USS SELEYA

LA VELA SOLARE MAGNETICA


Una possibile soluzione al problema del propellente utilizzato attualmente nella propulsione a razzo, sarebbe quella di sostituirlo con una massa di reazione esterna a cui “appoggiarsi” per ricevere spinta. Esempi di questa metodologia sono il gravity assist, la propulsione al laser e la vela solare.

Vela solare ordinaria

Immaginiamo una normale barca, le cui vele raccolgono il vento ricevendo la spinta necessaria per avanzare. Nello spazio si può sfruttare un principio simile, utilizzando il vento solare.

Il Prof. R.Winglee dell’Università di Washington ha ideato una vela solare magnetica denominata M2P2 (Mini Magnetospheric Plasma Propulsion): essa si serve delle proprietà del plasma per creare un enorme campo magnetico a forma di bolla capace di sfruttare il vento solare, ricevendo da questo una spinta costante.

Foto dell'esperimento M2P2 e schema del campo magnetico a bolla

Pensiamo ad una sonda progettata con questo sistema propulsivo: se lanciata verso Saturno, lo raggiungerebbe in in meno di sei mesi, mentre la famosa la sonda Cassini ha impiegato circa sette anni per giungere a destinazione su quel pianeta.

Una sonda equipaggiata con M2P2 in viaggio (licenza artistica degli autori)

Le ipotesi non si limitano all'esplorazione del nostro Sistema Solare: ragionando in termini di missioni interstellari, dato che la spinta si mantiene costante, una sonda sarebbe in grado di:

  1. accelerare fino al limite dell'eliosfera;
  2. mantenere una velocità quasi costante nello spazio tra i due sistemi (un minimo di attrito è sempre da considerare);
  3. raggiungere l'eliosfera di un’altra stella e, una volta laggiù, sfruttare la M2P2 per decelerare ed entrare in orbita stabile.

Una sonda a vela solare di questo tipo porterebbe all'acquisizione di informazioni essenziali per lo sviluppo di missioni future con equipaggio umano.

Per concludere il discorso, un'ipotesi altrettanto affascinante: viste le ultime ricerche sul "teletrasporto" (inteso unicamente come duplicazione immediata a distanza delle informazioni contenute in una particella), con il progredire delle conoscenze tecnologiche in questo settore si potrebbe ipotizzare per tale sonda anche un controllo remoto istantaneo o una trasmissione dati in tempo reale anche ad anni luce di distanza.

 
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