USS SELEYA

Legislazione UFP
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Costituzione della Unione Europea

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(segue) PARTE III - LE POLITICHE E IL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE
TITOLO III POLITICHE E AZIONI INTERNE
CAPO III - POLITICHE IN ALTRI SETTORI


SEZIONE 7 – TRASPORTI

Articolo III-122

  1. Gli obiettivi della Costituzione sono perseguiti per quanto riguarda la materia disciplinata dal presente titolo‚ nel quadro di una politica comune dei trasporti.
  2. La legge o la legge quadro Europea applica il paragrafo 1 tenendo conto degli aspetti peculiari dei trasporti. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale.
    La legge o la legge quadro Europea stabilisce:
    1. norme comuni applicabili ai trasporti internazionali in partenza dal territorio di uno Stato membro o a destinazione di questo‚ o in transito sul territorio di uno o più Stati membri;
    2. le condizioni per l'ammissione di vettori non residenti ai trasporti nazionali in uno Stato membro;
    3. le misure atte a migliorare la sicurezza dei trasporti;
    4. ogni altra misura utile.
  3. All’atto dell’adozione della legge o della legge quadro Europea di cui al paragrafo 2, si tiene conto dei casi in cui la sua applicazione rischi di pregiudicare gravemente il tenore di vita e l'occupazione in talune regioni‚ come pure l'uso delle attrezzature relative ai trasporti.

Articolo III-123

Fino a che non sia adottata la legge o la legge quadro Europea di cui all'articolo III-122‚ primo comma e salvo che il Consiglio adotti all'unanimità una decisione Europea che conceda una deroga‚ nessuno Stato membro può rendere meno favorevoli‚ negli effetti diretti o indiretti nei confronti dei vettori degli altri Stati membri rispetto ai vettori nazionali‚ le varie disposizioni che disciplinano la materia al 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, alla data dell'adesione.

Articolo III-124

Sono compatibili con la Costituzione gli aiuti richiesti dalle necessità del coordinamento dei trasporti ovvero corrispondenti al rimborso di talune servitù inerenti alla nozione di pubblico servizio.

Articolo III-125

Qualsiasi misura in materia di prezzi e condizioni di trasporto‚ adottata nell'ambito della Costituzione, deve tener conto della situazione economica dei vettori.

Articolo III-126

  1. Nel traffico interno dell'Unione sono vietate le discriminazioni consistenti nell'applicazione‚ da parte di un vettore‚ di prezzi e condizioni di trasporto differenti per le stesse merci e per le stesse relazioni di traffico e fondate sullo Stato membro di origine o di destinazione dei prodotti trasportati.
  2. Il paragrafo 1 non esclude che altre leggi o leggi quadro Europee possano essere adottate in applicazione dell'articolo III-122, primo comma.
  3. Il Consiglio‚ su proposta della Commissione, adotta regolamenti Europei o decisioni Europee intesi a garantire l'attuazione del paragrafo 1. Delibera previa consultazione del Parlamento Europeo e del Comitato economico e sociale.
    Può adottare in particolare i regolamenti Europei e le decisioni Europee necessari a permettere alle istituzioni di controllare l'osservanza della norma enunciata dal paragrafo 1 e ad assicurarne l'intero beneficio agli utenti.
  4. La Commissione‚ di propria iniziativa o a richiesta di uno Stato membro‚ esamina i casi di discriminazioni contemplati dal paragrafo 1 e‚ dopo aver consultato ogni Stato membro interessato‚ adotta‚ nel quadro dei regolamenti Europei e delle decisioni Europee di cui al paragrafo 3, le necessarie decisioni Europee.

Articolo III-127

  1. È fatto divieto a uno Stato membro di imporre ai trasporti effettuati all'interno dell'Unione l'applicazione di prezzi e condizioni che comportino qualsiasi elemento di sostegno o di protezione nell'interesse di una o più imprese o industrie particolari‚ salvo quando tale applicazione sia autorizzata da una decisione Europea della Commissione.
  2. La Commissione‚ di sua iniziativa o a richiesta di uno Stato membro‚ esamina i prezzi e le condizioni di cui al paragrafo 1‚ avendo particolare riguardo‚ da una parte‚ alle esigenze di una politica economica regionale adeguata‚ alle necessità delle regioni sottosviluppate e ai problemi delle regioni che abbiano gravemente risentito di circostanze politiche e, d'altra parte, all'incidenza di tali prezzi e condizioni sulla concorrenza tra i modi di trasporto.
    Dopo aver consultato tutti gli Stati membri interessati‚ la Commissione adotta le necessarie decisioni Europee.
  3. Il divieto di cui al paragrafo 1 non si applica alle tariffe concorrenziali.

Articolo III-128

Le tasse o canoni che‚ a prescindere dai prezzi di trasporto‚ sono percepiti da un vettore al passaggio delle frontiere non debbono superare un livello ragionevole‚ avuto riguardo alle spese reali effettivamente determinate dal passaggio stesso.
Gli Stati membri procurano di ridurre le spese in questione.
La Commissione può rivolgere raccomandazioni agli Stati membri ai fini dell'applicazione del presente articolo.

Articolo III-129

Le disposizioni della presente sezione non ostano alle misure adottate nella Repubblica Federale di Germania‚ sempre che tali misure siano necessarie a compensare gli svantaggi economici cagionati dalla divisione della Germania all'economia di talune regioni della Repubblica Federale che hanno risentito di tale divisione. Cinque anni dopo l'entrata in vigore del trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa, il Consiglio, deliberando su proposta della Commissione, può adottare una decisione Europea che abroga il presente articolo.

Articolo III-130

Presso la Commissione è istituito un comitato a carattere consultivo‚ composto di esperti designati dai governi degli Stati membri. La Commissione lo consulta in materia di trasporti‚ ogni qualvolta lo ritenga utile.

Articolo III-131

  1. La presente sezione si applica ai trasporti ferroviari‚ su strada e per vie navigabili.
  2. La legge o la legge quadro Europea può stabilire le opportune misure per la navigazione marittima e aerea. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale.

SEZIONE 8 - RETI TRANSEUROPEE

Articolo III-132

  1. Per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di cui agli articoli III-16 e III-106 e per consentire ai cittadini dell'Unione‚ agli operatori economici e alle collettività regionali e locali di beneficiare pienamente dei vantaggi derivanti dall'instaurazione di uno spazio senza frontiere interne‚ l'Unione concorre alla costituzione e allo sviluppo di reti transEuropee nei settori delle infrastrutture dei trasporti‚ delle telecomunicazioni e dell'energia.
  2. Nel quadro di un sistema di mercati aperti e concorrenziali‚ l'azione dell'Unione mira a favorire l'interconnessione e l'interoperabilità delle reti nazionali e l'accesso a tali reti. Tiene conto in particolare della necessità di collegare alle regioni centrali dell'Unione le regioni insulari‚ prive di sbocchi al mare e periferiche.

Articolo III-133

  1. Per conseguire gli obiettivi di cui all'articolo III-132‚ l'Unione:
    1. stabilisce un insieme di orientamenti che contemplino gli obiettivi‚ le priorità e le linee principali delle azioni previste nel settore delle reti transEuropee; in detti orientamenti sono individuati progetti di interesse comune;
    2. intraprende ogni azione che si riveli necessaria per garantire l'interoperabilità delle reti‚ in particolare nel campo dell'armonizzazione delle norme tecniche;
    3. può appoggiare progetti di interesse comune sostenuti dagli Stati membri, individuati nell'ambito degli orientamenti di cui alla lettera a)‚ in particolare mediante studi di fattibilità‚ garanzie di prestito o abbuoni di interesse; l'Unione può altresì contribuire al finanziamento negli Stati membri‚ mediante il Fondo di coesione, di progetti specifici nel settore delle infrastrutture dei trasporti.
    L'azione dell'Unione tiene conto della potenziale validità economica dei progetti.
  2. La legge o la legge quadro Europea stabilisce gli orientamenti e le altre misure di cui al paragrafo 1. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale.
    Gli orientamenti e i progetti di interesse comune che riguardano il territorio di uno Stato membro esigono l'accordo dello Stato membro interessato.
  3. Gli Stati membri coordinano tra loro‚ in collegamento con la Commissione‚ le politiche svolte a livello nazionale che possono avere un impatto rilevante sulla realizzazione degli obiettivi di cui all'articolo III-132. La Commissione può prendere‚ in stretta collaborazione con gli Stati membri‚ qualsiasi iniziativa utile per favorire detto coordinamento.
  4. L'Unione può cooperare con i paesi terzi per promuovere progetti di interesse comune e garantire l'interoperabilità delle reti.
 

SEZIONE 9 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E SPAZIO

Articolo III-134

  1. L’azione dell’Unione mira a rafforzare le sue basi scientifiche e tecnologiche con la realizzazione di uno spazio Europeo della ricerca nel quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente, a favorire lo sviluppo della sua competitività, inclusa quella della sua industria, e a promuovere le azioni di ricerca ritenute necessarie ai sensi di altri capi della Costituzione.
  2. A tal fine incoraggia nell'insieme dell'Unione le imprese‚ comprese le piccole e le medie imprese‚ i centri di ricerca e le università nei loro sforzi di ricerca e di sviluppo tecnologico di alta qualità; sostiene i loro sforzi di cooperazione‚ mirando soprattutto a permettere ai ricercatori di cooperare liberamente oltre le frontiere e alle imprese di sfruttare le potenzialità del mercato interno grazie‚ in particolare‚ all'apertura degli appalti pubblici nazionali‚ alla definizione di norme comuni ed all'eliminazione degli ostacoli giuridici e fiscali a detta cooperazione.
  3. Tutte le azioni dell'Unione nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico, comprese le azioni dimostrative‚ sono decise e realizzate conformemente alla presente sezione.

Articolo III-135

Nel perseguire gli obiettivi di cui all'articolo III-134‚ l'Unione svolge le azioni seguenti‚ che integrano quelle intraprese dagli Stati membri:

  1. attuazione di programmi di ricerca‚ sviluppo tecnologico e dimostrazione‚ promuovendo la cooperazione con e tra le imprese‚ i centri di ricerca e le università;
  2. promozione della cooperazione in materia di ricerca‚ sviluppo tecnologico e dimostrazione dell'Unione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali;
  3. diffusione e valorizzazione dei risultati delle attività in materia di ricerca‚ sviluppo tecnologico e dimostrazione dell'Unione;
  4. impulso alla formazione e alla mobilità dei ricercatori dell'Unione.

Articolo III-136

  1. L'Unione e gli Stati membri coordinano la loro azione in materia di ricerca e sviluppo tecnologico per garantire la coerenza reciproca delle politiche nazionali e della politica dell'Unione.
  2. La Commissione‚ in stretta collaborazione con gli Stati membri‚ può prendere ogni iniziativa utile a promuovere il coordinamento di cui al paragrafo 1, in particolare iniziative finalizzate alla definizione di orientamenti e indicatori, all'organizzazione di scambi di migliori pratiche e alla preparazione di elementi necessari per il controllo e la valutazione periodici. Il Parlamento Europeo è pienamente informato.

Articolo III-137

  1. La legge Europea stabilisce il programma quadro pluriennale che comprende l'insieme delle azioni finanziate dall'Unione. È adottata previa consultazione del Comitato economico e sociale.
    Il programma quadro:
    1. fissa gli obiettivi scientifici e tecnologici da realizzare mediante le azioni previste all'articolo III-135 e le relative priorità;
    2. indica le grandi linee di dette azioni;
    3. stabilisce l'importo globale massimo e le modalità della partecipazione finanziaria dell'Unione al programma quadro e le quote rispettive di ciascuna delle azioni previste.
  2. Il programma quadro viene adattato o completato in funzione dell'evoluzione della situazione.
  3. Una legge Europea del Consiglio stabilisce i programmi specifici che mettono in atto il programma quadro nell'ambito di ciascuna azione. Ogni programma specifico precisa le modalità di realizzazione del medesimo‚ ne fissa la durata e prevede i mezzi ritenuti necessari. La somma degli importi ritenuti necessari‚ fissati dai programmi specifici‚ non può superare l'importo globale massimo fissato per il programma quadro e per ciascuna azione. Detta legge è adottata previa consultazione del Parlamento Europeo e del Comitato economico e sociale.
  4. A integrazione delle azioni previste dal programma quadro pluriennale, una legge Europea stabilisce le misure necessarie all'attuazione dello spazio Europeo della ricerca. Detta legge è adottata previa consultazione del Parlamento Europeo e del Comitato economico e sociale.

Articolo III-138

  1. Per l'attuazione del programma quadro pluriennale‚ la legge o la legge quadro Europea stabilisce:
    1. le norme per la partecipazione delle imprese‚ dei centri di ricerca e delle università;
    2. le norme applicabili alla divulgazione dei risultati della ricerca.
    La legge o la legge quadro Europea è adottata previa consultazione del Comitato economico e sociale.
  2. Nell'attuazione del programma quadro pluriennale, la legge Europea può stabilire programmi complementari cui partecipano soltanto alcuni Stati membri che ne assicurano il finanziamento‚ fatta salva un'eventuale partecipazione dell'Unione.
    Detta legge stabilisce le norme applicabili ai programmi complementari‚ in particolare in materia di divulgazione delle conoscenze e di accesso di altri Stati membri. È adottata previa consultazione del Comitato economico e sociale e con l'accordo degli Stati membri interessati.
  3. Nell'attuazione del programma quadro pluriennale la legge Europea può prevedere‚ d'intesa con gli Stati membri interessati‚ la partecipazione a programmi di ricerca e sviluppo avviati da più Stati membri‚ compresa la partecipazione alle strutture instaurate per l'esecuzione di detti programmi.
    Detta legge è adottata previa consultazione del Comitato economico e sociale.
  4. Nell'attuazione del programma quadro pluriennale l'Unione può prevedere una cooperazione in materia di ricerca‚ sviluppo tecnologico e dimostrazione dell'Unione con paesi terzi o organizzazioni internazionali.
    Le modalità di questa cooperazione possono formare oggetto di accordi tra l'Unione e i terzi interessati.

Articolo III-139

Il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare regolamenti Europei o decisioni Europee diretti a creare imprese comuni o qualsiasi altra struttura necessaria alla migliore esecuzione dei programmi di ricerca‚ sviluppo tecnologico e dimostrazione dell'Unione. Delibera previa consultazione del Parlamento Europeo e del Comitato economico e sociale.

Articolo III-140

  1. Per favorire il progresso tecnico e scientifico, la competitività industriale e l'attuazione delle sue politiche, l'Unione elabora una politica spaziale Europea. A tal fine può promuovere iniziative comuni, sostenere la ricerca e lo sviluppo tecnologico e coordinare gli sforzi necessari per l'esplorazione e l'utilizzo dello spazio.
  2. Per contribuire alla realizzazione degli obiettivi del paragrafo 1 la legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure necessarie che possono assumere la forma di un programma spaziale Europeo.
  3. L'Unione instaura tutti i collegamenti utili con l'Agenzia Spaziale Europea.

Articolo III-141

All'inizio di ogni anno la Commissione presenta una relazione al Parlamento Europeo e al Consiglio.
Detta relazione verte in particolare sulle attività svolte in materia di ricerca, di sviluppo tecnologico e di divulgazione dei risultati durante l'anno precedente e sul programma di lavoro dell'anno in corso.

 

SEZIONE 10 - ENERGIA

Articolo III-142

  1. Nel quadro della realizzazione del mercato interno e tenendo conto dell'esigenza di preservare e migliorare l'ambiente, la politica dell'Unione nel settore dell'energia è intesa a:
    1. garantire il funzionamento del mercato dell'energia;
    2. garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico nell'Unione;
    3. promuovere il risparmio energetico, l'efficienza energetica e lo sviluppo di energie nuove e rinnovabili.
  2. Fatte salve le altre disposizioni della Costituzione, la legge o legge quadro Europea stabilisce misure per conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale.
  3. Detta legge o legge quadro non incide sul diritto di uno Stato membro di determinare le condizioni di utilizzo delle sue fonti energetiche, la scelta tra varie fonti energetiche e la struttura generale del suo approvvigionamento energetico, fatto salvo l'articolo III-120, paragrafo 2, lettera c).
  4. In deroga al paragrafo 2, una legge o legge quadro Europea del Consiglio stabilisce le misure ivi contemplate se sono principalmente di natura fiscale. Il Consiglio delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento Europeo.
 
 

CAPO IV
SPAZIO DI LIBERTÀ, SICUREZZA E GIUSTIZIA

SEZIONE 1 - DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo III-143

  1. L'Unione realizza uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia nel rispetto dei diritti fondamentali nonché delle diverse tradizioni e dei diversi ordinamenti giuridici degli Stati membri .
  2. Garantisce che non vi siano controlli sulle persone alle frontiere interne e sviluppa una politica comune in materia di asilo, immigrazione e controllo delle frontiere esterne, fondata sulla solidarietà tra Stati membri ed equa nei confronti dei cittadini dei paesi terzi. Ai fini del presente capo gli apolidi sono equiparati ai cittadini dei paesi terzi.
  3. L'Unione si adopera per garantire un livello elevato di sicurezza attraverso misure di prevenzione e di contrasto della criminalità e del razzismo e della xenofobia, misure di coordinamento e cooperazione tra forze di polizia e autorità giudiziarie e le altre autorità competenti, nonché attraverso il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie penali e, se necessario, il ravvicinamento delle legislazioni penali.
  4. L'Unione facilita l'accesso alla giustizia, segnatamente attraverso il principio di riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie ed extragiudiziali in materia civile.

Articolo III-144

Il Consiglio Europeo definisce gli orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

Articolo III-145

Per quanto riguarda le proposte e le iniziative legislative presentate nel quadro delle sezioni 4 e 5 del presente capo, i parlamenti nazionali degli Stati membri vigilano sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo le modalità particolari previste dal protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità.

Articolo III-146

Fatti salvi gli articoli da III-246 a III-248, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare regolamenti Europei o decisioni Europee che definiscono le modalità secondo le quali gli Stati membri, in collaborazione con la Commissione, procedono a una valutazione oggettiva e imparziale dell'attuazione, da parte delle autorità degli Stati membri, delle politiche dell'Unione di cui al presente capo, in particolare al fine di favorire la piena applicazione del principio di riconoscimento reciproco. Il Parlamento Europeo e i parlamenti nazionali degli Stati membri sono informati dei contenuti e dei risultati di tale valutazione.

Articolo III-147

È istituito in seno al Consiglio un comitato permanente al fine di assicurare all'interno dell'Unione la promozione e il rafforzamento della cooperazione operativa in materia di sicurezza interna. Fatto salvo l'articolo III-247, esso favorisce il coordinamento dell'azione delle autorità competenti degli Stati membri. I rappresentanti degli organi e degli organismi interessati dell'Unione possono essere associati ai lavori del comitato. Il Parlamento Europeo e i parlamenti nazionali degli Stati membri sono tenuti informati dei lavori.

Articolo III-148

Il presente capo non osta all'esercizio delle responsabilità incombenti agli Stati membri per il mantenimento dell'ordine pubblico e la salvaguardia della sicurezza interna.

Articolo III-149

Il Consiglio adotta regolamenti Europei al fine di assicurare la cooperazione amministrativa tra i servizi competenti degli Stati membri nei settori di cui al presente capo e fra tali servizi e la Commissione. Delibera su proposta della Commissione, fatto salvo l'articolo III-150, e previa consultazione del Parlamento Europeo.

Articolo III-150

Gli atti di cui alle sezioni 4 e 5 del presente capo ed i regolamenti Europei di cui all'articolo III-149 che assicurano la cooperazione amministrativa nei settori di cui a tali sezioni sono adottati:

  1. su proposta della Commissione, oppure
  2. su iniziativa di un quarto degli Stati membri.
 

SEZIONE 2 - POLITICHE RELATIVE AI CONTROLLI ALLE FRONTIERE, ALL'ASILO E ALL'IMMIGRAZIONE

Articolo III-151

  1. L'Unione sviluppa una politica volta a:
    1. garantire che non vi siano controlli sulle persone, a prescindere dalla cittadinanza, all'atto dell'attraversamento delle frontiere interne;
    2. garantire il controllo delle persone e la sorveglianza efficace dell'attraversamento delle frontiere esterne;
    3. instaurare progressivamente un sistema integrato di gestione delle frontiere esterne.
  2. A tal fine, la legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure riguardanti:
    1. la politica comune dei visti e di altri titoli di soggiorno di breve durata;
    2. i controlli ai quali sono sottoposte le persone che attraversano le frontiere esterne;
    3. le condizioni alle quali i cittadini dei paesi terzi possono circolare liberamente nell'Unione per un breve periodo;
    4. qualsiasi misura necessaria per l'istituzione progressiva di un sistema integrato di gestione delle frontiere esterne;
    5. l'assenza di controllo sulle persone, a prescindere dalla loro cittadinanza, all'atto dell'attraversamento delle frontiere interne.
  3. Il presente articolo lascia impregiudicata la competenza degli Stati membri riguardo alla delimitazione geografica delle rispettive frontiere, conformemente al diritto internazionale.

Articolo III-152

  1. L'Unione sviluppa una politica comune in materia di asilo, di protezione sussidiaria e di protezione temporanea, volta a offrire uno status appropriato a qualsiasi cittadino di un paese terzo che necessita di protezione internazionale e a garantire il rispetto del principio di non-refoulement.
    Detta politica deve essere conforme alla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e al protocollo del 31 gennaio 1967 relativi allo status dei rifugiati e agli altri trattati pertinenti.
  2. A tal fine, la legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure relative a un sistema Europeo comune di asilo che includa:
    1. uno status uniforme in materia di asilo a favore di cittadini di paesi terzi, valido in tutta l'Unione;
    2. uno status uniforme in materia di protezione sussidiaria per i cittadini di paesi terzi che, pur senza il beneficio dell'asilo Europeo, necessitano di protezione internazionale;
    3. un sistema comune volto alla protezione temporanea degli sfollati in caso di afflusso massiccio;
    4. procedure comuni per la concessione e la revoca dello status uniforme in materia di asilo o di protezione sussidiaria;
    5. criteri e meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda d'asilo o di protezione sussidiaria;
    6. norme concernenti le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo o protezione sussidiaria;
    7. il partenariato e la cooperazione con paesi terzi per gestire i flussi di richiedenti asilo o protezione sussidiaria o temporanea.
  3. Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare regolamenti Europei o decisioni Europee che comportano misure temporanee a beneficio degli Stati membri interessati. Delibera previa consultazione del Parlamento Europeo.

