-frontiers.net.

Miranda Daugherty-Bhrel

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