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LA STANZA PER SIMULAZIONI IN 3D, OVVERO IL "PONTE OLOGRAMMI"

State giocando ad un videogioco; ora, immaginatevi di immergervi nelle sue immagini proiettate tutte intorno a voi in tre dimensioni. Basta entrare nella stanza della realtà virtuale C6 alla Iowa University ad Ames negli USA per farlo. Utilizzando un computer dotato di 96 processori grafici e 24 proiettori digitali, viene proiettata un’immagine con la risoluzione di 100 milioni di pixel su pareti, soffitto e pavimento, tutto in plexiglas traslucido (per darvi un’idea, uno schermo per pc ne ha un paio di milioni scarsi). Il controllo delle immagini avviene tramite fasci di ultrasuoni, che percepiscono a distanza lo spostamento dell’utente, interagendo sui sensori di movimento sistemati sugli arti, il casco ed i guanti. A richiedere un sistema così avanzato, del costo di 11 milioni di dollari, è stata l’aeronautica militare americana; tale tecnologia verrà impiegata per realizzare voli virtuali di addestramento.

Stanza della realtà virtuale

Altra reaItà virtuale, altra ricerca: in un ospedale di Houston, due chirurghi sembrano in difficoltà nell’effettuare una procedura su un paziente con un problema cardiaco. In realtà, uno solo dei medici si trova nella camera operatoria reale. L'altra camera è una replica, un modello fisico realistico; il chirurgo un ologramma, la cui forma, aspetto e la precisione dei movimenti imitano quelle di uno specialista di Tokyo, che sta eseguendo il lavoro effettivo.
Lo scenario delle camere operatorie con i chirurghi può sembrare fantascienza, ma la ricerca necessaria a realizzare è già iniziata, con un progetto di ricerca in collaborazione tra la Carnegie Mellon University e Intel. L'obiettivo del progetto, marcato come Intel Dynamic Rendering (DPR) fisiche, è quello di creare una nuova forma di media: ciò che i ricercatori si propongono, è di fare del movimento fisico tridimensionale con repliche di persone o oggetti, in modo così realistico da essre accettato come reale dai sensi. La loro tecnologia pensa di eliminare la necessità di attrezzi ingombranti di realtà virtuale e di superare le limitazioni di angolo di visualizzazione 3D. Le repliche che devono mimare la forma e l'aspetto di una persona o di un oggetto possono essere visualizzate in tempo reale e, come gli originali, spostati. Le repliche non sarebbero ologrammi ottici, ma entità fisiche tali da poter essere toccate e da poter interagire con loro, come se gli originali fossero in camera con voi. La replica potrebbe essere ridimensionata in alto o in basso in termini di dimensioni, per soddisfare le esigenze di una particolare applicazione: ad esempio, un nervo danneggiato potrebbe essere reso dieci volte maggiore le sue dimensioni reali, il che lo renderebbe più facile da riparare.

Il progetto DPR avviato presso la Carnegie Mellon University è guidato da Seth Goldstein professore in Computer Science Department ed è stato ideato dallo stesso Goldstein con Todd Mowry, direttore della ricerca di Intel Pittsburgh; i due hanno discusso per la prima volta l'idea nel corso di una conferenza nel 2002. Mowry ha voluto migliorare la videoconferenza bidimensionale e Goldstein si è interessato alla nanotecnologia. Hanno così deciso di unire i loro interessi per creare inizialmente delle repliche umane da assemblare in piccoli dispositivi informatici che potrebbero spostarsi e cambiare colore e forma, consentendo più realismo nelle videoconferenze. La stessa riunione con le persone e gli oggetti, potrebbe apparire in ciascuna località in forma reale ed essere percepita come un face-to-face.

Ponte ologrammiIL PONTE OLOGRAMMI

Il ponte ologrammi è un ambiente introdotto con la Next Generation e da allora presente in tutte le serie successive di Star Trek. Si tratta di una sala in cui i membri dell'equipaggio della Enterprise possono entrare in simulazioni di realtà virtuale immersiva. Se il teletrasporto è in Star Trek la tecnologia più conosciuta, quella del ponte ologrammi è di gran lunga la più invidiata. Ponti e sale ologrammi sono praticamente l'ultimo traguardo a cui potrebbe arrivare l'attuale sviluppo della realtà virtuale. A chi non piacerebbe immergersi letteralmente in un mondo creato dalla propria fantasia, o anche in un luogo familiare ricostruito fin nei minimi dettagli con cui poter interagire con il massimo realismo? Purtroppo, anche il ponte ologrammi è probabilmente destinato a rimanere nel limbo delle grandi tecnologie più fantascientifiche che scientifiche. Attualmente, anche i mondi virtuali creati tramite sofisticate tecniche informatiche non sanno certamente di realismo.

Per quanto l'informatica possa fare passi da gigante da qui al XXIV secolo, è altamente improbabile che un computer riesce a gestire simultaneamente e con la massima precisione migliaia di fattori: il vento tra gli alberi, l'incresparsi delle onde, i suoni della campagna, nonché l'intelligenza artificiale di persone che verrebbero create per interagire con noi. Il tutto dovrebbe essere effettuato con il massimo realismo, e questa è una cosa che trascende le normali capacità anche del più potente dei computer. Se ciò fosse possibile, tale computer più che una macchina sarebbe quasi un dio! Inoltre, nel ponte ologrammi tutto ciò che circonda l'utente è toccabile: si può avere la sensazione di caldo, freddo, si possono baciare delle labbra, si può fare un bagno in una piscina, si può sorseggiare una bibita. Questa possibilità è data dalla tecnologia del teletrasporto: una tecnologia che, come abbiamo visto, anche se non comporta lo spostamento di esseri umani sarà difficile che venga trasformata in qualcosa di pratico. Inoltre, tutti questi elementi secondo i manuali di Star Trek sono composti da bolle magnetiche (praticamente l'equivalente artificiale degli atomi); tali bolle non sembrano essere scientificamente possibili. Certo, in un futuro neanche tanto lontano è probabile che avremo una abbozzo di un ponte ologrammi: sarà data la possibilità di muoversi in un ambiente piccolo in cui i congegni olografici daranno l'impressione di essere all'aperto. Forse sarà possibile muoversi in una Roma imperiale con una dose di realismo eccezionale, ma non ci sarà mai data la possibilità di stringere la mano a un legionario, né di cavalcare un cavallo virtuale, né bere vino dalla coppa di Nerone. Non potremo fare certo dialoghi costruttivi con una gladiatore, né con un filosofo né con un uomo di strada. Per fare ciò, ci sarà bisogno di scoperte che rivoluzionino il mondo delle tecnologia di realtà virtuale e che permettano l'esistenza di ponte ologrammi... ora non contemplati dalla fisica moderna.

 
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