Articolo III-153

  1. L'Unione sviluppa una politica comune dell'immigrazione intesa ad assicurare, in ogni fase, la gestione efficace dei flussi migratori, l'equo trattamento dei cittadini dei paesi terzi che soggiornano legalmente negli Stati membri e l'intensificazione della prevenzione e del contrasto dell'immigrazione clandestina e della tratta di esseri umani.
  2. A tal fine, la legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure nei seguenti settori :
    1. condizioni di ingresso e soggiorno e norme sul rilascio da parte degli Stati membri di visti e di titoli di soggiorno di lunga durata, compresi quelli rilasciati a scopo di ricongiungimento familiare;
    2. definizione dei diritti dei cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente in uno Stato membro, comprese le condizioni che disciplinano la libertà di circolazione e di soggiorno negli altri Stati membri;
    3. immigrazione e soggiorno irregolari, compresi l'allontanamento e il rimpatrio delle persone in soggiorno irregolare;
    4. lotta contro la tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini.
  3. L'Unione può concludere con i paesi terzi accordi ai fini della riammissione, nei paesi di origine o di provenienza, di cittadini di paesi terzi che non soddisfano o non soddisfano più le condizioni per l'ingresso, la presenza o il soggiorno nel territorio di uno degli Stati membri.
  4. La legge o la legge quadro Europea può stabilire misure volte a incentivare e sostenere l'azione degli Stati membri al fine di favorire l'integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti nel loro territorio, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri.
  5. Il presente articolo non incide sul diritto degli Stati membri di determinare il volume di ingresso nel loro territorio dei cittadini di paesi terzi provenienti da paesi terzi allo scopo di cercarvi un lavoro subordinato o autonomo.

Articolo III-154

Le politiche dell'Unione di cui alla presente sezione e la loro attuazione sono governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario. Ogniqualvolta necessario, gli atti dell'Unione adottati in virtù della presente sezione contengono misure appropriate ai fini dell'applicazione di tale principio.

 

SEZIONE 3 - COOPERAZIONE GIUDIZIARIA IN MATERIA CIVILE

Articolo III-155

  1. L'Unione sviluppa una cooperazione giudiziaria nelle materie civili con implicazioni transnazionali, fondata sul principio di riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie e extragiudiziali. Tale cooperazione può includere l'adozione di misure intese a ravvicinare le disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri.
  2. A tal fine la legge o la legge quadro Europea stabilisce, segnatamente se necessario al buon funzionamento del mercato interno, misure volte a garantire:
    1. il riconoscimento reciproco tra gli Stati membri delle decisioni giudiziarie ed extragiudiziali e la loro esecuzione;
    2. la notificazione transnazionale degli atti giudiziari ed extragiudiziali;
    3. la compatibilità delle regole applicabili negli Stati membri ai conflitti di leggi e di competenza;
    4. la cooperazione nell'assunzione dei mezzi di prova;
    5. un accesso effettivo alla giustizia;
    6. l'eliminazione degli ostacoli al corretto svolgimento dei procedimenti civili, se necessario promuovendo la compatibilità delle norme di procedura civile applicabili negli Stati membri;
    7. lo sviluppo di metodi alternativi per la risoluzione delle controversie;
    8. un sostegno alla formazione dei magistrati e degli operatori giudiziari.
  3. In deroga al paragrafo 2, le misure relative al diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali sono stabilite da una legge o una legge quadro Europea del Consiglio, che delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento Europeo.
    Il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare una decisione Europea che determina gli aspetti del diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali e che potrebbero formare oggetto di atti adottati secondo la procedura legislativa ordinaria. Delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento Europeo.
 

SEZIONE 4 - COOPERAZIONE GIUDIZIARIA IN MATERIA PENALE

Articolo III-156

  1. La cooperazione giudiziaria in materia penale nell'Unione è fondata sul principio di riconoscimento reciproco delle sentenze e delle decisioni giudiziarie e include il ravvicinamento delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri nei settori di cui al paragrafo 2 e all'articolo III-157.
    La legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure intese a:
    1. definire norme e procedure per assicurare il riconoscimento in tutta l'Unione di tutte le forme di sentenza e di decisione giudiziaria;
    2. prevenire e risolvere i conflitti di competenza tra gli Stati membri;
    3. favorire la formazione dei magistrati e degli operatori giudiziari;
    4. acilitare la cooperazione tra le autorità giudiziarie o autorità omologhe degli Stati membri in relazione all'azione penale e all'esecuzione delle decisioni.
  2. Laddove necessario per facilitare il riconoscimento reciproco delle sentenze e delle decisioni giudiziarie e la cooperazione di polizia e giudiziaria nelle materie penali aventi dimensione transnazionale, la legge quadro Europea può stabilire norme minime. Queste tengono conto delle differenze tra le tradizioni e gli ordinamenti giuridici degli Stati membri.
    Esse riguardano:
    1. l'ammissibilità reciproca delle prove tra gli Stati membri;
    2. i diritti della persona nella procedura penale;
    3. i diritti delle vittime della criminalità;
    4. altri elementi specifici della procedura penale, individuati dal Consiglio in via preliminare mediante una decisione Europea; per adottare tale decisione il Consiglio delibera all'unanimità previa approvazione del Parlamento Europeo.
    L'adozione delle norme minime di cui al presente paragrafo non impedisce agli Stati membri di mantenere o introdurre un livello più elevato di tutela delle persone.
  3. Qualora un membro del Consiglio ritenga che un progetto di legge quadro Europea di cui al paragrafo 2 incida su aspetti fondamentali del suo ordinamento giudiziario penale, può chiedere che il progetto di legge quadro sia sottoposto al Consiglio Europeo. In tal caso, la procedura di cui all'articolo III-282 è sospesa. Previa discussione ed entro quattro mesi da tale sospensione il Consiglio Europeo:
    1. rinvia il progetto al Consiglio, il che pone fine alla sospensione della procedura di cui all'articolo III-282, oppure
    2. chiede alla Commissione o al gruppo di Stati membri all'origine del progetto di legge quadro di presentare un nuovo progetto; in tal caso, l'atto inizialmente proposto si considera non adottato.
  4. Se entro la fine del periodo di cui al paragrafo 3 il Consiglio Europeo non ha preso nessuna iniziativa o se, entro 12 mesi dalla presentazione di un nuovo progetto ai sensi del paragrafo 3, lettera b), la legge quadro Europea non è stata adottata, ed almeno un terzo degli Stati membri desidera istituire una cooperazione rafforzata sulla base del progetto di legge quadro in questione, essi ne informano il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione.
    In tal caso l'autorizzazione a procedere alla cooperazione rafforzata di cui all'articolo I-40, paragrafo 2 e all'articolo III-305, paragrafo 1 si considera concessa e si applicano le disposizioni sulla cooperazione rafforzata.

Articolo III-157

  1. La legge quadro Europea può stabilire norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni in sfere di criminalità particolarmente grave che presentano una dimensione transnazionale derivante dal carattere o dalle implicazioni di tali reati o da una particolare necessità di combatterli su basi comuni.
    Dette sfere di criminalità sono le seguenti: terrorismo, tratta di esseri umani e sfruttamento sessuale delle donne e dei minori, traffico illecito di stupefacenti, traffico illecito di armi, riciclaggio di capitali, corruzione, contraffazione di mezzi di pagamento, criminalità informatica e criminalità organizzata.
    In funzione dell'evoluzione della criminalità, il Consiglio può adottare una decisione Europea che individua altre sfere di criminalità che rispondono ai criteri di cui al presente paragrafo. Delibera all'unanimità previa approvazione del Parlamento Europeo.
  2. Allorché il ravvicinamento delle norme di diritto penale si rivela indispensabile per garantire l'attuazione efficace di una politica dell'Unione in un settore che è stato oggetto di misure di armonizzazione, la legge quadro Europea può stabilire norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni nel settore in questione. Tale legge quadro è adottata secondo la stessa procedura utilizzata per l'adozione delle misure di armonizzazione in questione, fatto salvo l'articolo III-150.
  3. Qualora un membro del Consiglio ritenga che un progetto di legge quadro Europea di cui al paragrafo 1 o 2 incida su aspetti fondamentali del suo ordinamento giudiziario penale, può chiedere che il progetto di legge quadro sia sottoposto al Consiglio Europeo. In tal caso, quando applicabile, la procedura di cui all'articolo III-282 è sospesa. Previa discussione ed entro quattro mesi da tale sospensione, il Consiglio Europeo:
    1. rinvia il progetto al Consiglio, il che pone fine alla sospensione della procedura di cui all'articolo III-282, qualora applicabile, oppure
    2. chiede alla Commissione o al gruppo di Stati membri all'origine del progetto di legge quadro di presentare un nuovo progetto; in tal caso, l'atto inizialmente proposto si considera non adottato.
  4. Se entro la fine del periodo di cui al paragrafo 3 il Consiglio Europeo non ha preso nessuna iniziativa o se, entro 12 mesi dalla presentazione di un nuovo progetto ai sensi del paragrafo 3, lettera b), la legge quadro Europea non è stata adottata, ed almeno un terzo degli Stati membri desidera istituire una cooperazione rafforzata sulla base del progetto di legge quadro in questione, essi ne informano il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione.
    In tal caso l'autorizzazione a procedere alla cooperazione rafforzata di cui all'articolo I-45, paragrafo 2 e all'articolo III-305, paragrafo 1 si considera concessa e si applicano le disposizioni sulla cooperazione rafforzata.

Articolo III-158

La legge o la legge quadro Europea può stabilire misure per incentivare e sostenere l'azione degli Stati membri nel campo della prevenzione della criminalità. Tali misure non possono comportare il ravvicinamento delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri.

Articolo III-159

  1. L'Eurojust ha il compito di sostenere e potenziare il coordinamento e la cooperazione tra le autorità nazionali responsabili delle indagini e dell'azione penale contro la criminalità grave che interessa due o più Stati membri o che richiede un'azione penale su basi comuni, sulla scorta delle operazioni effettuate e delle informazioni fornite dalle autorità degli Stati membri e dall'Europol.
  2. In questo contesto la legge Europea determina la struttura, il funzionamento, la sfera d'azione e i compiti dell'Eurojust. Tali compiti possono comprendere:
    1. l'avvio di indagini penali, nonché la proposta di avvio di azioni penali esercitate dalle autorità nazionali competenti, in particolare quelle relative a reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione;
    2. il coordinamento di indagini ed azioni penali di cui alla lettera a);
    3. il potenziamento della cooperazione giudiziaria, anche attraverso la composizione dei conflitti di competenza e tramite una stretta cooperazione con la Rete giudiziaria Europea.
    4. La legge Europea fissa inoltre le modalità per associare il Parlamento Europeo e i parlamenti nazionali degli Stati membri alla valutazione delle attività dell'Eurojust.
  3. Nel contesto delle azioni penali di cui alla presente disposizione, e fatto salvo l'articolo III-175, gli atti ufficiali di procedura giudiziaria sono eseguiti dai funzionari nazionali competenti.

Articolo III-160

  1. Per combattere i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, una legge Europea del Consiglio può istituire una Procura Europea a partire dall'Eurojust. Il Consiglio delibera all'unanimità, previa approvazione del Parlamento Europeo.
  2. La Procura Europea è competente per individuare, perseguire e trarre in giudizio, eventualmente in collegamento con l'Europol, gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, quali definiti dalla legge Europea prevista nel paragrafo 1, e i loro complici; esercita l'azione penale per tali reati dinanzi agli organi giurisdizionali competenti degli Stati membri.
  3. La legge Europea di cui al paragrafo 1 stabilisce lo statuto della Procura Europea, le condizioni di esercizio delle sue funzioni, le regole procedurali applicabili alle sue attività e all'ammissibilità delle prove e le regole applicabili al controllo giurisdizionale degli atti procedurali che adotta nell'esercizio delle sue funzioni.
  4. Il Consiglio Europeo può adottare, contemporaneamente o successivamente, una decisione Europea che modifica il paragrafo 1 allo scopo di estendere le attribuzioni della Procura Europea alla lotta contro la criminalità grave che presenta una dimensione transnazionale, e che modifica, di conseguenza, il paragrafo 2 per quanto riguarda gli autori di reati gravi con ripercussioni in più Stati membri e i loro complici. Il Consiglio Europeo delibera all'unanimità previa approvazione del Parlamento Europeo e previa consultazione della Commissione.
 

SEZIONE 5 - COOPERAZIONE DI POLIZIA

Articolo III-161

  1. L'Unione sviluppa una cooperazione di polizia che associa tutte le autorità competenti degli Stati membri, compresi la polizia, le dogane e altri servizi incaricati dell'applicazione della legge specializzati nella prevenzione o nell'individuazione dei reati e nelle relative indagini.
  2. A tal fine, la legge o la legge quadro Europea può stabilire misure riguardanti:
    1. la raccolta, l'archiviazione, il trattamento, l'analisi e lo scambio delle pertinenti informazioni;
    2. un sostegno alla formazione del personale, e la cooperazione relativa allo scambio di operatori, alle attrezzature e alla ricerca in campo criminologico;
    3. le tecniche investigative comuni ai fini dell'individuazione di forme gravi di criminalità organizzata.
  3. Una legge o legge quadro Europea del Consiglio può stabilire misure riguardanti la cooperazione operativa tra le autorità di cui al presente articolo. Il Consiglio delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento Europeo.

Articolo III-162

  1. L'Europol ha il compito di sostenere e potenziare l'azione delle autorità di polizia e degli altri servizi incaricati dell'applicazione della legge degli Stati membri e la reciproca collaborazione nella prevenzione e contrasto della criminalità grave che interessa due o più Stati membri, del terrorismo e delle forme di criminalità che ledono un interesse comune oggetto di una politica dell'Unione.
  2. La legge Europea determina la struttura, il funzionamento, la sfera d'azione e i compiti dell'Europol. Tali compiti possono comprendere:
    1. la raccolta, l'archiviazione, il trattamento, l'analisi e lo scambio delle informazioni trasmesse in particolare dalle autorità degli Stati membri o di paesi o organismi terzi;
    2. il coordinamento, l'organizzazione e lo svolgimento di indagini e di azioni operative, condotte congiuntamente con le autorità competenti degli Stati membri o nel quadro di squadre investigative comuni, eventualmente in collegamento con l'Eurojust.
    La legge Europea fissa inoltre le modalità di controllo delle attività dell'Europol da parte del Parlamento Europeo cui sono associati i parlamenti nazionali degli Stati membri.
  3. Qualsiasi azione operativa dell'Europol deve essere condotta in collegamento e d'intesa con le autorità dello o degli Stati membri di cui interessa il territorio. L'applicazione di misure coercitive è di competenza esclusiva delle pertinenti autorità nazionali.

Articolo III-163

Una legge o una legge quadro Europea del Consiglio stabilisce le condizioni e i limiti entro i quali le autorità competenti degli Stati membri di cui agli articoli III-156 e III–161 possono operare nel territorio di un altro Stato membro in collegamento e d'intesa con le autorità di quest'ultimo. Il Consiglio delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento Europeo.

 
 

CAPO V
SETTORI NEI QUALI L'UNIONE PUÒ DECIDERE DI ESPLICARE UN'AZIONE DI COORDINAMENTO, DI INTEGRAZIONE O DI SOSTEGNO

SEZIONE 1 - SANITÀ PUBBLICA

Articolo III-164

  1. Nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche e attività dell'Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana.
    L'azione dell'Unione, che completa le politiche nazionali, si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all'eliminazione delle fonti di pericolo per la salute fisica e mentale. Tale azione comprende inoltre:
    1. la lotta contro i grandi flagelli - favorendo la ricerca su cause, propagazione e prevenzione - l'informazione e l'educazione in materia sanitaria;
    2. la sorveglianza, l’allarme e la lotta contro gravi minacce transfrontaliere per la salute.
    L'Unione completa l'azione degli Stati membri, comprese l'informazione e la prevenzione, volta a ridurre gli effetti nocivi per la salute umana derivanti dall'uso di stupefacenti.
  2. L'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri nei settori di cui al presente articolo e, se necessario, ne appoggia l'azione. Essa incoraggia in particolare la cooperazione tra gli Stati membri per migliorare la complementarità dei loro servizi sanitari nelle regioni di frontiera.
    Gli Stati membri coordinano tra loro, in collegamento con la Commissione, le rispettive politiche e i rispettivi programmi nei settori di cui al paragrafo 1. La Commissione può prendere, in stretto contatto con gli Stati membri, ogni iniziativa utile a promuovere detto coordinamento, in particolare iniziative finalizzate alla definizione di orientamenti e indicatori, all'organizzazione di scambi di migliori pratiche e alla preparazione di elementi necessari per il controllo e la valutazione periodici. Il Parlamento Europeo è pienamente informato.
  3. L'Unione e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti in materia di sanità pubblica.
  4. In deroga all’articolo I-13, paragrafo 5 e all’articolo I-18, lettera a) e in conformità dell'articolo I-14, paragrafo 2, lettera k), la legge o la legge quadro Europea contribuisce alla realizzazione degli obiettivi previsti dal presente articolo, stabilendo le seguenti misure per affrontare i problemi comuni di sicurezza:
    1. misure che fissino parametri elevati di qualità e sicurezza degli organi e sostanze di origine umana, del sangue e degli emoderivati; tali misure non ostano a che gli Stati membri mantengano o introducano misure protettive più rigorose;
    2. misure nei settori veterinario e fitosanitario il cui obiettivo primario sia la protezione della sanità pubblica;
    3. misure che fissino parametri elevati di qualità e sicurezza dei medicinali e dei dispositivi di impiego medico;
    4. misure concernenti la sorveglianza, l’allarme e la lotta contro gravi minacce transfrontaliere per la salute.
    La legge o la legge quadro Europea è adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale.
  5. La legge o la legge quadro Europea può anche stabilire misure di incentivazione per proteggere e migliorare la salute umana, in particolare per lottare contro i grandi flagelli che si propagano oltre frontiera, e misure il cui obiettivo diretto sia la protezione della salute umana in relazione al tabacco e all'abuso di alcol, esclusa qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale.
  6. Per i fini stabiliti dal presente articolo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può altresì adottare raccomandazioni.
  7. L'azione dell'Unione rispetta le competenze degli Stati membri per la definizione della loro politica di sanità pubblica e per l’organizzazione e la fornitura di servizi sanitari e assistenza medica.
  8. Le competenze degli Stati membri includono la gestione dei servizi sanitari e dell’assistenza medica e l’assegnazione delle risorse loro destinate. Le misure di cui al paragrafo 4, lettera a) non pregiudicano le disposizioni nazionali sulla donazione e l'impiego medico di organi e sangue.
 

SEZIONE 2 – INDUSTRIA

Articolo III-165

  1. L'Unione e gli Stati membri provvedono affinché siano assicurate le condizioni necessarie alla competitività dell'industria dell'Unione.
    A tal fine‚ nell'ambito di un sistema di mercati aperti e concorrenziali‚ la loro azione è intesa:
    1. ad accelerare l'adattamento dell'industria alle trasformazioni strutturali;
    2. a promuovere un ambiente favorevole all'iniziativa e allo sviluppo delle imprese di tutta l'Unione‚ segnatamente delle piccole e medie imprese;
    3. a promuovere un ambiente favorevole alla cooperazione tra imprese;
    4. a favorire un migliore sfruttamento del potenziale industriale delle politiche d'innovazione‚ di ricerca e di sviluppo tecnologico.
  2. Gli Stati membri si consultano reciprocamente in collegamento con la Commissione e‚ per quanto è necessario‚ coordinano le loro azioni. La Commissione può prendere ogni iniziativa utile a promuovere detto coordinamento, in particolare iniziative finalizzate alla definizione di orientamenti e indicatori, all'organizzazione di scambi di migliori pratiche e alla preparazione di elementi necessari per il controllo e la valutazione periodici. Il Parlamento Europeo è pienamente informato.
  3. L'Unione contribuisce alla realizzazione degli obiettivi di cui al paragrafo 1 attraverso politiche e azioni da essa attuate ai sensi di altre disposizioni della Costituzione. La legge o la legge quadro Europea può stabilire misure specifiche destinate a sostenere le azioni svolte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al paragrafo 1, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. È adottata previa consultazione del Comitato economico e sociale.
  4. La presente sezione non costituisce una base per l'introduzione da parte dell'Unione di qualsivoglia misura che possa generare distorsioni di concorrenza o che comporti disposizioni fiscali o disposizioni relative ai diritti e interessi dei lavoratori dipendenti.
 

SEZIONE 3 - CULTURA

Articolo III-166

L'Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle diversità nazionali e regionali‚ evidenziando nel contempo il patrimonio culturale comune.
L'azione dell'Unione è intesa ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e‚ se necessario‚ ad appoggiare e ad integrare l'azione di questi ultimi nei seguenti settori:
miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli Europei;
conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza Europea;
scambi culturali non commerciali;
creazione artistica e letteraria‚ compreso il settore audiovisivo.
L'Unione e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di cultura‚ in particolare con il Consiglio d'Europa.
L'Unione tiene conto degli aspetti culturali nell'azione che svolge a norma di altre disposizioni della Costituzione, in particolare al fine di rispettare e promuovere la diversità delle culture.
Per contribuire alla realizzazione degli obiettivi previsti al presente articolo:
la legge o la legge quadro Europea stabilisce le azioni di incentivazione‚ ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni;
il Consiglio, su proposta della Commissione‚ adotta raccomandazioni.

 

SEZIONE 4 - TURISMO

Articolo III-167

  1. L'Unione completa l'azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la competitività delle imprese dell'Unione in tale settore.
  2. A tal fine l'azione dell'Unione intende:
    incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore;
    favorire la cooperazione tra Stati membri, segnatamente attraverso lo scambio delle buone pratiche.
  3. La legge o la legge quadro Europea stabilisce misure specifiche destinate a completare le azioni condotte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al presente articolo, a eccezione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri.
 

SEZIONE 5 - ISTRUZIONE‚ GIOVENTÙ, SPORT E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Articolo III-168

  1. L'Unione contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra Stati membri e‚ se necessario‚ sostenendone e integrandone l'azione. Rispetta pienamente la responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento e l'organizzazione del sistema di istruzione‚ come pure le diversità culturali e linguistiche.
    L'Unione contribuisce alla promozione delle sfide Europee dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale e educativa.
  2. L'azione dell'Unione è intesa:
    a sviluppare la dimensione Europea dell'istruzione‚ segnatamente con l'apprendimento e la diffusione delle lingue degli Stati membri;
    a favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti‚ promuovendo tra l'altro il riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio;
    a promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento;
    a sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze sui problemi comuni dei sistemi di istruzione degli Stati membri;
    a favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socioeducative e a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell'Europa;
    a incoraggiare lo sviluppo dell'istruzione a distanza;
    a sviluppare la dimensione Europea dello sport, promuovendo l'imparzialità e l'apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei giovani sportivi.
  3. L'Unione e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di istruzione e di sport, in particolare con il Consiglio d'Europa.
  4. Per contribuire alla realizzazione degli obiettivi previsti al presente articolo:
    1. la legge o la legge quadro Europea stabilisce azioni di incentivazione‚ ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale;
    2. il Consiglio, su proposta della Commissione‚ adotta raccomandazioni.

Articolo III-169

  1. L'Unione attua una politica di formazione professionale che sostiene e integra le azioni degli Stati membri‚ nel pieno rispetto della responsabilità di questi ultimi per quanto riguarda il contenuto e l'organizzazione della formazione professionale.
  2. L'azione dell'Unione è intesa:
    1. a facilitare l'adeguamento alle trasformazioni industriali‚ in particolare attraverso la formazione e la riconversione professionale;
    2. a migliorare la formazione professionale iniziale e la formazione permanente‚ per agevolare l'inserimento e il reinserimento professionale sul mercato del lavoro;
    3. a facilitare l'accesso alla formazione professionale e a favorire la mobilità degli istruttori e delle persone in formazione‚ in particolare dei giovani;
    4. a stimolare la cooperazione in materia di formazione tra istituti di insegnamento o di formazione professionale e imprese;
    5. a sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze sui problemi comuni dei sistemi di formazione degli Stati membri.
  3. L'Unione e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di formazione professionale.
  4. Per contribuire alla realizzazione degli obiettivi previsti al presente articolo:
    1. la legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure necessarie‚ ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. È adottata previa consultazione del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale;
    2. il Consiglio, su proposta della Commissione, adotta raccomandazioni.
 

SEZIONE 6 - PROTEZIONE CIVILE

Articolo III-170

L'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri al fine di rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione e di protezione dalle calamità naturali o di origine umana.
L'azione dell'Unione è intesa a:

  1. sostenere e integrare l'azione degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale concernente la prevenzione dei rischi, la preparazione degli attori della protezione civile negli Stati membri e l'intervento in caso di calamità naturali o di origine umana all'interno dell'Unione;
  2. promuovere una cooperazione operativa rapida ed efficace all'interno dell'Unione tra i servizi di protezione civile nazionali;
  3. favorire la coerenza delle azioni intraprese a livello internazionale in materia di protezione civile.

La legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure necessarie per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di cui al paragrafo 1, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri.

 

SEZIONE 7 - COOPERAZIONE AMMINISTRATIVA

Articolo III-171

  1. L'attuazione effettiva della normativa dell'Unione da parte degli Stati membri, essenziale per il corretto funzionamento dell'Unione stessa, è considerata materia di interesse comune.
  2. L'Unione può sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a migliorare la loro capacità amministrativa di attuare la normativa dell'Unione stessa. Tale azione può consistere in particolare nel facilitare lo scambio di informazioni e di funzionari pubblici e nel sostenere programmi di formazione. Nessuno Stato membro è tenuto ad avvalersi di tale sostegno. La legge Europea stabilisce le misure necessarie a tal fine, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri.
  3. Il presente articolo non pregiudica l'obbligo degli Stati membri di attuare la normativa dell'Unione né le prerogative e i doveri della Commissione. Né questo articolo pregiudica le altre disposizioni della Costituzione che prevedono la cooperazione amministrativa fra gli Stati membri e fra questi ultimi e l'Unione.
 
 

TITOLO IV
ASSOCIAZIONE DEI PAESI E TERRITORI D'OLTREMARE

Articolo III-172

  1. I paesi e i territori non Europei che mantengono con la Danimarca‚ la Francia‚ i Paesi Bassi e il Regno Unito delle relazioni particolari sono associati all'Unione. Questi paesi e territori‚ qui di seguito chiamati paesi e territori‚ sono enumerati nell'allegato II.
    Il presente titolo si applica alla Groenlandia fatte salve le disposizioni specifiche del protocollo concernente il regime particolare applicabile alla Groenlandia.
  2. Scopo dell'associazione è promuovere lo sviluppo economico e sociale dei paesi e territori e instaurare strette relazioni economiche tra essi e l'Unione.
    L'associazione deve in primo luogo permettere di favorire gli interessi degli abitanti di questi paesi e territori e la loro prosperità‚ in modo da condurli allo sviluppo economico‚ sociale e culturale che attendono.

Articolo III-173

L'associazione persegue gli obiettivi seguenti:

  1. gli Stati membri applicano agli scambi commerciali con i paesi e territori il regime che si accordano tra di loro‚ in virtù della Costituzione;
  2. ciascun paese o territorio applica agli scambi commerciali con gli Stati membri e gli altri paesi e territori il regime che applica allo Stato Europeo con il quale mantiene relazioni particolari;
  3. gli Stati membri contribuiscono agli investimenti richiesti dallo sviluppo progressivo di questi paesi e territori;
  4. per gli investimenti finanziati dall'Unione‚ la partecipazione alle aggiudicazioni e alle forniture è aperta‚ a parità di condizioni‚ a tutte le persone fisiche e giuridiche appartenenti agli Stati membri e ai paesi e territori;
  5. nelle relazioni fra gli Stati membri e i paesi e territori‚ il diritto di stabilimento dei cittadini e delle società è regolato conformemente alle disposizioni e mediante applicazione delle procedure previste alla sottosezione relativa al diritto di stabilimento e su una base non discriminatoria‚ fatti salvi gli atti adottati in virtù dell'articolo III-177.

Articolo III-174

  1. Le importazioni originarie dei paesi e territori beneficiano‚ all'entrata negli Stati membri‚ del divieto dei dazi doganali fra Stati membri previsto dalla Costituzione.
  2. All'entrata in ciascun paese e territorio i dazi doganali gravanti sulle importazioni dagli Stati membri e dagli altri paesi e territori sono vietati conformemente all'articolo III-37.
    Tuttavia‚ i paesi e territori possono riscuotere dei dazi doganali che rispondano alle necessità del loro sviluppo e ai bisogni della loro industrializzazione o dazi di carattere fiscale che abbiano per scopo di alimentare il loro bilancio.
    I dazi di cui al primo comma non possono eccedere quelli gravanti sulle importazioni dei prodotti in provenienza dallo Stato membro con il quale ciascun paese o territorio mantiene relazioni particolari.
  3. Il paragrafo 2 non è applicabile ai paesi e territori i quali‚ a causa degli obblighi internazionali particolari cui sono soggetti‚ applicano già una tariffa doganale non discriminatoria.
  4. L'introduzione o la modifica di dazi che gravano sulle merci importate nei paesi e territori non deve provocare‚ in linea di diritto o in linea di fatto‚ una discriminazione diretta o indiretta tra le importazioni in provenienza dai diversi Stati membri.

Articolo III-175

Se il livello dei dazi applicabili alle merci in provenienza da un paese terzo all'entrata in un paese o territorio‚ avuto riguardo all'articolo III-188, paragrafo 1‚ è tale da provocare deviazioni di traffico a detrimento di uno degli Stati membri‚ questo può domandare alla Commissione di proporre agli altri Stati membri di prendere le disposizioni necessarie per porre rimedio a questa situazione.

Articolo III-176

Fatte salve le disposizioni che regolano la sanità pubblica, la pubblica sicurezza e l'ordine pubblico, la libertà di circolazione dei lavoratori dei paesi e territori negli Stati membri e dei lavoratori degli Stati membri nei paesi e territori è regolata da atti adottati conformemente all'articolo III-177.

Articolo III-177

Il Consiglio, su proposta della Commissione, adotta all'unanimità, muovendo dalle realizzazioni acquisite nell'ambito dell'associazione tra i paesi e territori e l'Unione, le leggi, le leggi quadro, i regolamenti Europei e le decisioni Europee relativi alle modalità e alla procedura dell'associazione tra i paesi e territori e l'Unione. Tali leggi e leggi quadro sono adottate previa consultazione del Parlamento Europeo.

 
 

TITOLO V
AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE

CAPO I - DISPOSIZIONI DI APPLICAZIONE GENERALE

Articolo III-178

L'azione dell'Unione sulla scena internazionale si fonda sui principi che ne hanno informato la creazione, lo sviluppo e l'allargamento e che essa si prefigge di promuovere nel resto del mondo: democrazia, stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza e di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
L'Unione si adopera per sviluppare relazioni e istituire partenariati con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali, regionali o mondiali, che condividono i principi di cui al primo comma. Promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite.
L'Unione definisce e attua politiche comuni e azioni e opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di:

  1. salvaguardare i suoi valori, i suoi interessi fondamentali, la sua sicurezza, la sua indipendenza e la sua integrità;
  2. consolidare e sostenere la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell'uomo e i principi del diritto internazionale;
  3. preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché ai principi dell'Atto finale di Helsinki e agli obiettivi della Carta di Parigi, compresi quelli relativi alle frontiere esterne;
  4. favorire lo sviluppo sostenibile dei paesi in via di sviluppo sul piano economico, sociale e ambientale, con l'obiettivo primo di eliminare la povertà;
  5. incoraggiare l'integrazione di tutti i paesi nell'economia mondiale, anche attraverso la progressiva abolizione delle restrizioni agli scambi internazionali;
  6. contribuire alla messa a punto di misure internazionali volte a preservare e migliorare la qualità dell'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali mondiali, al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile;
  7. aiutare le popolazioni, i paesi e le regioni colpiti da calamità naturali o di origine umana;
  8. promuovere un sistema internazionale basato su una cooperazione multilaterale rafforzata e il buon governo mondiale.

Nell'elaborazione e attuazione dell'azione esterna nei vari settori compresi nel presente titolo e delle altre politiche nei loro aspetti esterni, l'Unione rispetta i principi e persegue gli obiettivi di cui ai paragrafi 1 e 2.
L'Unione assicura la coerenza tra i vari settori dell'azione esterna e tra questi e le altre politiche. Il Consiglio e la Commissione, assistiti dal Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, garantiscono tale coerenza e cooperano a questo fine.

Articolo III-179

  1. Il Consiglio Europeo individua gli interessi e obiettivi strategici dell'Unione sulla base dei principi e obiettivi enunciati all'articolo III-178.
    Le decisioni Europee del Consiglio Europeo su interessi e obiettivi strategici dell'Unione riguardano la politica estera e di sicurezza comune e altri settori dell'azione esterna dell'Unione. Possono riferirsi alle relazioni dell'Unione con un paese o una regione o essere improntate ad un approccio tematico. Tali decisioni fissano la rispettiva durata e i mezzi che l'Unione e gli Stati membri devono mettere a disposizione.
    Il Consiglio Europeo delibera all'unanimità su raccomandazione del Consiglio adottata da quest'ultimo secondo le modalità previste per ciascun settore. Le decisioni Europee del Consiglio Europeo sono attuate secondo le procedure previste dalla Costituzione.
  2. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, per il settore della politica estera e di sicurezza comune, e la Commissione, per gli altri settori dell'azione esterna, possono presentare proposte congiunte al Consiglio.
 
 

CAPO II - POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE

SEZIONE 1 - DISPOSIZIONI COMUNI

Articolo III-180

  1. Nel quadro dei principi e degli obiettivi dell'azione esterna, l'Unione stabilisce ed attua una politica estera e di sicurezza comune estesa a tutti i settori della politica estera e di sicurezza.
  2. Gli Stati membri sostengono attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza comune in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca.
    Gli Stati membri operano congiuntamente per rafforzare e sviluppare la reciproca solidarietà politica. Si astengono da qualsiasi azione contraria agli interessi dell'Unione o tale da comprometterne l'efficacia come elemento di coesione nelle relazioni internazionali.
    Il Consiglio e il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione provvedono affinché detti principi siano rispettati.
  3. L'Unione conduce la politica estera e di sicurezza comune:
    1. definendo gli orientamenti generali;
    2. adottando decisioni Europee che definiscono le azioni che l'Unione deve intraprendere, le posizioni che l'Unione deve adottare, le modalità di attuazione delle decisioni Europee;
    3. rafforzando la cooperazione sistematica tra gli Stati membri per la conduzione della loro politica.

Articolo III-181

  1. Il Consiglio Europeo definisce gli orientamenti generali della politica estera e di sicurezza comune, ivi comprese le questioni che hanno implicazioni in materia di difesa.
    Qualora lo esigano sviluppi internazionali, il Presidente del Consiglio Europeo convoca una riunione straordinaria dello stesso per definire le linee strategiche della politica dell'Unione dinanzi a tali sviluppi.
  2. Il Consiglio adotta le decisioni Europee necessarie per la definizione e l'attuazione della politica estera e di sicurezza comune in base agli orientamenti generali e alle linee strategiche definiti dal Consiglio Europeo.

Articolo III-182

  1. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, che presiede il Consiglio degli Affari Esteri, contribuisce con proposte all'elaborazione della politica estera e di sicurezza comune e assicura l'attuazione delle decisioni Europee adottate dal Consiglio Europeo e dal Consiglio.
  2. Il Ministro degli Affari Esteri rappresenta l'Unione per le materie che rientrano nella politica estera e di sicurezza comune. Conduce, a nome dell'Unione, il dialogo politico con i terzi ed esprime la posizione dell'Unione nelle organizzazioni internazionali e in seno alle conferenze internazionali.
  3. Nell'esecuzione delle sue funzioni, il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione si avvale di un servizio Europeo per l'azione esterna. Il servizio lavora in collaborazione con i servizi diplomatici degli Stati membri ed è composto da funzionari dei servizi competenti del Segretariato generale del Consiglio e della Commissione e da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali degli Stati membri. L'organizzazione e il funzionamento del servizio Europeo per l'azione esterna sono fissati da una decisione Europea del Consiglio. Il Consiglio delibera su proposta del Ministro per gli Affari Esteri dell'Unione previa consultazione del Parlamento Europeo e previa approvazione della Commissione.

Articolo III-183

  1. Quando una situazione internazionale richiede un intervento operativo dell'Unione, il Consiglio adotta le decisioni Europee necessarie. Tali decisioni definiscono gli obiettivi, la portata, i mezzi di cui l'Unione deve disporre e le condizioni di attuazione dell'azione e, se necessario, la durata.
    Se si produce un cambiamento di circostanze che ha una netta incidenza su una questione oggetto di tale decisione Europea, il Consiglio rivede i principi e gli obiettivi di detta decisione e adotta le decisioni Europee necessarie.
  2. Tali decisioni Europee vincolano gli Stati membri nelle prese di posizione e nella conduzione dell'azione.
  3. Qualsiasi presa di posizione o azione nazionale prevista in applicazione di una decisione Europea di cui al paragrafo 1 forma oggetto di informazione da parte dello Stato membro interessato entro termini che permettano, se necessario, una concertazione preliminare in sede di Consiglio.
    L'obbligo dell'informazione preliminare non è applicabile per le disposizioni di semplice recepimento di detta decisione sul piano nazionale.
  4. In caso di assoluta necessità connessa con l'evoluzione della situazione e in mancanza di una revisione della decisione Europea di cui al paragrafo 1, gli Stati membri possono prendere d'urgenza le disposizioni necessarie, tenuto conto degli obiettivi generali di detta decisione. Lo Stato membro che prende tali disposizioni ne informa immediatamente il Consiglio.
  5. In caso di difficoltà rilevanti nell'applicazione di una decisione Europea di cui al presente articolo, uno Stato membro ne investe il Consiglio, che delibera al riguardo e ricerca le soluzioni appropriate. Queste ultime non possono essere in contrasto con gli obiettivi dell'azione né nuocere alla sua efficacia.

Articolo III-184

Il Consiglio adotta decisioni Europee che definiscono la posizione dell'Unione su una questione particolare di natura geografica o tematica. Gli Stati membri provvedono affinché le politiche nazionali siano conformi alle posizioni dell'Unione.

Articolo III-185

  1. Ogni Stato membro, il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, o il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione con il sostegno della Commissione può sottoporre al Consiglio questioni relative alla politica estera e di sicurezza comune e presentargli, rispettivamente iniziative o proposte.
  2. Nei casi che richiedono una decisione rapida, il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione convoca, d'ufficio o a richiesta di uno Stato membro, una riunione straordinaria del Consiglio, entro un termine di quarantotto ore o, in caso di emergenza, entro un termine più breve.

Articolo III-186

  1. Le decisioni Europee di cui al presente capo sono adottate dal Consiglio che delibera all'unanimità.
    In caso di astensione dal voto, ciascun membro del Consiglio può motivare la propria astensione con una dichiarazione formale. In tal caso non è obbligato ad applicare la decisione Europea, ma accetta che questa impegni l'Unione. In uno spirito di reciproca solidarietà, lo Stato membro interessato si astiene da azioni che possano contrastare o impedire l'azione dell'Unione basata su tale decisione, e gli altri Stati membri rispettano la sua posizione. Qualora i membri del Consiglio che motivano in tal modo l'astensione rappresentino almeno un terzo degli Stati membri che totalizzano almeno un terzo della popolazione dell'Unione, la decisione non è adottata.
  2. In deroga al paragrafo 1, il Consiglio delibera a maggioranza qualificata:
    1. quando adotta una decisione Europea che definisce un'azione o una posizione dell'Unione, sulla base di una decisione Europea del Consiglio Europeo relativa agli interessi e obiettivi strategici dell'Unione di cui all'articolo III-194, paragrafo 1;
    2. quando adotta una decisione Europea che definisce un'azione o una posizione dell'Unione in base a una proposta del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione presentata in seguito a una richiesta specifica rivolta a quest'ultimo dal Consiglio Europeo di sua iniziativa o su iniziativa del Ministro;
    3. quando adotta una decisione Europea che attua una decisione Europea che definisce un'azione o una posizione dell'Unione;
    4. quando adotta una decisione Europea relativa alla nomina di un rappresentante speciale ai sensi dell'articolo III-188.
    Se un membro del Consiglio dichiara che, per vitali ed espliciti motivi di politica nazionale, intende opporsi all'adozione di una decisione Europea che richiede la maggioranza qualificata, non si procede alla votazione. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione cerca, in stretta consultazione con lo Stato membro interessato, una soluzione accettabile per quest'ultimo. In mancanza di un risultato il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può chiedere che della questione sia investito il Consiglio Europeo, in vista di una decisione Europea all'unanimità.
  3. Conformemente all'articolo I-39, paragrafo 8, il Consiglio Europeo può adottare all'unanimità una decisione Europea che preveda che il Consiglio delibera a maggioranza qualificata in casi diversi da quelli contemplati al paragrafo 2.
  4. I paragrafi 2 e 3 non si applicano alle decisioni che hanno implicazioni militari o che rientrano nel settore della difesa.

Articolo III-187

  1. Quando il Consiglio Europeo o il Consiglio ha definito un approccio comune dell'Unione ai sensi dell'articolo I-40, paragrafo 5, il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione e i Ministri degli affari esteri degli Stati membri coordinano le attività nell'ambito del Consiglio.
  2. Le missioni diplomatiche degli Stati membri e le delegazioni dell'Unione nei paesi terzi e in seno alle organizzazioni internazionali cooperano tra di loro e contribuiscono alla formulazione e all'attuazione dell'approccio comune di cui al paragrafo 1.

Articolo III-188

Il Consiglio può nominare, su proposta del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, un rappresentante speciale al quale conferisce un mandato per questioni politiche specifiche. Il rappresentante speciale esercita il mandato sotto l'autorità del Ministro.

Articolo III-189

L'Unione può concludere accordi con uno o più Stati o organizzazioni internazionali nei settori di pertinenza del presente capo.

Articolo III-190

  1. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione consulta il Parlamento Europeo conformemente all'articolo I-39, paragrafo 6 e all'articolo I-40, paragrafo 8. Provvede affinché le opinioni del Parlamento Europeo siano debitamente prese in considerazione. I rappresentanti speciali possono essere associati all'informazione del Parlamento Europeo.
  2. Il Parlamento Europeo può rivolgere interrogazioni o formulare raccomandazioni al Consiglio e al Ministro degli Affari Esteri dell'Unione. Procede due volte all'anno a un dibattito sui progressi compiuti nell'attuazione della politica estera e di sicurezza comune, compresa la politica di sicurezza e di difesa comune.

Articolo III-191

  1. Gli Stati membri coordinano la propria azione nelle organizzazioni internazionali e in occasione di conferenze internazionali. In queste sedi difendono le posizioni dell'Unione. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione assicura l'organizzazione di tale coordinamento.
    Nelle organizzazioni internazionali e in occasione di conferenze internazionali alle quali non tutti gli Stati membri partecipano, quelli che vi partecipano difendono le posizioni dell'Unione.
  2. Conformemente all'articolo I-17, paragrafo 2, gli Stati membri rappresentati nelle organizzazioni internazionali o nelle conferenze internazionali alle quali non tutti gli Stati membri partecipano, tengono informati questi ultimi e il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione in merito a ogni questione di interesse comune.
    Gli Stati membri che sono anche membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si concertano e tengono pienamente informati gli altri Stati membri e il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione. Gli Stati membri che sono membri del Consiglio di sicurezza difenderanno, nell'esercizio delle loro funzioni, le posizioni e gli interessi dell'Unione, fatte salve le responsabilità che incombono loro in forza della Carta delle Nazioni Unite.
    Allorché l'Unione ha definito una posizione su un tema all'ordine del giorno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati membri che ne fanno parte chiedono che il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione sia invitato a presentare la posizione dell'Unione.

Articolo III-192

Le missioni diplomatiche e consolari degli Stati membri e le delegazioni dell'Unione nei paesi terzi e nelle conferenze internazionali e le loro rappresentanze presso le organizzazioni internazionali cooperano al fine di garantire il rispetto e l'attuazione delle decisioni Europee che definiscono posizioni e azioni dell'Unione adottate in virtù del presente capo. Intensificano la cooperazione procedendo a scambi di informazioni e a valutazioni comuni.
Contribuiscono all'attuazione del diritto di tutela dei cittadini Europei nel territorio dei paesi terzi quale previsto all'articolo I-8, paragrafo 2, lettera c), e delle misure adottate in applicazione dell'articolo III-13.

Articolo III-193

  1. Fatto salvo l'articolo III-230, un comitato politico e di sicurezza controlla la situazione internazionale nei settori che rientrano nella politica estera e di sicurezza comune e contribuisce a definire le politiche formulando pareri per il Consiglio, a richiesta di questo, del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione o di propria iniziativa. Controlla altresì l'attuazione delle politiche concordate, fatte salve le competenze del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione.
    Nel quadro del presente capo, il comitato politico e di sicurezza esercita, sotto la responsabilità del Consiglio e del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, il controllo politico e la direzione strategica delle operazioni di gestione delle crisi previste all'articolo III-195.
  2. Ai fini di un'operazione di gestione delle crisi e per la durata della stessa, quali sono determinate dal Consiglio, quest'ultimo può autorizzare il comitato a prendere le misure appropriate in merito al controllo politico e alla direzione strategica dell'operazione.

Articolo III-194

L'attuazione della politica estera e di sicurezza comune lascia impregiudicata l'applicazione delle procedure e la rispettiva portata delle attribuzioni delle istituzioni previste dalla Costituzione per l'esercizio delle competenze dell'Unione di cui agli articoli da I-12 a I-14 e I-16. L'attuazione delle politiche previste in tali articoli lascia parimenti impregiudicata l'applicazione delle procedure e la rispettiva portata delle attribuzioni delle istituzioni previste dalla Costituzione per l'esercizio delle competenze dell'Unione a titolo del presente capo.

 

SEZIONE 2 - POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE

Articolo III-195

  1. Le missioni di cui all'articolo I-40, paragrafo 1 nelle quali l'Unione può ricorrere a mezzi civili e militari comprendono le azioni congiunte in materia di disarmo, le missioni umanitarie e di soccorso, le missioni di consulenza e assistenza in materia militare, le missioni di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace e le missioni di unità di combattimento per la gestione delle crisi, ivi comprese le missioni tese al ristabilimento della pace e le operazioni di stabilizzazione al termine dei conflitti. Tutte queste missioni possono contribuire alla lotta contro il terrorismo, anche tramite il sostegno a Stati terzi per combattere il terrorismo sul loro territorio.
  2. Il Consiglio adotta decisioni Europee relative alle missioni di cui al paragrafo 1 stabilendone l'obiettivo, la portata e le modalità generali di realizzazione. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, sotto l'autorità del Consiglio e in stretto e costante contatto con il comitato politico e di sicurezza, provvede a coordinare gli aspetti civili e militari di tali missioni.

Articolo III-196

  1. Nel quadro delle decisioni Europee adottate in conformità dell'articolo III-210, il Consiglio può affidare la realizzazione di una missione a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione. Tali Stati membri, in associazione con il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, si accordano sulla gestione della missione.
  2. Gli Stati membri che partecipano alla realizzazione della missione informano periodicamente il Consiglio dell'andamento della missione, di propria iniziativa o a richiesta di un altro Stato membro. Detti Stati lo adiscono immediatamente se la realizzazione di tale missione genera conseguenze di ampia portata o se impone una modifica dell'obiettivo, della portata o delle modalità della missione stabiliti nelle decisioni Europee di cui al paragrafo1. In tal caso, il Consiglio adotta le decisioni Europee necessarie.

Articolo III-197

  1. L'Agenzia Europea per gli armamenti, la ricerca e le capacità militari istituita dall'articolo I-41, paragrafo 3 e posta sotto l'autorità del Consiglio, ha il compito di:
    1. contribuire a individuare gli obiettivi di capacità militari degli Stati membri e a valutare il rispetto degli impegni in materia di capacità assunti dagli Stati membri;
    2. promuovere l'armonizzazione delle esigenze operative e l'adozione di metodi di acquisizione efficienti e compatibili;
    3. proporre progetti multilaterali per il conseguimento degli obiettivi in termini di capacità militari e assicurare il coordinamento dei programmi attuati dagli Stati membri e la gestione di programmi di cooperazione specifici;
    4. sostenere la ricerca nel settore della tecnologia della difesa, coordinare e pianificare attività di ricerca congiunte e studi per delineare le soluzioni tecniche che rispondono alle esigenze operative future;
    5. contribuire a individuare e, se del caso, attuare qualsiasi misura utile per potenziare la base industriale e tecnologica del settore della difesa e per migliorare l'efficacia delle spese militari.
  2. L'Agenzia è aperta a tutti gli Stati membri che desiderano parteciparvi. Il Consiglio,deliberando a maggioranza qualificata, adotta una decisione Europea che fissa lo statuto, la sede e le modalità di funzionamento dell'Agenzia. Detta decisione tiene conto del grado di partecipazione effettiva alle attività dell'Agenzia. Nell'ambito dell'Agenzia sono costituiti gruppi specifici che riuniscono gli Stati membri impegnati in progetti congiunti. L'Agenzia svolge le sue missioni in collegamento con la Commissione, se necessario.

Articolo III-198

  1. Gli Stati membri che desiderano partecipare alla cooperazione strutturata permanente di cui all'articolo I-41, paragrafo 6 e che rispondono ai criteri e sottoscrivono gli impegni in materia di capacità militari specificati nel protocollo sulla cooperazione strutturata permanente notificano la loro intenzione al Consiglio e al Ministro degli Affari Esteri dell'Unione.
  2. Entro tre mesi dalla suddetta notifica, il Consiglio adotta una decisione Europea che istituisce la cooperazione strutturata permanente e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti. Il Consiglio delibera a maggioranza qualificata previa consultazione del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione.
  3. Ogni Stato membro che, in una fase successiva, desideri partecipare alla cooperazione strutturata permanente notifica la sua intenzione al Consiglio e al Ministro degli Affari Esteri dell'Unione.
    Il Consiglio adotta una decisione Europea che conferma la partecipazione dello Stato membro interessato che risponde ai criteri e sottoscrive gli impegni di cui agli articoli 1 e 2 del protocollo di cui al paragrafo 1. Il Consiglio delibera a maggioranza qualificata previa consultazione del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione. Solo i membri del Consiglio che rappresentano gli Stati membri partecipanti prendono parte al voto.
    Per maggioranza qualificata si intende almeno il 55% dei membri del Consiglio rappresentanti gli Stati membri partecipanti, che totalizzino almeno il 65% della popolazione di tali Stati.
    La minoranza di blocco deve comprendere almeno il numero minimo di membri del Consiglio che rappresentano oltre il 35% della popolazione degli Stati membri partecipanti, più un altro membro; in caso contrario la maggioranza qualificata si considera raggiunta.
  4. Se uno Stato membro partecipante non soddisfa più i criteri o non può più assolvere gli impegni di cui agli articoli 1 e 2 del Protocollo citato al paragrafo 1, il Consiglio può adottare una decisione Europea che sospende la partecipazione di questo Stato. Il Consiglio delibera a maggioranza qualificata. Solo i membri del Consiglio che rappresentano gli Stati membri partecipanti, ad eccezione dello Stato membro in questione, prendono parte al voto.
    Per maggioranza qualificata si intende almeno il 55% dei membri del Consiglio rappresentanti gli Stati membri partecipanti, che totalizzino almeno il 65% della popolazione di tali Stati.
    La minoranza di blocco deve comprendere almeno il numero minimo di membri del Consiglio che rappresentano oltre il 35% della popolazione degli Stati membri partecipanti, più un altro membro; in caso contrario la maggioranza qualificata si considera raggiunta.
  5. Se uno Stato membro partecipante desidera ritirarsi dalla cooperazione strutturata permanente notifica la sua decisione al Consiglio, che prende atto del fatto che la partecipazione dello Stato membro in questione termina.
  6. Le decisioni Europee e le raccomandazioni del Consiglio prese nel quadro della cooperazione strutturata, diverse da quelle previste ai paragrafi da 2 a 5, sono adottate all'unanimità. Per l'applicazione del presente paragrafo l'unanimità è costituita dai voti dei soli rappresentanti degli Stati membri partecipanti.
 

SEZIONE 3 - DISPOSIZIONI FINANZIARIE

Articolo III-199

  1. Le spese amministrative che le istituzioni sostengono per l'attuazione del presente capo sono a carico del bilancio dell'Unione.
  2. Le spese operative cui dà luogo l'attuazione del presente capo sono anch'esse a carico del bilancio dell'Unione, eccetto le spese derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa, e a meno che il Consiglio decida altrimenti.
    Se non sono a carico del bilancio dell'Unione, le spese sono imputate agli Stati membri, secondo un criterio di ripartizione basato sul prodotto nazionale lordo, salvo che il Consiglio decida altrimenti.
    Per quanto riguarda le spese derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa, gli Stati membri i cui rappresentanti al Consiglio hanno fatto una dichiarazione formale a norma dell'articolo III-186, paragrafo 1, secondo comma non sono tenuti a contribuire al loro finanziamento.
  3. Il Consiglio adotta una decisione Europea che stabilisce le procedure specifiche per garantire il rapido accesso agli stanziamenti del bilancio dell'Unione destinati al finanziamento urgente di iniziative nel quadro della politica estera e di sicurezza comune e segnatamente ai preparativi di una missione di cui all'articolo I-41, paragrafo 1 e all'articolo III-195. Delibera previa consultazione del Parlamento Europeo.
    I preparativi delle missioni di cui all'articolo I-41, paragrafo 1 e all'articolo III-195 che non sono a carico del bilancio dell'Unione sono finanziati mediante un fondo iniziale costituito da contributi degli Stati membri.
  4. Il Consiglio adotta a maggioranza qualificata, su proposta del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, le decisioni Europee che fissano:
    1. le modalità di costituzione e finanziamento del fondo iniziale, segnatamente le dotazioni finanziarie assegnategli;
    2. le modalità di gestione del fondo iniziale;
    3. le modalità di controllo finanziario.
    Quando la missione prevista conformemente all'articolo I-41, paragrafo 1 e all'articolo III-195 non può essere a carico del bilancio dell'Unione, il Consiglio autorizza il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione a ricorrere a detto fondo. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione riferisce al Consiglio sull'esecuzione di tale mandato.
 
 

CAPO III - POLITICA COMMERCIALE COMUNE

Articolo III-200

L'Unione, tramite l'istituzione di un'unione doganale in conformità dell'articolo III-37 contribuisce secondo l'interesse comune allo sviluppo armonioso del commercio mondiale‚ alla graduale soppressione delle restrizioni agli scambi internazionali e agli investimenti esteri diretti, e alla riduzione delle barriere doganali e di altro tipo.

Articolo III-201

  1. La politica commerciale comune è fondata su principi uniformi‚ specialmente per quanto concerne le modificazioni tariffarie‚ la conclusione di accordi tariffari e commerciali relativi agli scambi di merci e servizi, gli aspetti commerciali della proprietà intellettuale‚ gli investimenti esteri diretti, l'uniformazione delle misure di liberalizzazione‚ la politica di esportazione e le misure di protezione commerciale‚ tra cui quelle da adottarsi nei casi di dumping e di sovvenzioni. La politica commerciale comune è condotta nel quadro dei principi e obiettivi dell'azione esterna dell'Unione.
  2. La legge Europea stabilisce le misure che definiscono il quadro di attuazione della politica commerciale comune.
  3. Qualora si debbano negoziare e concludere accordi con uno o più Stati o organizzazioni internazionali, si applicano le disposizioni dell'articolo III-211 fatte salve le disposizioni particolari del presente articolo.
    La Commissione presenta raccomandazioni al Consiglio, che l'autorizza ad avviare i negoziati necessari. Spetta al Consiglio e alla Commissione adoperarsi affinché gli accordi negoziati siano compatibili con le politiche e norme interne dell'Unione.
    Tali negoziati sono condotti dalla Commissione, in consultazione con un comitato speciale designato dal Consiglio per assisterla in questo compito e nel quadro delle direttive che il Consiglio può impartirle. La Commissione riferisce periodicamente al comitato speciale e al Parlamento Europeo sui progressi dei negoziati.
  4. Per la negoziazione e la conclusione degli accordi di cui al paragrafo 3, il Consiglio delibera a maggioranza qualificata.
    Per la negoziazione e la conclusione di accordi nei settori degli scambi di servizi e degli aspetti commerciali della proprietà intellettuale, come pure degli investimenti esteri diretti il Consiglio delibera all'unanimità qualora tali accordi contengano disposizioni per le quali è richiesta l'unanimità per l'adozione di norme interne.
    Il Consiglio delibera all'unanimità anche per la negoziazione e la conclusione di accordi:
    1. nel settore degli scambi dei servizi culturali e audiovisivi, qualora questi ultimi rischino di arrecare pregiudizio alla diversità culturale e linguistica dell'Unione.
    2. nel settore degli scambi di servizi nell'ambito sociale, dell'istruzione e della sanità, qualora questi ultimi rischino di perturbare seriamente l'organizzazione nazionale di tali servizi e di arrecare pregiudizio alla responsabilità degli Stati membri riguardo alla loro prestazione.
  5. La negoziazione e la conclusione di accordi internazionali nel settore dei trasporti sono soggette alle disposizioni della sezione 7 del capo III del titolo III e dell'articolo III-211.
  6. L'esercizio delle competenze attribuite dal presente articolo nel settore della politica commerciale non pregiudica la ripartizione delle competenze tra l'Unione e gli Stati membri e non comporta un'armonizzazione delle disposizioni legislative o regolamentari degli Stati membri, se la Costituzione esclude tale armonizzazione.
 
 

CAPO IV - COOPERAZIONE CON I PAESI TERZI E AIUTO UMANITARIO

SEZIONE 1 - COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

Articolo III-202

  1. La politica dell'Unione nel settore della cooperazione allo sviluppo è condotta nel quadro dei principi e obiettivi dell'azione esterna dell'Unione. La politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione e quella degli Stati membri si integrano e si rafforzano reciprocamente.
    L'obiettivo principale della politica dell'Unione in questo settore è la riduzione e, a termine, l'eliminazione della povertà. L'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo.
  2. L'Unione e gli Stati membri rispettano gli impegni e tengono conto degli obiettivi riconosciuti nel quadro delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali competenti.



Articolo III-203

  1. La legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure necessarie per l'attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo, che possono riguardare programmi pluriennali di cooperazione con paesi in via di sviluppo o programmi tematici.
  2. L'Unione può concludere con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti qualsiasi accordo utile alla realizzazione degli obiettivi di cui all'articolo III-178 e all'articolo III-202.
    Il primo comma non pregiudica la competenza degli Stati membri a negoziare nelle sedi internazionali e a concludere accordi.
  3. La Banca Europea per gli investimenti contribuisce‚ alle condizioni previste dal suo statuto‚ all'attuazione delle misure di cui al paragrafo 1.

Articolo III-204

  1. Per favorire la complementarità e l'efficacia delle azioni, l'Unione e gli Stati membri coordinano le rispettive politiche in materia di cooperazione allo sviluppo e si concertano sui rispettivi programmi di aiuto‚ anche nelle organizzazioni internazionali e in occasione di conferenze internazionali. Possono intraprendere azioni congiunte. Gli Stati membri contribuiscono‚ se necessario‚ all'attuazione dei programmi di aiuto dell'Unione.
  2. La Commissione può prendere qualsiasi iniziativa utile a promuovere il coordinamento di cui al paragrafo 1.
  3. Nell'ambito delle rispettive competenze, l'Unione e gli Stati membri cooperano con i paesi terzi e con le competenti organizzazioni internazionali.
 

SEZIONE 2 - COOPERAZIONE ECONOMICA, FINANZIARIA E TECNICA CON I PAESI TERZI

Articolo III-205

  1. Fatte salve le altre disposizioni della Costituzione, segnatamente gli articoli da III-202 a III-204, l'Unione conduce azioni di cooperazione economica, finanziaria e tecnica, comprese azioni di assistenza specialmente in campo finanziario, con paesi terzi diversi dai paesi in via di sviluppo.
    Tali azioni sono coerenti con la politica di sviluppo dell'Unione e sono condotte nel quadro dei principi e obiettivi dell'azione esterna. Le azioni dell'Unione e degli Stati membri si integrano e si rafforzano reciprocamente.
  2. La legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure necessarie per l'attuazione del paragrafo 1.
  3. Nell'ambito delle rispettive competenze, l'Unione e gli Stati membri cooperano con i paesi terzi e con le competenti organizzazioni internazionali. Le modalità della cooperazione dell'Unione possono formare oggetto di accordi tra questa e i terzi interessati.
    Il primo comma non pregiudica la competenza degli Stati membri a negoziare nelle sedi internazionali e a concludere accordi.

Articolo III-206

Allorché la situazione in un paese terzo esige un'assistenza finanziaria urgente da parte dell'Unione, il Consiglio, su proposta della Commissione, adotta le decisioni Europee necessarie.

 

SEZIONE 3 - AIUTO UMANITARIO

Articolo III-207

  1. Le azioni dell'Unione nel settore dell'aiuto umanitario sono condotte nel quadro dei principi e obiettivi dell'azione esterna dell'Unione. Mirano a fornire in modo specifico assistenza, soccorso e protezione alle popolazioni dei paesi terzi vittime di calamità naturali o di origine umana, per far fronte alle necessità umanitarie risultanti dalle diverse situazioni. Le azioni dell'Unione e degli Stati membri si integrano e si rafforzano reciprocamente.
  2. Le azioni di aiuto umanitario sono svolte conformemente ai principi del diritto internazionale e ai principi di imparzialità, neutralità e non discriminazione.
  3. La legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure che definiscono il quadro di attuazione delle azioni di aiuto umanitario dell'Unione.
  4. L'Unione può concludere con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti qualsiasi accordo utile alla realizzazione degli obiettivi di cui al paragrafo 1 e all'articolo III-178.
    Il primo comma non pregiudica la competenza degli Stati membri a negoziare nelle sedi internazionali e a concludere accordi.
  5. È istituito un Corpo volontario Europeo di aiuto umanitario per inquadrare contributi comuni dei giovani Europei alle azioni umanitarie dell'Unione. La legge Europea ne fissa lo statuto e le modalità di funzionamento.
  6. La Commissione può intraprendere qualsiasi iniziativa utile per promuovere il coordinamento tra le azioni dell'Unione e quelle degli Stati membri, allo scopo di rafforzare l'efficacia e la complementarità dei dispositivi dell'Unione e dei dispositivi nazionali di aiuto umanitario.
  7. L'Unione provvede affinché le sue azioni umanitarie siano coordinate e coerenti con quelle svolte da organizzazioni e organismi internazionali, specie nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite.
 
 

CAPO V - MISURE RESTRITTIVE

Articolo III-208

  1. Quando una decisione Europea, adottata in base al capo II del presente titolo, prevede l'interruzione o la riduzione, totale o parziale, delle relazioni economiche e finanziarie con uno o più paesi terzi, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su proposta congiunta del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione e della Commissione, adotta i regolamenti Europei o le decisioni Europee necessari. Ne informa il Parlamento Europeo.
  2. Quando una decisione Europea adottata in base al capo II del presente titolo lo preveda, il Consiglio può adottare, secondo la procedura di cui al paragrafo 1, misure restrittive nei confronti di persone fisiche o giuridiche, gruppi o entità non statali.
  3. Gli atti di cui al presente articolo contengono le necessarie disposizioni sulle garanzie giuridiche.
 
 

CAPO VI - ACCORDI INTERNAZIONALI

Articolo III-209

  1. L'Unione può concludere un accordo con uno o più Stati terzi o organizzazioni internazionali qualora la Costituzione lo preveda o qualora la conclusione di un accordo sia necessaria per realizzare, nell'ambito delle politiche dell'Unione, uno degli obiettivi fissati dalla Costituzione, o sia prevista in un atto giuridico vincolante dell'Unione, oppure possa incidere su delle regole comuni o alterarne la portata.
  2. Gli accordi conclusi dall'Unione vincolano le istituzioni dell'Unione e gli Stati membri.

Articolo III-210

L'Unione può concludere con uno o più Stati terzi o organizzazioni internazionali un accordo di associazione, volto ad istituire un'associazione caratterizzata da diritti e obblighi reciproci, da azioni in comune e da procedure particolari.

Articolo III-211

  1. Fatte salve le disposizioni particolari dell'articolo III-201, gli accordi tra l'Unione e gli Stati terzi o le organizzazioni internazionali sono negoziati e conclusi secondo la procedura descritta qui di seguito.
  2. Il Consiglio autorizza l'avvio dei negoziati, definisce le direttive di negoziato, autorizza la firma e conclude gli accordi.
  3. La Commissione, o il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione quando l'accordo previsto riguarda esclusivamente o principalmente la politica estera e di sicurezza comune, presenta raccomandazioni al Consiglio che adotta una decisione Europea che autorizza l'avvio dei negoziati e che designa, in funzione della materia dell'accordo previsto, il negoziatore o il capo della squadra di negoziato dell'Unione.
  4. Il Consiglio può impartire direttive al negoziatore e designare un comitato speciale che deve essere consultato nella conduzione dei negoziati.
  5. Il Consiglio, su proposta del negoziatore, adotta una decisione Europea che autorizza la firma dell'accordo e, se del caso, la sua applicazione provvisoria prima dell'entrata in vigore.
  6. Il Consiglio, su proposta del negoziatore, adotta una decisione Europea relativa alla conclusione dell'accordo.
    Tranne quando l'accordo riguarda esclusivamente la politica estera e di sicurezza comune, il Consiglio adotta la decisione Europea di conclusione dell'accordo:
    1. previa approvazione del Parlamento Europeo nei casi seguenti: accordi di associazione; adesione dell'Unione alla Convenzione Europea di salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali; accordi che creano un quadro istituzionale specifico organizzando procedure di cooperazione; accordi che hanno ripercussioni finanziarie considerevoli per l'Unione; accordi che riguardano settori ai quali si applica la procedura legislativa ordinaria oppure la procedura legislativa speciale qualora sia necessaria l'approvazione del Parlamento. In caso d'urgenza‚ il Parlamento Europeo e il Consiglio possono concordare un termine per l'approvazione;
    2. previa consultazione del Parlamento Europeo negli altri casi. Il Parlamento Europeo formula il suo parere nel termine che il Consiglio può fissare in funzione dell'urgenza. In mancanza di parere entro detto termine, il Consiglio può deliberare.
  7. All'atto della conclusione di un accordo‚ il Consiglio‚ in deroga ai paragrafi 5, 6 e 9‚ può abilitare il negoziatore ad approvare a nome dell'Unione gli adattamenti dell'accordo se quest'ultimo ne prevede l'adozione con una procedura semplificata o da parte di un organo istituito dall'accordo stesso, corredando eventualmente questa abilitazione di condizioni specifiche.
  8. Nel corso dell'intera procedura, il Consiglio delibera a maggioranza qualificata.
    Delibera all'unanimità quando l'accordo riguarda un settore per il quale è richiesta l'unanimità per l'adozione di un atto dell'Unione, nonché per gli accordi di associazione e gli accordi di cui all'articolo III-205 con gli Stati candidati all'adesione.
  9. Il Consiglio, su proposta della Commissione o del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, adotta una decisione Europea sulla sospensione dell'applicazione di un accordo e che stabilisce le posizioni da adottare a nome dell'Unione in un organismo istituito da un accordo, se tale organismo deve adottare atti che hanno effetti giuridici, fatta eccezione per gli atti che integrano o modificano il quadro istituzionale dell'accordo.
  10. Il Parlamento Europeo è immediatamente e pienamente informato in tutte le fasi della procedura.
  11. Uno Stato membro, il Parlamento Europeo, il Consiglio o la Commissione possono domandare il parere della Corte di Giustizia circa la compatibilità di un accordo previsto con le disposizioni della Costituzione. In caso di parere negativo della Corte di Giustizia, l'accordo previsto non può entrare in vigore, salvo modifiche dello stesso o revisione della Costituzione.

Articolo III-212

In deroga all'articolo III-211‚ il Consiglio su raccomandazione della Banca Centrale Europea o su raccomandazione della Commissione e previa consultazione della Banca Centrale Europea, nell'intento di pervenire ad un consenso coerente con l'obiettivo della stabilità dei prezzi può concludere accordi formali su un sistema di tassi di cambio dell'Euro nei confronti delle valute di Stati terzi. Il Consiglio delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento Europeo e secondo la procedura di cui al paragrafo 3.
Il Consiglio, su raccomandazione della Banca Centrale Europea o su raccomandazione della Commissione e previa consultazione della Banca Centrale Europea, nell'intento di pervenire ad un consenso coerente con l'obiettivo della stabilità dei prezzi‚ può adottare‚ adeguare o abbandonare i tassi centrali dell'Euro all'interno del sistema dei tassi di cambio. Il Presidente del Consiglio informa il Parlamento Europeo dell'adozione‚ dell'adeguamento o dell'abbandono dei tassi centrali dell'Euro.
In mancanza di un sistema di tassi di cambio rispetto ad una o più valute di Stati terzi come indicato al paragrafo 1‚ il Consiglio‚ deliberando su raccomandazione della Banca Centrale Europea, o su raccomandazioni della Commissione e previa consultazione della Banca Centrale Europea‚ può formulare gli orientamenti generali di politica dei cambi nei confronti di dette valute. Questi orientamenti generali non pregiudicano l'obiettivo prioritario del Sistema Europeo di banche centrali di mantenere la stabilità dei prezzi.
In deroga all'articolo III-211, qualora accordi in materia di regime monetario o valutario debbano essere negoziati dall'Unione con uno o più Stati o organizzazioni internazionali‚ il Consiglio‚ deliberando su raccomandazione della Commissione e previa consultazione della Banca centrale Europea‚ decide le modalità per la negoziazione e la conclusione di detti accordi. Tali modalità devono assicurare che l'Unione esprima una posizione unica. La Commissione è associata a pieno titolo ai negoziati.
Fatti salvi le competenze e gli accordi dell'Unione relativi all'unione economica e monetaria‚ gli Stati membri possono condurre negoziati nelle istanze internazionali e concludere accordi.

 
 

CAPO VII
RELAZIONI DELL'UNIONE CON LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E I PAESI TERZI E DELEGAZIONI DELL'UNIONE

Articolo III-213

  1. L'Unione attua ogni utile forma di cooperazione con gli organi delle Nazioni Unite e degli istituti specializzati delle Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici.
  2. L'Unione assicura inoltre i collegamenti che ritiene opportuni con altre organizzazioni internazionali.
  3. Il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione e la Commissione sono incaricati dell'attuazione del presente articolo.

Articolo III-214

  1. Le delegazioni dell'Unione nei paesi terzi e presso le organizzazioni internazionali assicurano la rappresentanza dell'Unione.
  2. Le delegazioni dell'Unione sono poste sotto l'autorità del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione. Agiscono in stretta cooperazione con le missioni diplomatiche e consolari degli Stati membri.
 
 

CAPO VIII - ATTUAZIONE DELLA CLAUSOLA DI SOLIDARIETÀ

Articolo III-215

  1. Se uno Stato membro subisce un attacco terroristico o è vittima di una calamità naturale o provocata dall'uomo, gli altri Stati membri, su richiesta delle sue autorità politiche, gli prestano assistenza. A tal fine gli Stati membri si coordinano in sede di Consiglio.
  2. Le modalità di attuazione della clausola di solidarietà di cui all'articolo I-43 da parte dell'Unione sono definite da una decisione Europea adottata dal Consiglio, su proposta congiunta della Commissione e del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione. Quando tale decisione ha implicazioni nel settore della difesa, il Consiglio delibera conformemente all'articolo III-186, paragrafo 1. Il Parlamento Europeo è informato.
  3. Ai fini del presente paragrafo e fatto salvo l'articolo III-230, il Consiglio è assistito dal comitato politico e di sicurezza, con il sostegno delle strutture sviluppate nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, e dal comitato di cui all'articolo III-147 che gli presentano, se del caso, pareri congiunti.
  4. Per consentire all'Unione e agli Stati membri di agire in modo efficace, il Consiglio Europeo valuta regolarmente le minacce cui è confrontata l'Unione.
 
 

TITOLO VI
FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE

CAPO I - DISPOSIZIONI ISTITUZIONALI

SEZIONE 1 - LE ISTITUZIONI

• Sottosezione 1: Il Parlamento Europeo

Articolo III-216

  1. Una legge o una legge quadro Europea del Consiglio stabilisce le misure necessarie per permettere l'elezione dei membri del Parlamento Europeo a suffragio universale diretto‚ secondo una procedura uniforme in tutti gli Stati membri o secondo principi comuni a tutti gli Stati membri.
    Il Consiglio delibera all'unanimità su iniziativa del Parlamento Europeo‚ previa approvazione di quest'ultimo che si pronuncia alla maggioranza dei membri che lo compongono. Tale legge o legge quadro entra in vigore una volta approvata dagli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali.
  2. Una legge Europea del Parlamento Europeo fissa lo statuto e le condizioni generali per l'esercizio delle funzioni dei membri. Il Parlamento Europeo delibera di sua iniziativa, previo parere della Commissione e previa approvazione del Consiglio. Il Consiglio delibera all'unanimità per le norme o le condizioni relative al regime fiscale dei membri o ex membri.

Articolo III-217

La legge Europea fissa lo statuto dei partiti politici a livello Europeo di cui all'articolo I-46, paragrafo 4, in particolare le norme relative al loro finanziamento.

Articolo III-218

A maggioranza dei membri che lo compongono‚ il Parlamento Europeo può chiedere alla Commissione di presentare adeguate proposte sulle questioni per le quali reputa necessaria l'elaborazione di un atto dell'Unione ai fini dell'attuazione della Costituzione. Se la Commissione non presenta una proposta, essa ne comunica le motivazioni al Parlamento Europeo.

Articolo III-219

Nell'ambito delle sue funzioni‚ il Parlamento Europeo‚ su richiesta di un quarto dei membri che lo compongono‚ può costituire una commissione temporanea d'inchiesta incaricata di esaminare‚ fatti salvi i poteri conferiti dalla Costituzione ad altre istituzioni o ad altri organi‚ le denunce di infrazione o di cattiva amministrazione nell'applicazione del diritto dell'Unione‚ salvo quando i fatti di cui trattasi siano pendenti dinanzi a una giurisdizione e fino all'espletamento della procedura giudiziaria.
La commissione temporanea d'inchiesta cessa di esistere con il deposito della sua relazione.
Una legge Europea del Parlamento Europeo fissa le modalità per l'esercizio del diritto d'inchiesta. Il Parlamento Europeo delibera di propria iniziativa previa approvazione del Consiglio e della Commissione.

Articolo III-220

In conformità dell'articolo I-8, paragrafo 2, lettera d) qualsiasi cittadino dell'Unione‚ nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro‚ ha il diritto di presentare‚ individualmente o in associazione con altre persone‚ una petizione al Parlamento Europeo su una materia che rientra nel campo di attività dell'Unione e che lo concerne direttamente.

Articolo III-221

  1. Il Parlamento Europeo elegge il Mediatore Europeo. In conformità dell'articolo I-8, paragrafo 2, lettera d) e dell'articolo I-49, questi è abilitato a ricevere le denunce di qualsiasi cittadino dell'Unione o di qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro‚ e riguardanti casi di cattiva amministrazione nell'azione delle istituzioni, degli organi o degli organismi dell'Unione‚ salvo la Corte di Giustizia dell'Unione Europea nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali.
  2. Conformemente alla sua missione‚ il Mediatore‚ di sua iniziativa o in base alle denunce che gli sono state presentate direttamente o tramite un membro del Parlamento Europeo‚ procede alle indagini che ritiene giustificate‚ tranne quando i fatti in questione formino o abbiano formato oggetto di una procedura giudiziaria. Qualora il Mediatore constati un caso di cattiva amministrazione‚ ne investe l'istituzione, l'organo o l'organismo interessato‚ che dispone di tre mesi per comunicargli il suo parere. Il Mediatore trasmette poi una relazione al Parlamento Europeo e all'istituzione, all'organo o l'organismo interessato. La persona che ha sporto denuncia viene informata del risultato dell'indagine.
    Ogni anno il Mediatore presenta una relazione al Parlamento Europeo sui risultati delle indagini.
  3. Il Mediatore è eletto dopo ogni elezione del Parlamento Europeo per la durata della legislatura. Il mandato è rinnovabile.
  4. Il Mediatore può essere dichiarato dimissionario dalla Corte di Giustizia‚ su richiesta del Parlamento Europeo‚ qualora non risponda più alle condizioni necessarie all'esercizio delle sue funzioni o abbia commesso una colpa grave.
  5. Il Mediatore esercita le sue funzioni in piena indipendenza. Nell'adempimento dei suoi doveri non sollecita né accetta istruzioni da alcuna istituzione, da alcun organo o da alcun organismo. Per tutta la durata del mandato‚ il Mediatore non può esercitare alcuna altra attività professionale‚ remunerata o no.
  6. Una legge del Parlamento Europeo fissa lo statuto e le condizioni generali per l'esercizio delle funzioni del Mediatore. Il Parlamento Europeo delibera di sua iniziativa, previo parere della Commissione e con l'approvazione del Consiglio.

Articolo III-222

Il Parlamento Europeo tiene una sessione annuale. Si riunisce di diritto il secondo martedì del mese di marzo.
Il Parlamento Europeo può riunirsi in sessione straordinaria a richiesta della maggioranza dei membri che lo compongono‚ del Consiglio o della Commissione.

Articolo III-223

  1. Il Consiglio Europeo e il Consiglio dei Ministri sono ascoltati dal Parlamento Europeo‚ secondo le modalità previste dal regolamento interno del Consiglio Europeo e da quello del Consiglio.
  2. La Commissione può assistere a tutte le sedute del Parlamento Europeo e essere ascoltata a sua richiesta. Essa risponde oralmente o per iscritto alle interrogazioni che le sono presentate dal Parlamento Europeo o dai membri di questo.
  3. Il Parlamento Europeo, in seduta pubblica, procede all'esame della relazione generale annuale, che gli è sottoposta dalla Commissione.

Articolo III-224

Salvo disposizioni contrarie della Costituzione‚ il Parlamento Europeo delibera a maggioranza dei suffragi espressi. Il regolamento interno fissa il numero legale.

Articolo III-225

Il Parlamento Europeo stabilisce il suo regolamento interno a maggioranza dei membri che lo compongono.
Gli atti del Parlamento Europeo sono pubblicati conformemente alle condizioni previste dalla Costituzione e dal regolamento interno.

Articolo III-226

Il Parlamento Europeo‚ cui sia presentata una mozione di censura sull'operato della Commissione‚ non può pronunciarsi su tale mozione prima che siano trascorsi almeno tre giorni dal deposito e con scrutinio pubblico.
Se la mozione di censura è approvata a maggioranza di due terzi dei voti espressi e a maggioranza dei membri del Parlamento Europeo, i membri della Commissione rassegnano collettivamente le dimissioni e il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione si dimette dalla Commissione. Rimangono in carica e continuano a curare gli affari di ordinaria amministrazione fino alla loro sostituzione, conformemente agli articoli I-25 e I-26. In questo caso‚ il mandato dei membri della Commissione nominati per sostituirli scade alla data in cui sarebbe scaduto il mandato dei membri della Commissione costretti ad abbandonare collettivamente le loro funzioni.

 

• Sottosezione 2: Il Consiglio Europeo

Articolo III-227

  1. In caso di votazione‚ ciascun membro del Consiglio Europeo può ricevere delega da uno solo degli altri membri.
    Le astensioni dei membri presenti o rappresentati non ostano all'adozione delle deliberazioni del Consiglio Europeo per le quali è richiesta l'unanimità.
  2. Il Presidente del Parlamento Europeo può essere invitato per essere ascoltato dal Consiglio Europeo.
  3. Il Consiglio Europeo delibera a maggioranza semplice in merito alle questioni procedurali e per l'adozione del suo regolamento interno.
  4. Il Consiglio Europeo è assistito dal segretariato generale del Consiglio.
 

• Sottosezione 3: Il Consiglio dei Ministri

Articolo III-228

Il Consiglio si riunisce su convocazione del Presidente, per iniziativa di questi, di uno dei membri o della Commissione.

Articolo III-229

  1. In caso di votazione‚ ciascun membro del Consiglio può ricevere delega da uno solo degli altri membri.
  2. Per le deliberazioni che richiedono la maggioranza semplice, il Consiglio delibera alla maggioranza dei membri che lo compongono.
  3. Le astensioni dei membri presenti o rappresentati non ostano all'adozione delle deliberazioni del Consiglio per le quali è richiesta l'unanimità.

Articolo III-230

  1. Un Comitato costituito dai Rappresentanti Permanenti degli Stati membri è responsabile della preparazione dei lavori del Consiglio e dell'esecuzione dei compiti che quest'ultimo gli assegna. Il Comitato può adottare decisioni di procedura nei casi previsti dal regolamento interno del Consiglio.
  2. Il Consiglio è assistito dal segretariato generale, sotto la responsabilità di un Segretario generale nominato dal Consiglio.
    Il Consiglio decide a maggioranza semplice in merito all'organizzazione del segretariato generale.
  3. Il Consiglio delibera a maggioranza semplice in merito alle questioni procedurali e per l'adozione del suo regolamento interno.

Articolo III-231

Il Consiglio, a maggioranza semplice, può chiedere alla Commissione di procedere a tutti gli studi che ritiene opportuni ai fini del raggiungimento degli obiettivi comuni e di sottoporgli tutte le proposte del caso. Se la Commissione non presenta una proposta, ne comunica le motivazioni al Consiglio.

Articolo III-232

Il Consiglio adotta decisioni Europee che fissano lo statuto dei comitati previsti dalla Costituzione.
Delibera a maggioranza semplice, previa consultazione della Commissione.

 

• Sottosezione 4: La Commissione Europea

Articolo III-233

I membri della Commissione si astengono da ogni atto incompatibile con le loro funzioni. Gli Stati membri rispettano la loro indipendenza e non cercano di influenzarli nell'esecuzione dei loro compiti.
I membri della Commissione non possono‚ per la durata delle loro funzioni‚ esercitare alcun'altra attività professionale‚ rimunerata o meno. Fin dal loro insediamento assumono l'impegno solenne di rispettare‚ per la durata delle loro funzioni e dopo la cessazione di queste‚ gli obblighi derivanti dalla loro carica‚ ed in particolare i doveri di onestà e delicatezza per quanto riguarda l'accettazione‚ dopo tale cessazione‚ di determinate funzioni o vantaggi. In caso di violazione degli obblighi stessi‚ la Corte di Giustizia‚ su istanza del Consiglio che delibera a maggioranza semplice o della Commissione‚ può‚ a seconda dei casi‚ pronunciare le dimissioni d'ufficio alle condizioni previste all'articolo III-235 ovvero la decadenza dal diritto a pensione dell'interessato o da altri vantaggi sostitutivi.

Articolo III-234

  1. A parte i rinnovi regolari e i decessi, le funzioni di un membro della Commissione cessano individualmente per dimissioni volontarie o d'ufficio.
  2. Un posto divenuto vacante a seguito di dimissioni volontarie o d'ufficio o di decesso è coperto, per la restante durata del mandato del membro, da un nuovo membro della stessa nazionalità, nominato dal Consiglio con l'accordo del Presidente della Commissione, previa consultazione del Parlamento Europeo e in conformità dei criteri di cui all'articolo I-27, paragrafo 4.
  3. Il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta del Presidente della Commissione, può decidere che tale posto divenuto vacante non deve essere coperto, in particolare se la restante durata del mandato è breve.
    In caso di dimissioni volontarie o d'ufficio o di decesso, il Presidente è sostituito per la restante durata del mandato, in conformità dell'articolo I-27.
  4. In caso di dimissioni volontarie o d'ufficio o di decesso, il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione è sostituito per la restante durata del suo mandato, in conformità dell'articolo I-28.
  5. In caso di dimissioni volontarie di tutti i membri della Commissione, questi rimangono in carica e continuano a curare gli affari di ordinaria amministrazione fino alla loro sostituzione, per la restante durata del mandato, in conformità degli articoli I-26 e I-27.

Articolo III-235

Qualsiasi membro della Commissione che non risponda più alle condizioni necessarie all'esercizio delle sue funzioni o che abbia commesso una colpa grave può essere dichiarato dimissionario dalla Corte di Giustizia su istanza del Consiglio, che delibera a maggioranza semplice, o della Commissione.

Articolo III-236

Fatto salvo l'articolo I-28, paragrafo 4, le competenze che spettano alla Commissione sono strutturate e ripartite fra i membri dal Presidente, in conformità dell'articolo I-27, paragrafo 3. Il Presidente può modificare la ripartizione delle competenze nel corso del mandato. I membri della Commissione esercitano le funzioni loro attribuite dal Presidente, sotto la sua autorità.

Articolo III-237

La Commissione delibera a maggioranza dei suoi membri. Il regolamento interno fissa il numero legale.

Articolo III-238

  1. La Commissione stabilisce il suo regolamento interno allo scopo di assicurare il proprio funzionamento e quello dei suoi servizi. Provvede alla pubblicazione del regolamento.
  2. La Commissione pubblica ogni anno‚ almeno un mese prima dell'apertura della sessione del Parlamento Europeo‚ una relazione generale sull'attività dell'Unione.
 

• Sottosezione 5: La Corte di Giustizia dell'Unione Europea

Articolo III-239

La Corte di Giustizia si riunisce in sezioni, in grande sezione o in seduta plenaria, conformemente allo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

Articolo III-240

La Corte di Giustizia è assistita da otto avvocati generali. Ove ciò sia richiesto dalla Corte di Giustizia, il Consiglio, deliberando all'unanimità, può adottare una decisione Europea per aumentare il numero degli avvocati generali.
L'avvocato generale ha l'ufficio di presentare pubblicamente‚ con assoluta imparzialità e in piena indipendenza‚ conclusioni motivate sulle cause che, conformemente allo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, richiedono il suo intervento.

Articolo III-241

I giudici e gli avvocati generali della Corte di Giustizia, scelti tra personalità che offrano tutte le garanzie di indipendenza e che riuniscano le condizioni richieste per l'esercizio‚ nei rispettivi paesi‚ delle più alte funzioni giurisdizionali‚ ovvero che siano giureconsulti di notoria competenza, sono nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri, previa consultazione del comitato di cui all'articolo III-243.
Ogni tre anni si procede a un rinnovo parziale dei giudici e degli avvocati generali, alle condizioni previste dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
I giudici designano tra loro‚ per tre anni‚ il Presidente della Corte di Giustizia. Il mandato è rinnovabile.
La Corte di Giustizia adotta il suo regolamento di procedura. Tale regolamento è sottoposto all'approvazione del Consiglio.

Articolo III-242

Il numero dei giudici del Tribunale è fissato dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Lo statuto può prevedere che il Tribunale sia assistito da avvocati generali.
I membri del Tribunale sono scelti tra persone che offrano tutte le garanzie di indipendenza e possiedano la capacità per l'esercizio di alte funzioni giurisdizionali. Sono nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri, previa consultazione del comitato di cui all'articolo III-243.
Ogni tre anni si procede a un rinnovo parziale del Tribunale.
I giudici designano tra loro, per tre anni, il Presidente del Tribunale. Il mandato è rinnovabile. Il Tribunale adotta il suo regolamento di procedura di concerto con la Corte di Giustizia. Tale regolamento è sottoposto all'approvazione del Consiglio.
Salvo quanto diversamente disposto dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, le disposizioni della Costituzione relative alla Corte di Giustizia sono applicabili al Tribunale.

Articolo III-243

È istituito un comitato con l'incarico di fornire un parere sull'adeguatezza dei candidati all'esercizio delle funzioni di giudice e di avvocato generale della Corte di Giustizia e del Tribunale, prima che i governi degli Stati membri procedano alle nomine in conformità degli articoli III-241 e III-242.
Il comitato è composto da sette personalità scelte tra ex membri della Corte di Giustizia e del Tribunale, membri dei massimi organi giurisdizionali nazionali e giuristi di notoria competenza, uno dei quali è proposto dal Parlamento Europeo. Il Consiglio adotta una decisione Europea che stabilisce le regole di funzionamento di detto comitato e una decisione Europea che ne designa i membri. Esso delibera su iniziativa del Presidente della Corte di Giustizia.

Articolo III-244

  1. Il Tribunale è competente a conoscere in primo grado dei ricorsi di cui agli articoli III-251, III-253, III-256, III-258 e III-260, ad eccezione di quelli attribuiti a un tribunale specializzato e di quelli che lo statuto riserva alla Corte di Giustizia. Lo statuto può prevedere che il Tribunale sia competente per altre categorie di ricorsi.
    Le decisioni emesse dal Tribunale ai sensi del presente paragrafo possono essere oggetto di impugnazione dinanzi alla Corte di Giustizia per i soli motivi di diritto e alle condizioni ed entro i limiti previsti dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
  2. Il Tribunale è competente a conoscere dei ricorsi proposti contro le decisioni dei tribunali specializzati istituiti in applicazione dell'articolo III-245. Le decisioni emesse dal Tribunale ai sensi del presente paragrafo possono eccezionalmente essere oggetto di riesame da parte della Corte di Giustizia, alle condizioni ed entro i limiti previsti dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ove sussistano gravi rischi che l'unità o la coerenza del diritto dell'Unione siano compromesse.
  3. Il Tribunale è competente a conoscere delle questioni pregiudiziali, sottoposte ai sensi dell'articolo III-255, in materie specifiche determinate dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
    Il Tribunale, ove ritenga che la causa richieda una decisione di principio che potrebbe compromettere l'unità o la coerenza del diritto dell'Unione, può rinviare la causa dinanzi alla Corte di giustizia affinché si pronunci.
    Le decisioni emesse dal Tribunale su questioni pregiudiziali possono eccezionalmente essere oggetto di riesame da parte della Corte di Giustizia, alle condizioni ed entro i limiti previsti dallo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ove sussistano gravi rischi che l'unità o la coerenza del diritto dell'Unione siano compromesse.

Articolo III-245

  1. La legge Europea può istituire tribunali specializzati presso il Tribunale, incaricati di conoscere in primo grado di talune categorie di ricorsi proposti in materie specifiche. È adottata su proposta della Commissione e previa consultazione della Corte di Giustizia o su richiesta della Corte di giustizia e previa consultazione della Commissione.
  2. La legge Europea sull'istituzione di un tribunale specializzato fissa le regole relative alla composizione di tale tribunale e precisa la portata delle competenze ad esso conferite.
  3. Le decisioni dei tribunali specializzati possono essere oggetto di impugnazione dinanzi al Tribunale per i soli motivi di diritto, o, qualora la legge Europea sull'istituzione del tribunale specializzato lo preveda, anche per motivi di fatto.
  4. I membri dei tribunali specializzati sono scelti tra persone che offrano tutte le garanzie di indipendenza e possiedano la capacità per l'esercizio di funzioni giurisdizionali. Sono nominati dal Consiglio, che delibera all'unanimità.
  5. I tribunali specializzati adottano il loro regolamento di procedura di concerto con la Corte di giustizia. Tale regolamento è sottoposto all'approvazione del Consiglio.
  6. Salvo ove diversamente disposto dalla legge Europea sull'istituzione di un tribunale specializzato, le disposizioni della Costituzione relative alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea e le disposizioni dello statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea si applicano ai tribunali specializzati. Il titolo I dello statuto e l'articolo 64 del medesimo si applicano in ogni caso ai tribunali specializzati.

Articolo III-246

La Commissione‚ quando reputi che uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù della Costituzione‚ emette un parere motivato al riguardo‚ dopo aver posto lo Stato in condizioni di presentare osservazioni.
Qualora lo Stato in causa non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione‚ questa può adire la Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

Articolo III-247

Ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di Giustizia dell'Unione Europea quando reputi che un altro Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù della Costituzione.
Uno Stato membro, prima di proporre contro un altro Stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi che a quest'ultimo incombono in virtù della Costituzione, deve rivolgersi alla Commissione.
La Commissione emette un parere motivato dopo che gli Stati interessati siano posti in condizione di presentare in contraddittorio osservazioni scritte e orali.
Qualora la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda, la mancanza del parere non osta alla facoltà di ricorso alla Corte.

Articolo III-248

  1. Quando la Corte di Giustizia dell'Unione Europea riconosca che uno Stato membro ha mancato ad uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù della Costituzione‚ tale Stato è tenuto a prendere le misure che l'esecuzione della sentenza della Corte comporta.
  2. Se ritiene che lo Stato membro in questione non abbia preso le misure che l'esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea comporta‚ la Commissione, dopo aver posto tale Stato in condizione di presentare osservazioni, può adire la Corte. Precisa l'importo della somma forfettaria o della penalità da versare da parte dello Stato membro in questione, che essa consideri adeguato alle circostanze.
    La Corte‚ qualora riconosca che lo Stato membro in questione non si è conformato alla sentenza da essa pronunciata‚ può comminargli il pagamento di una somma forfettaria o di una penalità.
    Questa procedura lascia impregiudicate le disposizioni dell'articolo III-247.
  3. La Commissione, quando propone ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea in virtù dell'articolo III-246 reputando che lo Stato interessato non abbia adempiuto all'obbligo di comunicare le misure di recepimento di una legge quadro Europea, può, se lo ritiene opportuno, indicare l'importo della somma forfettaria o della penalità da versare da parte di tale Stato che essa consideri adeguato alle circostanze.
    Se la Corte constata l'inadempimento, può comminare allo Stato membro in questione il pagamento di una somma forfettaria o di una penalità entro i limiti dell'importo indicato dalla Commissione. Il pagamento è esigibile nella data fissata dalla Corte nella sentenza.

Articolo III-249

Le leggi Europee, o i regolamenti Europei del Consiglio possono attribuire alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea una competenza giurisdizionale anche di merito per le sanzioni che prevedono.

Articolo III-250

Fatte salve le altre disposizioni della Costituzione, la legge Europea può attribuire alla Corte di giustizia dell'Unione Europea, nella misura da essa stabilita, la competenza a pronunciarsi su controversie connesse con l'applicazione degli atti adottati in base alla Costituzione, che creano titoli Europei di proprietà intellettuale.

Articolo III-251

  1. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea esercita un controllo di legittimità sulle leggi e le leggi quadro Europee, sugli atti del Consiglio, della Commissione e della Banca Centrale Europea che non siano raccomandazioni o pareri, nonché sugli atti del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi. Esercita inoltre un controllo di legittimità sugli atti degli organi o degli organismi dell'Unione destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi.
  2. Ai fini del paragrafo 1, la Corte è competente a pronunciarsi sui ricorsi per incompetenza, violazione delle forme sostanziali, violazione della Costituzione o di qualsiasi regola di diritto concernente la sua applicazione, ovvero per sviamento di potere, proposti da uno Stato membro, dal Parlamento Europeo, dal Consiglio o dalla Commissione.
  3. La Corte è competente, alle condizioni di cui ai paragrafi 1 e 2, a pronunciarsi sui ricorsi che la Corte dei conti, la Banca Centrale Europea e il Comitato delle regioni propongono per salvaguardare le proprie prerogative.
  4. Qualsiasi persona fisica o giuridica può proporre‚ alle condizioni di cui ai paragrafi 1 e 2‚ un ricorso contro gli atti adottati nei suoi confronti o che la riguardano direttamente e individualmente, e contro gli atti regolamentari che la riguardano direttamente e che non comportano alcuna misura d'esecuzione.
  5. Gli atti che istituiscono gli organi e gli organismi dell'Unione possono prevedere condizioni e modalità specifiche relative ai ricorsi proposti da persone fisiche o giuridiche contro atti di detti organi o organismi destinati a produrre effetti giuridici nei loro confronti.
  6. I ricorsi previsti dal presente articolo devono essere proposti nel termine di due mesi a decorrere‚ secondo i casi‚ dalla pubblicazione dell'atto‚ dalla notificazione al ricorrente ovvero‚ in mancanza‚ dal giorno in cui il ricorrente ne ha avuto conoscenza.

Articolo III-252

Se il ricorso è fondato, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea dichiara nullo e non avvenuto l'atto impugnato.
Tuttavia la Corte di Giustizia, ove lo reputi necessario, precisa gli effetti dell'atto annullato che devono essere considerati come definitivi.

Articolo III-253

Qualora, in violazione della Costituzione, il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo, il Consiglio, la Commissione o la Banca Centrale Europea si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell'Unione possono adire la Corte di Giustizia dell'Unione Europea per far constatare tale violazione. Questa disposizione si applica, alle stesse condizioni, agli organi e agli organismi dell'Unione che si astengano dal pronunciarsi.
Il ricorso è ricevibile soltanto quando l'istituzione, l'organo o l'organismo in causa sia stato preventivamente richiesto di agire. Se, allo scadere di un termine di due mesi da tale richiesta, l'istituzione, l'organo o l'organismo non ha preso posizione, il ricorso può essere proposto entro un nuovo termine di due mesi.
Ogni persona fisica o giuridica può adire la Corte alle condizioni stabilite dai commi precedenti per contestare ad una delle istituzioni, organi o organismi dell'Unione di avere omesso di emanare nei suoi confronti un atto che non sia una raccomandazione o un parere.

Articolo III-254

L'istituzione, l'organo o l'organismo da cui emana l'atto annullato o la cui astensione sia stata dichiarata contraria alla Costituzione è tenuto a prendere le misure che l'esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea comporta.
Tale obbligo non pregiudica quello eventualmente risultante dall'applicazione dell'articolo III-317, secondo comma.

Articolo III-255

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea è competente a pronunciarsi, in via pregiudiziale, sull'interpretazione della Costituzione e sulla validità e l'interpretazione degli atti compiuti dalle istituzioni, dagli organi e dagli organismi dell'Unione.
Quando una questione del genere è sollevata dinanzi ad una giurisdizione di uno degli Stati membri, tale giurisdizione può, qualora reputi necessaria per emanare la sua sentenza una decisione su questo punto, domandare alla Corte di pronunciarsi sulla questione.
Quando una questione del genere è sollevata in un giudizio pendente davanti a una giurisdizione nazionale, avverso le cui decisioni non possa proporsi un ricorso giurisdizionale di diritto interno, tale giurisdizione è tenuta a rivolgersi alla Corte.
Quando una questione del genere è sollevata in un giudizio pendente davanti a una giurisdizione nazionale e riguardante una persona in stato di detenzione, la Corte statuisce il più rapidamente possibile.

Articolo III-256

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea è competente a conoscere delle controversie relative al risarcimento dei danni di cui all'articolo III-317, secondo e terzo comma.

Articolo III-257

La Corte di Giustizia è competente a pronunciarsi sulla legittimità di un atto adottato dal Consiglio Europeo o dal Consiglio a norma dell'articolo I-58 unicamente su domanda dello Stato membro interessato oggetto di una constatazione del Consiglio Europeo o del Consiglio e per quanto concerne il rispetto delle sole prescrizioni di carattere procedurale previste dal suddetto articolo.
La domanda deve essere formulata entro il termine di un mese a decorrere da detta constatazione.
La Corte statuisce entro il termine di un mese a decorrere dalla data della domanda.

Articolo III-258

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea è competente a pronunciarsi su qualsiasi controversia tra l'Unione e gli agenti di questa, nei limiti e alle condizioni determinati dallo statuto dei funzionari dell'Unione e dal regime applicabile agli altri agenti dell'Unione.

Articolo III-259

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea è competente, nei limiti sotto specificati, a conoscere delle controversie in materia di:

  1. esecuzione degli obblighi degli Stati membri derivanti dallo statuto della Banca Europea per gli investimenti. Il consiglio di amministrazione della Banca dispone a tale riguardo dei poteri riconosciuti alla Commissione dall'articolo III-246;
  2. deliberazioni del consiglio dei governatori della Banca Europea per gli investimenti. Ciascuno Stato membro, la Commissione e il consiglio di amministrazione della Banca possono proporre un ricorso in materia, alle condizioni previste all'articolo III-251;
  3. deliberazioni del consiglio di amministrazione della Banca Europea per gli investimenti. I ricorsi avverso tali deliberazioni possono essere proposti, alle condizioni fissate all'articolo III-251, soltanto dagli Stati membri o dalla Commissione e unicamente per violazione delle forme di cui all'articolo 21, paragrafo 2 e paragrafi da 5 a 7 inclusi, dello statuto della Banca;
  4. esecuzione, da parte delle banche centrali nazionali, degli obblighi derivanti dalla Costituzione e dallo statuto del Sistema Europeo di banche centrali e della Banca centrale Europea. Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea dispone al riguardo, nei confronti delle banche centrali nazionali, dei poteri riconosciuti alla Commissione dall'articolo III-246 nei confronti degli Stati membri.

Quando la Corte di Giustizia dell'Unione Europea riconosca che una banca centrale nazionale ha mancato ad uno degli obblighi ad essa incombenti in virtù della Costituzione, tale banca è tenuta a prendere le disposizioni che l'esecuzione della sentenza della Corte comporta.

Articolo III-260

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea è competente a giudicare in virtù di una clausola compromissoria contenuta in un contratto di diritto pubblico o di diritto privato stipulato dall'Unione o per conto di questa.

Articolo III-261

  1. Fatte salve le competenze attribuite alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea dalla Costituzione, le controversie nelle quali l'Unione sia parte non sono, per tale motivo, sottratte alla competenza delle giurisdizioni nazionali.
  2. Gli Stati membri s'impegnano a non sottoporre una controversia relativa all'interpretazione o all'applicazione della Costituzione a un modo di composizione diverso da quelli previsti dalla Costituzione stessa.
  3. La Corte di Giustizia è competente a conoscere di qualsiasi controversia tra Stati membri in connessione con l'oggetto della Costituzione, quando tale controversia le venga sottoposta in virtù di un compromesso.

Articolo III-262

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea non è competente riguardo agli articoli I-40 e I-41, alle disposizioni del capo II del titolo V relative alla politica estera e di sicurezza comune e all'articolo III-179 per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza comune.
Tuttavia, la Corte è competente a controllare il rispetto dell'articolo III-194 e a pronunciarsi sui ricorsi, proposti secondo le condizioni di cui all'articolo III-251, paragrafo 4, riguardanti il controllo della legittimità delle decisioni Europee che prevedono misure restrittive nei confronti di persone fisiche o giuridiche adottate dal Consiglio in base al capo II del titolo V.

Articolo III-263

Nell'esercizio delle attribuzioni relative alle disposizioni delle sezioni 4 e 5 e del capo IV del titolo III concernenti lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea non è competente a esaminare la validità o la proporzionalità di operazioni effettuate dalla polizia o da altri servizi incaricati dell'applicazione della legge di uno Stato membro o l'esercizio delle responsabilità incombenti agli Stati membri per il mantenimento dell'ordine pubblico e la salvaguardia della sicurezza interna.

Articolo III-264

Nell'eventualità di una controversia che mette in causa un atto di portata generale adottato da un'istituzione, un organo o un organismo dell'Unione, ciascuna parte può, anche dopo lo spirare del termine previsto all'articolo III-251, paragrafo 6, valersi dei motivi previsti all'articolo III-251, paragrafo 2, per invocare dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea l'inapplicabilità dell'atto stesso.

Articolo III-265

  1. I ricorsi proposti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea non hanno effetto sospensivo. Tuttavia, la Corte può, quando reputi che le circostanze lo richiedono, ordinare la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato.
  2. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nelle cause che le sono proposte, può ordinare le misure provvisorie necessarie.

Articolo III-266

Le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea hanno forza esecutiva alle condizioni fissate all'articolo III-287.

Articolo III-267

Lo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea è stabilito con un protocollo.
La legge Europea può modificare le disposizioni dello statuto, ad eccezione del titolo I e dell'articolo 64. È adottata su richiesta della Corte di Giustizia previa consultazione della Commissione o su proposta della Commissione previa consultazione della Corte di Giustizia.

 

• Sottosezione 6: La Banca Centrale Europea

Articolo III-268

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea comprende i membri del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea e i governatori delle banche centrali nazionali degli Stati membri senza deroga ai sensi dell'articolo III-91.
Il comitato esecutivo comprende il Presidente‚ il vicePresidente e quattro altri membri. Il Presidente‚ il vicePresidente e gli altri membri del comitato esecutivo sono nominati‚ tra persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario‚ dal Consiglio Europeo che delibera a maggioranza qualificata su raccomandazione del Consiglio e previa consultazione del Parlamento Europeo e del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.
Il loro mandato ha una durata di otto anni e non è rinnovabile.
Soltanto cittadini degli Stati membri possono essere membri del comitato esecutivo.



Articolo III-269

  1. Il Presidente del Consiglio e un membro della Commissione possono partecipare‚ senza diritto di voto‚ alle riunioni del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Il Presidente del Consiglio può sottoporre una mozione alla delibera del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.
  2. Il Presidente della Banca Centrale Europea è invitato a partecipare alle riunioni del Consiglio quando quest'ultimo discute su argomenti relativi agli obiettivi e ai compiti del Sistema Europeo di banche centrali.
  3. La Banca Centrale Europea trasmette al Parlamento Europeo‚ al Consiglio e alla Commissione, nonché al Consiglio Europeo‚ una relazione annuale sull'attività del Sistema Europeo di banche centrali e sulla politica monetaria dell'anno precedente e dell'anno in corso. Il Presidente della Banca Centrale Europea presenta tale relazione al Consiglio e al Parlamento Europeo‚ che può procedere su questa base a un dibattito generale.
  4. Il Presidente della Banca Centrale Europea e gli altri membri del comitato esecutivo possono‚ a richiesta del Parlamento Europeo o di propria iniziativa‚ essere ascoltati dagli organi competenti del Parlamento Europeo.
 

• Sottosezione 7: La Corte dei conti

Articolo III-270

  1. La Corte dei conti esamina i conti di tutte le entrate e le spese dell'Unione. Esamina del pari i conti di tutte le entrate e le spese di ogni organo o organismo creato dall'Unione, nella misura in cui l'atto che istituisce l'organo o l'organismo in questione non escluda tale esame.
    La Corte dei conti presenta al Parlamento Europeo e al Consiglio una dichiarazione, in cui attesta l'affidabilità dei conti e la legittimità e la regolarità delle relative operazioni, che è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea. Detta dichiarazione può essere completata da valutazioni specifiche per ciascuno dei principali settori di attività dell'Unione.
  2. La Corte dei conti controlla la legittimità e la regolarità delle entrate e delle spese ed accerta la sana gestione finanziaria. Nell'esercitare tale controllo, riferisce in particolare su ogni caso di irregolarità.
    Il controllo delle entrate si effettua in base agli accertamenti ed ai versamenti delle entrate all'Unione.
    Il controllo delle spese si effettua in base agli impegni ed ai pagamenti.
    Tali controlli possono essere effettuati prima della chiusura dei conti dell'esercizio di bilancio considerato.
  3. Il controllo ha luogo tanto sui documenti quanto, in caso di necessità, sul posto, presso le altre istituzioni, nei locali di qualsiasi organo o organismo che gestisca le entrate o le spese per conto dell'Unione e negli Stati membri, compresi i locali di persone fisiche o giuridiche che ricevano contributi a carico del bilancio. Il controllo negli Stati membri si effettua in collaborazione con le istituzioni nazionali di controllo o, se queste non hanno la necessaria competenza, con i servizi nazionali competenti. La Corte dei conti e le istituzioni nazionali di controllo degli Stati membri cooperano in uno spirito di reciproca fiducia, pur mantenendo la loro indipendenza. Tali istituzioni o servizi comunicano alla Corte dei conti se intendono partecipare al controllo. Le altre istituzioni, gli organi o gli organismi che gestiscono le entrate o le spese per conto dell'Unione, le persone fisiche o giuridiche che ricevono contributi a carico del bilancio e le istituzioni nazionali di controllo o, se queste non hanno la necessaria competenza, i servizi nazionali competenti trasmettono alla Corte dei conti, a sua richiesta, i documenti e le informazioni necessari all'espletamento delle sue funzioni.
    Per quanto riguarda l'attività della Banca Europea per gli investimenti in merito alla gestione delle entrate e delle spese dell'Unione, il diritto della Corte dei conti di accedere alle informazioni in possesso della Banca è disciplinato da un accordo tra la Corte, la Banca e la Commissione. In mancanza di un accordo, la Corte ha tuttavia accesso alle informazioni necessarie al controllo delle entrate e delle spese dell'Unione gestite dalla Banca.
  4. Dopo la chiusura di ciascun esercizio, la Corte dei conti stende una relazione annuale. Questa è trasmessa alle altre istituzioni ed è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea, accompagnata dalle risposte delle istituzioni alle osservazioni della Corte dei conti.
    La Corte dei conti può inoltre presentare in ogni momento osservazioni su problemi particolari sotto forma, tra l'altro, di relazioni speciali e dare pareri su richiesta di una delle altre istituzioni; adotta le relazioni annuali, le relazioni speciali o i pareri a maggioranza dei membri che la compongono. Ha tuttavia la possibilità di istituire nel suo ambito delle sezioni per adottare talune categorie di relazioni o di pareri, alle condizioni previste nel regolamento interno. Assiste il Parlamento Europeo e il Consiglio nell'esercizio della funzione di controllo dell'esecuzione del bilancio. La Corte dei conti adotta il suo regolamento interno. Tale regolamento è sottoposto all'approvazione del Consiglio.

Articolo III-271

  1. I membri della Corte dei conti sono scelti tra personalità che fanno o hanno fatto parte‚ nei rispettivi Stati‚ delle istituzioni di controllo esterno o che posseggono una qualifica specifica per tale funzione. Devono offrire tutte le garanzie d'indipendenza.
  2. I membri della Corte dei conti sono nominati per un periodo di sei anni. Il mandato è rinnovabile. Il Consiglio adotta una decisione Europea che stabilisce l'elenco dei membri, redatto conformemente alle proposte presentate da ciascuno Stato membro. Delibera previa consultazione del Parlamento Europeo.
    I membri della Corte dei conti designano tra loro, per tre anni, il Presidente. Il mandato è rinnovabile.
  3. Nell'adempimento dei loro doveri‚ i membri della Corte dei conti non sollecitano né accettano istruzioni da alcun governo né da alcun organismo. Si astengono da ogni atto incompatibile con il carattere delle loro funzioni.
  4. I membri della Corte dei conti non possono‚ per la durata delle loro funzioni‚ esercitare alcun'altra attività professionale‚ retribuita o no. Fin dall'insediamento‚ assumono l'impegno solenne di rispettare‚ per la durata delle loro funzioni e dopo la cessazione di queste‚ gli obblighi derivanti dalla loro carica ed in particolare i doveri di onestà e delicatezza per quanto riguarda l'accettare‚ dopo tale cessazione‚ determinate funzioni o vantaggi.
  5. A parte i rinnovi regolari e i decessi‚ le funzioni dei membri della Corte dei conti cessano individualmente per dimissioni volontarie o per dimissioni d'ufficio dichiarate dalla Corte di giustizia conformemente al paragrafo 6.
    L'interessato è sostituito per la restante durata del mandato.
    Salvo il caso di dimissioni d'ufficio‚ i membri della Corte dei conti restano in carica fino a quando non si sia provveduto alla loro sostituzione.
  6. I membri della Corte dei conti possono essere destituiti dalle loro funzioni oppure essere dichiarati decaduti dal diritto alla pensione o da altri vantaggi sostitutivi soltanto se la Corte di giustizia constata‚ su richiesta della Corte dei conti‚ che non sono più in possesso dei requisiti necessari o non soddisfano più agli obblighi derivanti dalla loro carica.
 
 

SEZIONE 2 - ORGANI CONSULTIVI DELL'UNIONE

• Sottosezione 1: Il Comitato delle regioni

Articolo III-272

Il numero dei membri del Comitato delle regioni non è superiore a 350. Il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta della Commissione, adotta una decisione Europea che determina la composizione del Comitato.
I membri del Comitato e un numero uguale di supplenti sono nominati per cinque anni. Il mandato è rinnovabile.
I membri del Comitato non possono essere nel contempo membri del Parlamento Europeo.
Il Consiglio adotta la decisione Europea che stabilisce l'elenco dei membri e dei supplenti, redatto conformemente alle proposte presentate da ciascuno Stato membro.
Alla scadenza del mandato di cui all'articolo I-32, paragrafo 2 in virtù del quale sono stati proposti, il mandato dei membri del Comitato termina automaticamente e essi sono sostituiti per la restante durata di detto mandato secondo la medesima procedura.

Articolo III-273

Il Comitato delle regioni designa tra i membri il Presidente e l'ufficio di presidenza per la durata di due anni e mezzo.
È convocato dal Presidente su richiesta del Parlamento Europeo, del Consiglio o della Commissione.
Può altresì riunirsi di sua iniziativa.
Stabilisce il proprio regolamento interno.

Articolo III-274

Il Parlamento Europeo, il Consiglio o la Commissione consultano il Comitato delle regioni nei casi previsti dalla Costituzione e in tutti gli altri casi in cui una di tali istituzioni lo ritenga opportuno, in particolare nei casi concernenti la cooperazione transfrontaliera.
Qualora lo reputino necessario‚ il Parlamento Europeo, il Consiglio o la Commissione fissano al Comitato‚ per la presentazione del suo parere‚ un termine che non può essere inferiore a un mese a decorrere dalla data della comunicazione inviata a tal fine al Presidente. Allo spirare del termine fissato si può non tener conto dell'assenza di parere.
Quando il Comitato economico e sociale è consultato‚ il Parlamento Europeo, il Consiglio o la Commissione informano il Comitato delle regioni di tale domanda di parere. Il Comitato delle regioni, qualora ritenga che sono in causa interessi regionali specifici, può formulare un parere in materia. Può inoltre formulare un parere di sua iniziativa.
Il parere del Comitato è trasmesso al Parlamento Europeo, al Consiglio e alla Commissione‚ unitamente a un resoconto delle sue deliberazioni.

 

• Sottosezione 2: Il Comitato economico e sociale

Articolo III-275

Il numero dei membri del Comitato economico e sociale non è superiore a 350. Il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta della Commissione, adotta una decisione Europea che determina la composizione del Comitato.

Articolo III-276

I membri del Comitato economico e sociale sono nominati per cinque anni. Il mandato è rinnovabile. Il Consiglio adotta la decisione Europea che stabilisce l'elenco dei membri, redatto conformemente alle proposte presentate da ciascuno Stato membro.
Il Consiglio delibera previa consultazione della Commissione. Può chiedere il parere delle organizzazioni Europee rappresentative dei diversi settori economici e sociali e della società civile interessati all'attività dell'Unione.



Articolo III-277

Il Comitato economico e sociale designa tra i membri il Presidente e l'ufficio di presidenza per una durata di due anni e mezzo.
È convocato dal Presidente su richiesta del Parlamento Europeo, del Consiglio o della Commissione.
Può altresì riunirsi di sua iniziativa.
Stabilisce il proprio regolamento interno.

Articolo III-278

Il Parlamento Europeo, il Consiglio o la Commissione consultano il Comitato economico e sociale nei casi previsti dalla Costituzione. Tali istituzioni possono consultare detto Comitato in tutti i casi in cui lo ritengano opportuno. Il Comitato può anche formulare un parere di sua iniziativa.
Qualora lo reputino necessario‚ il Parlamento Europeo, il Consiglio o la Commissione fissano al Comitato‚ per la presentazione del suo parere‚ un termine che non può essere inferiore ad un mese a decorrere dalla data della comunicazione inviata a tal fine al Presidente. Allo spirare del termine fissato si può non tener conto dell'assenza di parere.
Il parere del Comitato è trasmesso al Parlamento Europeo, al Consiglio e alla Commissione‚ unitamente a un resoconto delle sue deliberazioni.

 
 

SEZIONE 3 – LA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI

Articolo III-279

La Banca Europea per gli investimenti ha personalità giuridica.
I suoi membri sono gli Stati membri.
Lo statuto della Banca costituisce l'oggetto di un protocollo.
Una legge Europea del Consiglio può modificare lo statuto della Banca. Il Consiglio delibera all'unanimità, su richiesta della Banca e previa consultazione del Parlamento Europeo e della Commissione o su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento Europeo e della Banca.

Articolo III-280

La Banca ha il compito di contribuire‚ facendo appello al mercato dei capitali ed alle proprie risorse‚ allo sviluppo equilibrato e senza scosse del mercato interno nell'interesse dell'Unione. A tal fine facilita‚ mediante la concessione di prestiti e garanzie‚ senza perseguire scopi di lucro‚ il finanziamento dei seguenti progetti in tutti i settori dell'economia:

  1. progetti contemplanti la valorizzazione delle regioni meno sviluppate;
  2. progetti volti all'ammodernamento o alla riconversione di imprese oppure alla creazione di nuove attività richieste dalla graduale realizzazione del mercato interno che‚ per ampiezza o natura‚ non possono essere interamente assicurati dai vari mezzi di finanziamento esistenti nei singoli Stati membri;
  3. progetti di interesse comune per più Stati membri che‚ per ampiezza o natura‚ non possono essere completamente assicurati dai vari mezzi di finanziamento esistenti nei singoli Stati membri.

Nello svolgimento dei suoi compiti la Banca facilita il finanziamento di programmi di investimento congiuntamente con gli interventi dei fondi strutturali e degli altri strumenti finanziari dell'Unione.

 
 

SEZIONE 4 - DISPOSIZIONI COMUNI ALLE ISTITUZIONI, AGLI ORGANI E AGLI ORGANISMI DELL'UNIONE

Articolo III-281

  1. Quando‚ in virtù della Costituzione‚ un atto del Consiglio è adottato su proposta della Commissione‚ il Consiglio può emanare un atto che costituisca emendamento della proposta solo deliberando all'unanimità‚ salvo nei casi di cui agli articoli I-55, I-56, III-282‚ paragrafi 10 e 13, III-290 e III-291, paragrafo 2.
  2. Fintantoché il Consiglio non ha deliberato‚ la Commissione può modificare la sua proposta in ogni fase delle procedure che portano all'adozione di un atto dell'Unione.

Articolo III-282

Quando, in virtù della Costituzione, le leggi o le leggi quadro Europee sono adottate secondo la procedura legislativa ordinaria, si applicano le disposizioni che seguono.

  1. La Commissione presenta una proposta al Parlamento Europeo e al Consiglio.

    Prima lettura
  2. Il Parlamento Europeo adotta la sua posizione in prima lettura e la trasmette al Consiglio.
  3. Se il Consiglio approva la posizione del Parlamento Europeo, l'atto in questione è adottato nella formulazione che corrisponde alla posizione del Parlamento Europeo.
  4. Se il Consiglio non approva la posizione del Parlamento Europeo, esso adotta la sua posizione in prima lettura e la trasmette al Parlamento Europeo.
  5. Il Consiglio informa esaurientemente il Parlamento Europeo dei motivi che l'hanno indotto ad adottare la sua posizione in prima lettura. La Commissione informa esaurientemente il Parlamento Europeo della sua posizione.

    Seconda lettura
  6. Se, entro un termine di tre mesi da tale comunicazione, il Parlamento Europeo:
    1. approva la posizione del Consiglio in prima lettura o non si è pronunciato, l'atto in questione si considera adottato nella formulazione che corrisponde alla posizione del Consiglio;
    2. respinge la posizione del Consiglio in prima lettura a maggioranza dei membri che lo compongono, l'atto proposto si considera non adottato;
    3. propone emendamenti alla posizione del Consiglio in prima lettura a maggioranza dei membri che lo compongono, il testo così emendato è comunicato al Consiglio e alla Commissione che formula un parere su tali emendamenti.
  7. Se, entro un termine di tre mesi dal ricevimento degli emendamenti del Parlamento Europeo, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata:
    1. approva tutti gli emendamenti, l'atto in questione si considera adottato;
    2. non approva tutti gli emendamenti, il Presidente del Consiglio, d'intesa con il Presidente del Parlamento Europeo, convoca entro sei settimane il comitato di conciliazione.
  8. Il Consiglio delibera all'unanimità sugli emendamenti su cui la Commissione ha dato parere negativo.

    Conciliazione
  9. Il comitato di conciliazione, che riunisce i membri del Consiglio o i loro rappresentanti ed altrettanti membri rappresentanti il Parlamento Europeo, ha il compito di giungere ad un accordo su un progetto comune a maggioranza qualificata dei membri del Consiglio o dei loro rappresentanti e a maggioranza dei membri rappresentanti il Parlamento Europeo entro un termine di sei settimane dalla convocazione, basandosi sulle posizioni del Parlamento e del Consiglio in seconda lettura.
  10. La Commissione partecipa ai lavori del comitato di conciliazione e prende ogni iniziativa necessaria per favorire un ravvicinamento fra la posizione del Parlamento Europeo e quella del Consiglio.
  11. Se, entro un termine di sei settimane dalla convocazione, il comitato di conciliazione non approva un progetto comune, l'atto in questione si considera non adottato.

    Terza lettura
  12. Se, entro tale termine, il comitato di conciliazione approva un progetto comune, il Parlamento Europeo e il Consiglio dispongono ciascuno di un termine di sei settimane a decorrere dall'approvazione per adottare l'atto in questione in base al progetto comune; il Parlamento Europeo delibera a maggioranza dei voti espressi e il Consiglio a maggioranza qualificata. In mancanza di una decisione, l'atto in questione si considera non adottato.
  13. I termini di tre mesi e di sei settimane di cui al presente articolo sono prorogati rispettivamente di un mese e di due settimane, al massimo, su iniziativa del Parlamento Europeo o del Consiglio.

    Disposizioni particolari
  14. Quando, nei casi previsti dalla Costituzione, una legge o una legge quadro è soggetta alla procedura legislativa ordinaria su iniziativa di un gruppo di Stati membri, su raccomandazione della Banca Centrale Europea, o su richiesta della Corte di Giustizia o della Banca Europea per gli investimenti, il paragrafo 2, il paragrafo 6, seconda frase, e il paragrafo 9 non sono applicabili. In tali casi, il Parlamento Europeo e il Consiglio trasmettono alla Commissione il progetto di atto insieme alle loro posizioni in prima e seconda lettura. Il Parlamento Europeo o il Consiglio possono chiedere il parere della Commissione durante tutta la procedura, parere che la Commissione può altresì formulare di sua iniziativa. Se lo reputa necessario, può anche partecipare al comitato di conciliazione nei termini di cui al paragrafo 11.

Articolo III-283

Il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione procedono a reciproche consultazioni e definiscono di comune accordo le modalità della cooperazione. A tale scopo, nel rispetto della Costituzione, possono concludere accordi interistituzionali che possono assumere un carattere vincolante.

Articolo III-284

  1. Nell'assolvere i loro compiti, le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione si basano su un'amministrazione Europea aperta, efficace ed indipendente.
  2. La legge Europea fissa le disposizioni specifiche applicabili, nel rispetto dello statuto e del regime adottati sulla base dell'articolo III-313.

Articolo III-285

  1. Le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione garantiscono la trasparenza dei loro lavori e definiscono nei rispettivi regolamenti interni, in applicazione dell'articolo I-50, le disposizioni specifiche relative all'acceso del pubblico ai documenti. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea, la Banca Centrale Europea e la Banca Europea per gli investimenti sono soggette alle disposizioni dell'articolo I-50, paragrafo 3 e del presente articolo soltanto allorché esercitano funzioni amministrative.
  2. Il Parlamento Europeo e il Consiglio provvedono alla pubblicità dei documenti relativi alle procedure legislative nel rispetto delle condizioni previste dalla legge di cui all'articolo I-50, paragrafo 4.


Articolo III-286

Il Consiglio adotta i regolamenti Europei e le decisioni Europee che fissano:

  1. gli stipendi, indennità e pensioni del Presidente del Consiglio Europeo, del Presidente della Commissione, del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, dei membri della Commissione, dei presidenti, dei membri e dei cancellieri della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, nonché del Segretario generale del Consiglio;
  2. le condizioni di impiego, in particolare gli stipendi, indennità e pensioni del Presidente e dei membri della Corte dei conti;
  3. tutte le indennità sostitutive di retribuzione delle persone di cui ai punti 1. e 2.

Il Consiglio adotta i regolamenti Europei e le decisioni Europee che fissano le indennità dei membri del Comitato economico e sociale.

 

Articolo III-287

Gli atti del Consiglio, della Commissione o della Banca Centrale Europea che comportano, a carico di persone che non siano gli Stati membri, un obbligo pecuniario costituiscono titolo esecutivo.
L'esecuzione forzata è regolata dalle norme di procedura civile vigenti nello Stato membro sul cui territorio viene effettuata. La formula esecutiva è apposta‚ con la sola verificazione dell'autenticità del titolo‚ dall'autorità nazionale che il governo di ciascuno degli Stati membri designa a tal fine‚ informandone la Commissione e la Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
Assolte tali formalità a richiesta dell'interessato‚ quest'ultimo può ottenere l'esecuzione forzata richiedendola direttamente all'autorità competente secondo la legislazione nazionale.
L'esecuzione forzata può essere sospesa soltanto in virtù di una decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Tuttavia‚ il controllo della regolarità delle disposizioni esecutive è di competenza delle giurisdizioni nazionali.

 
 

CAPO II - DISPOSIZIONI FINANZIARIE

SEZIONE 1 - QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE

Articolo III-288

  1. Il quadro finanziario pluriennale è stabilito per un periodo di almeno cinque anni conformemente all'articolo I-55.
  2. Il quadro finanziario fissa gli importi dei massimali annui degli stanziamenti per impegni per categoria di spesa e del massimale annuo degli stanziamenti per pagamenti. Le categorie di spesa, in numero limitato, corrispondono ai grandi settori di attività dell'Unione.
  3. Il quadro finanziario prevede ogni altra disposizione utile per il corretto svolgimento della procedura annuale di bilancio.
  4. Qualora la legge Europea del Consiglio che fissa un nuovo quadro finanziario non sia stata adottata alla scadenza del quadro finanziario precedente, i massimali e le altre disposizioni vigenti nell'ultimo anno coperto sono prorogati fino all'adozione di detta legge.
  5. Nel corso dell'intera procedura di adozione del quadro finanziario, il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione adottano ogni misura necessaria a facilitare l'esito favorevole della procedura stessa.
 

SEZIONE 2 - BILANCIO ANNUALE DELL'UNIONE

Articolo III-289

L'esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e si chiude il 31 dicembre.

Articolo III-290

La legge Europea stabilisce il bilancio annuale dell'Unione in conformità delle disposizioni in appresso.

  1. Ciascuna istituzione elabora‚ anteriormente al 1° luglio‚ uno stato di previsione delle spese per l'esercizio finanziario successivo. La Commissione raggruppa tali stati di previsione in un progetto di bilancio‚ che può comportare previsioni divergenti. Tale progetto comprende una previsione delle entrate e una previsione delle spese.
  2. La Commissione sottopone una proposta contenente il progetto di bilancio al Parlamento Europeo e al Consiglio non oltre il 1º settembre dell'anno che precede quello dell'esecuzione del bilancio.
    La Commissione può modificare il progetto di bilancio nel corso della procedura, fino alla convocazione del comitato di conciliazione di cui al paragrafo 5.
  3. Il Consiglio adotta la sua posizione sul progetto di bilancio e la comunica al Parlamento Europeo non oltre il 1° ottobre dell'anno che precede quello dell'esecuzione del bilancio. Informa esaurientemente il Parlamento Europeo dei motivi che l'hanno indotto a adottare tale posizione.
  4. Se‚ entro un termine di quarantadue giorni dalla comunicazione, il Parlamento Europeo:
    1. approva la posizione del Consiglio, la legge Europea che stabilisce il bilancio si considera adottata;
    2. non ha deliberato, la legge Europea che stabilisce il bilancio si considera adottata;
    3. adotta, a maggioranza dei membri che lo compongono, degli emendamenti, il progetto emendato è trasmesso al Consiglio e alla Commissione. Il Presidente del Parlamento Europeo, d'intesa con il Presidente del Consiglio, convoca senza indugio il comitato di conciliazione. Tuttavia, il comitato di conciliazione non si riunisce se, entro un termine di dieci giorni da detta trasmissione, il Consiglio comunica al Parlamento Europeo che approva tutti gli emendamenti.
  5. Il comitato di conciliazione, che riunisce i membri del Consiglio o i loro rappresentanti ed altrettanti rappresentanti del Parlamento Europeo, ha il compito di giungere, basandosi sulle posizioni del Parlamento Europeo e del Consiglio, a un accordo su un progetto comune, a maggioranza qualificata dei membri del Consiglio o dei loro rappresentanti e a maggioranza dei rappresentanti del Parlamento Europeo, entro un termine di ventuno giorni dalla convocazione.
    La Commissione partecipa ai lavori del comitato di conciliazione e prende ogni iniziativa necessaria per favorire un ravvicinamento fra la posizione del Parlamento Europeo e quella del Consiglio.
  6. Se, entro il termine di ventuno giorni di cui al paragrafo 5, il comitato di conciliazione giunge a un accordo su un progetto comune, il Parlamento Europeo e il Consiglio dispongono ciascuno di un termine di quattordici giorni a decorrere dalla data di tale accordo per approvare il progetto comune.
  7. Se, entro il termine di quattordici giorni di cui al paragrafo 6:
    1. sia il Parlamento Europeo sia il Consiglio approvano il progetto comune o non riescono a deliberare, o se una delle due istituzioni approva il progetto comune mentre l'altra non riesce a deliberare, la legge Europea che stabilisce il bilancio si considera definitivamente adottata in conformità del progetto comune, o
    2. sia il Parlamento Europeo, deliberando a maggioranza dei membri che lo compongono, sia il Consiglio respingono il progetto comune, o se una delle due istituzioni respinge il progetto comune mentre l'altra non delibera, la Commissione sottopone un nuovo progetto di bilancio, o
    3. il Parlamento Europeo, deliberando a maggioranza dei membri che lo compongono, respinge il progetto comune mentre il Consiglio lo approva, la Commissione sottopone un nuovo progetto di bilancio, o
    4. il Parlamento Europeo approva il progetto comune, mentre il Consiglio lo respinge, il Parlamento può, entro un termine di quattordici giorni a decorrere dalla data del respingimento da parte del Consiglio e deliberando a maggioranza dei membri che lo compongono e dei tre quinti dei voti espressi, decidere di confermare tutti gli emendamenti di cui al paragrafo 4, lettera c) o parte di essi. Se un emendamento del Parlamento non è confermato, è mantenuta la posizione concordata in seno al comitato di conciliazione sulla linea di bilancio oggetto di tale emendamento. La legge Europea che stabilisce il bilancio si considera definitivamente adottata su questa base.
  8. Se, entro il termine di ventuno giorni di cui al paragrafo 5, il comitato di conciliazione non giunge a un accordo su un progetto comune, la Commissione sottopone un nuovo progetto di bilancio.
  9. Quando la procedura di cui al presente articolo è espletata, il Presidente del Parlamento Europeo constata che la legge Europea che stabilisce il bilancio è definitivamente adottata.
  10. Ciascuna istituzione esercita i poteri ad essa attribuiti dal presente articolo nel rispetto delle disposizioni della Costituzione e degli atti adottati a sua norma, in particolare in materia di risorse proprie dell'Unione e di equilibrio delle entrate e delle spese.

Articolo III-291

Se all'inizio dell'esercizio finanziario la legge Europea che stabilisce il bilancio non è stata definitivamente adottata‚ le spese possono essere effettuate mensilmente per capitolo conformemente alle disposizioni della legge Europea di cui all'articolo III-298‚ nel limite di un dodicesimo degli stanziamenti iscritti nel capitolo in questione del bilancio dell'esercizio precedente‚ senza poter superare il dodicesimo degli stanziamenti previsti nello stesso capitolo del progetto di bilancio.
Il Consiglio, su proposta della Commissione e nel rispetto delle condizioni fissate al paragrafo 1, può adottare una decisione Europea che autorizza spese superiori al limite del dodicesimo in conformità delle disposizioni della legge Europea di cui all'articolo III-298. Esso la trasmette immediatamente al Parlamento Europeo.
La decisione Europea prevede le misure necessarie in materia di risorse ai fini dell'applicazione del presente articolo, nel rispetto delle leggi Europee di cui all'articolo I-54, paragrafi 3 e 4.
Essa entra in vigore trenta giorni dopo l'adozione se, entro tale termine, il Parlamento Europeo, deliberando a maggioranza dei membri che lo compongono, non decide di ridurre dette spese.

Articolo III-292

Alle condizioni determinate dalla legge Europea di cui all'articolo III-298‚ gli stanziamenti diversi da quelli relativi alle spese di personale e rimasti inutilizzati alla fine dell'esercizio finanziario possono essere riportati all'esercizio successivo e limitatamente a questo.
Gli stanziamenti sono specificamente registrati in capitoli, che raggruppano le spese a seconda della natura o della destinazione e sono ripartiti in conformità della legge Europea di cui all'articolo III-298.
Le spese del Parlamento Europeo‚ del Consiglio Europeo e del Consiglio, della Commissione, della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sono iscritte in sezioni distinte del bilancio‚ senza pregiudizio di un regime speciale per determinate spese comuni.

 

SEZIONE 3 - ESECUZIONE DEL BILANCIO E SCARICO

Articolo III-293

La Commissione cura l'esecuzione del bilancio‚ in cooperazione con gli Stati membri, in base alla legge Europea di cui all'articolo III-298, sotto la sua responsabilità e nei limiti degli stanziamenti, in conformità del principio di buona gestione finanziaria. Gli Stati membri cooperano con la Commissione per garantire che gli stanziamenti siano utilizzati in conformità di detto principio.
La legge Europea di cui all'articolo III-298 stabilisce gli obblighi in materia di controllo e di audit degli Stati membri nell'esecuzione del bilancio e le responsabilità che ne derivano. Essa fissa le responsabilità e le modalità particolari secondo le quali ogni istituzione partecipa all'esecuzione delle proprie spese.
All'interno del bilancio, la Commissione può procedere‚ nei limiti e alle condizioni fissati dalla legge Europea di cui all'articolo III-298‚ a storni di stanziamenti da capitolo a capitolo o da sottodivisione a sottodivisione.

Articolo III-294

Ogni anno la Commissione sottopone al Parlamento Europeo e al Consiglio i conti dell'esercizio trascorso concernenti le operazioni di bilancio. Inoltre‚ comunica loro un bilancio finanziario che riporta l'attivo e il passivo dell'Unione.
La Commissione presenta inoltre al Parlamento Europeo e al Consiglio una relazione di valutazione delle finanze dell'Unione basata sui risultati conseguiti, segnatamente rispetto alle indicazioni impartite dal Parlamento Europeo e dal Consiglio a norma dell'articolo III-295.

Articolo III-295

Il Parlamento Europeo‚ su raccomandazione del Consiglio‚ dà scarico alla Commissione dell'esecuzione del bilancio. A tale scopo esamina‚ successivamente al Consiglio‚ i conti, il bilancio finanziario e la relazione di valutazione di cui all'articolo III-294‚ la relazione annuale della Corte dei conti‚ corredata delle risposte fornite dalle istituzioni controllate alle osservazioni della Corte stessa, la dichiarazione di affidabilità di cui all'articolo III-270, paragrafo 1, secondo comma e le pertinenti relazioni speciali della Corte dei conti.
Prima di dare scarico alla Commissione‚ o per qualsiasi altro fine nel quadro dell'esercizio delle attribuzioni di questa in materia di esecuzione del bilancio‚ il Parlamento Europeo può chiedere di ascoltare la Commissione sull'esecuzione delle spese o sul funzionamento dei sistemi di controllo finanziario. La Commissione fornisce al Parlamento Europeo‚ su richiesta di quest'ultimo, tutte le informazioni necessarie.
La Commissione prende tutte le misure necessarie per dar seguito alle osservazioni che accompagnano le decisioni di scarico ed alle altre osservazioni del Parlamento Europeo concernenti l'esecuzione delle spese‚ nonché ai commenti allegati alle raccomandazioni di scarico adottate dal Consiglio.
La Commissione‚ su richiesta del Parlamento Europeo o del Consiglio‚ presenta relazioni in merito alle misure adottate sulla scorta di tali osservazioni e commenti e, in particolare, alle istruzioni impartite ai servizi incaricati dell'esecuzione del bilancio. Dette relazioni sono trasmesse altresì alla Corte dei conti.

 

SEZIONE 4 - DISPOSIZIONI COMUNI

Articolo III-296

Il quadro finanziario pluriennale e il bilancio annuale sono stabiliti in Euro.

Articolo III-297

La Commissione può‚ con debita informazione alle autorità competenti degli Stati membri interessati‚ trasferire nella moneta di uno di questi Stati gli averi che essa detiene nella moneta di un altro Stato membro‚ nella misura necessaria alla loro utilizzazione per gli scopi cui sono destinati dalla Costituzione. La Commissione evita‚ per quanto possibile‚ di procedere a tali trasferimenti quando detenga averi disponibili o realizzabili nelle monete di cui ha bisogno.
La Commissione comunica con i singoli Stati membri interessati per il tramite dell'autorità da essi designata. Nell'esecuzione delle operazioni finanziarie, ricorre alla banca di emissione dello Stato membro interessato oppure ad altro istituto finanziario da questo autorizzato.

Articolo III-298

La legge Europea stabilisce:

  1. le regole finanziarie che stabiliscono in particolare le modalità relative alla formazione e all'esecuzione del bilancio, al rendiconto e alla verifica dei conti;
  2. le regole che organizzano il controllo della responsabilità degli agenti finanziari, segnatamente ordinatori e contabili.

Essa è adottata previa consultazione della Corte dei conti.
Il Consiglio adotta, su proposta della Commissione, un regolamento Europeo che fissa le modalità e la procedura secondo le quali le entrate di bilancio previste dal regime delle risorse proprie dell'Unione sono messe a disposizione della Commissione e stabilisce le misure da applicare per far fronte alle eventuali esigenze di tesoreria. Esso delibera previa consultazione del Parlamento Europeo e della Corte dei conti.
Il Consiglio delibera all'unanimità fino al 31 dicembre 2006 in tutti i casi contemplati dal presente articolo.

Articolo III-299

Il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione vigilano sulla disponibilità dei mezzi finanziari necessari a consentire all'Unione di rispettare gli obblighi giuridici nei confronti dei terzi.

Articolo III-300

Sono convocati regolarmente, su iniziativa della Commissione, incontri tra i presidenti del Parlamento Europeo, del Consiglio e della Commissione nell'ambito delle procedure di bilancio di cui al presente capo. I presidenti prendono tutte le misure necessarie per favorire la concertazione e il ravvicinamento fra le posizioni delle istituzioni che presiedono, al fine di agevolare l'attuazione delle disposizioni del presente capo.

 
 

SEZIONE 5 - LOTTA CONTRO LA FRODE

Articolo III-301

L'Unione e gli Stati membri combattono la frode e le altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell'Unione mediante misure adottate a norma del presente articolo. Tali misure sono dissuasive e offrono una protezione efficace negli Stati membri, nelle istituzioni, organi e organismi dell'Unione.
Gli Stati membri adottano, per combattere la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione, le stesse disposizioni che adottano per combattere la frode che lede i loro interessi finanziari.
Fatte salve altre disposizioni della Costituzione, gli Stati membri coordinano l'azione diretta a tutelare gli interessi finanziari dell'Unione contro la frode. A tal fine organizzano, con la Commissione, una stretta e regolare cooperazione tra le autorità competenti.
La legge o la legge quadro Europea stabilisce le misure necessarie nei settori della prevenzione e lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione, al fine di offrire una protezione efficace ed equivalente in tutti gli Stati membri, nonché nelle istituzioni, organi e organismi dell'Unione. È adottata previa consultazione della Corte dei conti.
La Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, presenta ogni anno al Parlamento Europeo e al Consiglio una relazione sulle misure e sulle disposizioni adottate ai fini dell'attuazione del presente articolo.

 

CAPO III - COOPERAZIONI RAFFORZATE

Articolo III-302

Le cooperazioni rafforzate rispettano la Costituzione e il diritto dell'Unione.
Non possono recare pregiudizio al mercato interno né alla coesione economica, sociale e territoriale. Non possono costituire un ostacolo né una discriminazione per gli scambi tra gli Stati membri né possono provocare distorsioni di concorrenza tra questi ultimi.

Articolo III-303

Le cooperazioni rafforzate rispettano le competenze, i diritti e gli obblighi degli Stati membri che non vi partecipano. Questi non ne ostacolano l'attuazione da parte degli Stati membri che vi partecipano.

Articolo III-304

  1. Al momento dell'instaurazione le cooperazioni rafforzate sono aperte a tutti gli Stati membri, fatto salvo il rispetto delle eventuali condizioni di partecipazione stabilite dalla decisione Europea di autorizzazione. La partecipazione alle cooperazioni rafforzate resta inoltre possibile in qualsiasi altro momento, fatto salvo il rispetto, oltre che delle eventuali condizioni summenzionate, degli atti già adottati in tale ambito.
    La Commissione e gli Stati membri che partecipano a una cooperazione rafforzata si adoperano per promuovere la partecipazione del maggior numero possibile di Stati membri.
  2. La Commissione e, all'occorrenza, il Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, informano periodicamente il Parlamento Europeo e il Consiglio in merito allo sviluppo delle cooperazioni rafforzate.

Articolo III-305

Gli Stati membri che desiderano instaurare tra loro una cooperazione rafforzata in uno dei settori di cui alla Costituzione, eccetto i settori di competenza esclusiva e la politica estera e di sicurezza comune, trasmettono una richiesta alla Commissione precisando il campo d'applicazione e gli obiettivi perseguiti dalla cooperazione rafforzata prevista. La Commissione può presentare al Consiglio una proposta al riguardo. Qualora la Commissione non presenti una proposta, informa gli Stati membri interessati delle ragioni di tale decisione.
L'autorizzazione a procedere a una cooperazione rafforzata è concessa con una decisione Europea del Consiglio che delibera su proposta della Commissione e previa approvazione del Parlamento Europeo.
La richiesta degli Stati membri che desiderano instaurare tra loro una cooperazione rafforzata nel quadro della politica estera e di sicurezza comune è presentata al Consiglio. È trasmessa al Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, che esprime un parere sulla coerenza della cooperazione rafforzata prevista con la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione, e alla Commissione, che esprime un parere segnatamente sulla coerenza della cooperazione rafforzata prevista con le altre politiche dell'Unione. È inoltre trasmessa per conoscenza al Parlamento Europeo.
L'autorizzazione a procedere a una cooperazione rafforzata è concessa con una decisione Europea del Consiglio, che delibera all'unanimità.

Articolo III-306

  1. Ogni Stato membro che desideri partecipare a una cooperazione rafforzata in corso in uno dei settori di cui all'articolo III-305, paragrafo 1, notifica tale intenzione al Consiglio e alla Commissione.
    La Commissione, entro un termine di quattro mesi dalla data di ricezione della notifica, conferma la partecipazione dello Stato membro in questione. Constata, se del caso, che le condizioni di partecipazione sono soddisfatte e adotta le misure transitorie necessarie per l'applicazione degli atti già adottati nel quadro della cooperazione rafforzata.
    Tuttavia, se la Commissione ritiene che le condizioni di partecipazione non siano soddisfatte, indica le disposizioni da adottare per soddisfarle e fissa un termine per il riesame della richiesta. Alla scadenza di tale termine, riesamina la richiesta in conformità della procedura di cui al secondo comma. Se la Commissione ritiene che le condizioni di partecipazione continuino a non essere soddisfatte, lo Stato membro in questione può sottoporre la questione al Consiglio, che si pronuncia sulla richiesta. Il Consiglio delibera conformemente all'articolo I-44, paragrafo 3. Può inoltre adottare, su proposta della Commissione, le misure transitorie di cui al secondo comma.
  2. Ogni Stato membro che desideri partecipare a una cooperazione rafforzata in corso nel quadro della politica estera e di sicurezza comune notifica tale intenzione al Consiglio, al Ministro degli Affari Esteri dell'Unione e alla Commissione.
    Il Consiglio conferma la partecipazione dello Stato membro in causa previa consultazione del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione e dopo aver constatato, se del caso, che le condizioni di partecipazione sono soddisfatte. Il Consiglio, su proposta del Ministro degli Affari Esteri dell'Unione, può inoltre adottare le misure transitorie necessarie per l'applicazione degli atti già adottati nel quadro della cooperazione rafforzata. Tuttavia, se il Consiglio ritiene che le condizioni di partecipazione non siano soddisfatte, indica le disposizioni da adottare per soddisfarle e fissa un termine per il riesame della richiesta di partecipazione.
    Ai fini del presente paragrafo, il Consiglio delibera all'unanimità e conformemente all'articolo I-44, paragrafo 3.

Articolo III-307

Le spese derivanti dall'attuazione di una cooperazione rafforzata, diverse dalle spese amministrative che devono sostenere le istituzioni, sono a carico degli Stati membri partecipanti, salvo che il Consiglio, deliberando all'unanimità dei membri previa consultazione del Parlamento Europeo, non disponga altrimenti.

Articolo III-308

  1. Qualora una disposizione della Costituzione che può essere applicata nel quadro di una cooperazione rafforzata preveda che il Consiglio deliberi all'unanimità, il Consiglio, deliberando all'unanimità conformemente alle modalità di cui all'articolo I-44, paragrafo 3, può decidere che delibererà a maggioranza qualificata.
  2. Qualora una disposizione della Costituzione che può essere applicata nel quadro di una cooperazione rafforzata preveda che il Consiglio dei Ministri adotti leggi Europee o leggi quadro Europee conformemente a una procedura legislativa speciale, il Consiglio, deliberando all'unanimità conformemente alle modalità di cui all'articolo I-44, paragrafo 3, può decidere che delibererà a norma della procedura legislativa ordinaria. Il Consiglio delibera previa consultazione del Parlamento Europeo.
  3. I paragrafi 1 e 2 non si applicano alle decisioni che hanno implicazioni militari o che rientrano nel settore della difesa.

Articolo III-309

Il Consiglio e la Commissione assicurano la coerenza delle azioni intraprese nel quadro di una cooperazione rafforzata e la coerenza di dette azioni con le politiche dell'Unione, e cooperano a tale scopo.

 
 

TITOLO VII
DISPOSIZIONI COMUNI

Articolo III-310

Tenuto conto della situazione socioeconomica strutturale della Guadalupa, della Guayana francese, della Martinica, della Riunione, delle Azzorre, di Madera e delle isole Canarie, aggravata dalla grande distanza, dall'insularità, dalla superficie ridotta, dalla topografia e dal clima difficili, dalla dipendenza economica da alcuni prodotti, fattori la cui persistenza e il cui cumulo recano grave danno al loro sviluppo, il Consiglio, su proposta della Commissione, adotta leggi, leggi quadro, regolamenti Europei e decisioni Europee volti, in particolare, a stabilire le condizioni di applicazione della Costituzione a tali regioni, ivi comprese politiche comuni. Delibera previa consultazione del Parlamento Europeo.
Le misure di cui al primo comma riguardano segnatamente le politiche doganali e commerciali, la politica fiscale, le zone franche, le politiche in materia di agricoltura e di pesca, le condizioni di rifornimento di materie prime e di beni di consumo primari, gli aiuti di Stato e le condizioni di accesso ai fondi strutturali e ai programmi orizzontali dell'Unione.
Il Consiglio adotta le misure di cui al primo comma tenendo conto delle caratteristiche e dei vincoli specifici delle regioni ultraperiferiche senza compromettere l'integrità e la coerenza dell'ordinamento giuridico dell'Unione, ivi compresi il mercato interno e le politiche comuni.

Articolo III-311

La Costituzione lascia del tutto impregiudicato il regime di proprietà esistente negli Stati membri.

Articolo III-312

In ciascuno degli Stati membri l'Unione ha la più ampia capacità giuridica riconosciuta alle persone giuridiche dalle legislazioni nazionali; può in particolare acquistare o alienare beni immobili e mobili e stare in giudizio. A tale fine è rappresentata dalla Commissione. Tuttavia, è rappresentata da ciascuna istituzione, in base alla propria autonomia amministrativa, per le questioni connesse al funzionamento dell'istituzione stessa.

Articolo III-313

La legge Europea stabilisce lo statuto dei funzionari dell'Unione e il regime applicabile agli altri agenti dell'Unione. È adottata previa consultazione delle istituzioni interessate.

Articolo III-314

Per l'esecuzione dei compiti affidatile‚ la Commissione può raccogliere tutte le informazioni e procedere a tutte le necessarie verifiche‚ nei limiti e alle condizioni fissati da un regolamento o una decisione Europea adottata dal Consiglio a maggioranza semplice.

Articolo III-315

  1. Fatto salvo l'articolo 5 del protocollo sullo statuto del Sistema Europeo di banche centrali e della Banca Centrale Europea, la legge o la legge quadro Europea fissa le misure per l'elaborazione di statistiche laddove necessario per lo svolgimento delle attività dell'Unione.
  2. L'elaborazione delle statistiche presenta i caratteri dell'imparzialità, dell'affidabilità, dell'obiettività, dell'indipendenza scientifica, dell'efficienza economica e della riservatezza statistica; non comporta oneri eccessivi per gli operatori economici.

Articolo III-316

I membri delle istituzioni dell'Unione‚ i membri dei comitati e parimenti i funzionari e agenti dell'Unione sono tenuti‚ anche dopo la cessazione delle loro funzioni‚ a non divulgare le informazioni che per loro natura siano protette dal segreto professionale e in particolare quelle relative alle imprese e riguardanti i rapporti commerciali ovvero gli elementi dei costi.

Articolo III-317

La responsabilità contrattuale dell'Unione è regolata dal diritto applicabile al contratto in causa.
In materia di responsabilità extracontrattuale‚ l'Unione deve risarcire‚ conformemente ai principi generali comuni ai diritti degli Stati membri‚ i danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni.
In deroga al secondo comma, la Banca Centrale Europea deve risarcire, conformemente ai principi generali comuni ai diritti degli Stati membri i danni cagionati da essa stessa o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni.
La responsabilità personale degli agenti nei confronti dell'Unione è regolata dalle disposizioni che stabiliscono il loro statuto o il regime loro applicabile.

Articolo III-318

La sede delle istituzioni dell'Unione è fissata d'intesa comune dai governi degli Stati membri.

Articolo III-319

Il Consiglio adotta all'unanimità un regolamento Europeo che fissa il regime linguistico delle istituzioni dell'Unione, fatto salvo lo statuto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

Articolo III-320

L'Unione gode, sul territorio degli Stati membri‚ dei privilegi e delle immunità necessari all'assolvimento dei suoi compiti‚ alle condizioni definite dal protocollo sui privilegi e sulle immunità dell'Unione Europea. Lo stesso vale per la Banca Centrale Europea e per la Banca Europea per gli investimenti.

Articolo III-321

La Costituzione non pregiudica i diritti e gli obblighi derivanti da convenzioni concluse‚ anteriormente al 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data dell'adesione, tra uno o più Stati membri da una parte e uno o più Stati terzi dall'altra.
Nella misura in cui tali convenzioni sono incompatibili con la Costituzione‚ lo Stato o gli Stati membri interessati ricorrono a tutti i mezzi atti ad eliminare le incompatibilità constatate. Ove occorra‚ gli Stati membri si forniscono reciproca assistenza per raggiungere tale scopo‚ assumendo eventualmente una comune linea di condotta.
Nell'applicazione delle convenzioni di cui al primo comma‚ gli Stati membri tengono conto del fatto che i vantaggi consentiti nella Costituzione da ciascuno degli Stati membri costituiscono parte integrante dell'Unione e sono‚ per ciò stesso‚ indissolubilmente connessi alla creazione di istituzioni dotate di attribuzioni dalla Costituzione e alla concessione di vantaggi identici da parte di tutti gli altri Stati membri.

Articolo III-322

  1. La Costituzione non osta alle norme seguenti:
    1. nessuno Stato membro è tenuto a fornire informazioni la cui divulgazione sia dallo stesso considerata contraria agli interessi essenziali della propria sicurezza,
    2. ogni Stato membro può adottare le disposizioni che ritenga necessarie alla tutela degli interessi essenziali della propria sicurezza e che si riferiscano alla produzione o al commercio di armi‚ munizioni e materiale bellico; tali disposizioni non devono alterare le condizioni di concorrenza nel mercato interno per quanto riguarda i prodotti che non siano destinati a fini specificamente militari.
  2. Il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare all'unanimità una decisione Europea che modifica l'elenco del 15 aprile 1958, relativo ai prodotti cui si applicano le disposizioni del paragrafo 1, lettera b).
 

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