USS SELEYA

MATERIA ESOTICA

Si ipotizza si tratti di materia che possiede caratteristiche negative (massa negativa o la capacità di essere respinta dall'attrazione gravitazionale di altri corpi ).

Effetto CasimirL'evidenza sperimentale che più vi si avvicina è la regione di densità a pressione negativa prodotta dall'Effetto Casimir.
Hendrik Casimir, un fisico olandese che lavorava per la Philips, osservò verso la fine degli anni '50 uno strano fenomeno. Pose parallelamente, senza ostacoli e molto vicine l'una all'altra due lastre metalliche.
Contrariamente a quanto si pensava, dal punto di vista quantistico il vuoto ribolle di attività: vengono costantemente prodotte coppie di particella-antiparticella che si annichilano un istante dopo. Tra queste coppie di particelle sono presenti anche i fotoni. Il fotone ha una caratteristica particolare rispetto al protone e all'elettrone. Il fotone è la antiparticella di sé stesso e, nel caso specifico del vuoto quantistico, la sua energia è quella presa in prestito dall'indeterminazione quantistica (dato che il fotone non ha massa, l'energia che prende in prestito viene tutta “trasformata” in lunghezza d'onda).

In realtà, quindi, il vuoto quantistico è un mare di onde magnetiche che contengono tutte le lunghezze d'onda.
Questa attività conferisce al vuoto quantistico un'energia uguale in ogni punto, che quindi non può venire usata o misurata. È infatti grazie alla differenza di energia potenziale che si possono compiere misurazioni oppure ottenere lavoro.

 

Fotoni tra le lastreTra le due lastre metalliche di Casimir, però, non sono presenti tutte le lunghezze d'onda, ma solo quelle che sono comprese entro lo spazio ristretto tra le due lastre stesse. In pratica, non possono essere contenuti fotoni che hanno una lunghezza d'onda superiore alla distanza tra le due lastre. Quindi all'interno dei due piatti metallici esistono meno fotoni virtuali che all'esterno e questo fenomeno produce un effetto impensato: le due lastre vengono attirate l'una dall'altra.
Purtroppo, poiché i fotoni esclusi sono quelli di lunghezza d'onda maggiore (e quindi meno energetici), l'effetto visibile è molto piccolo. Ma è comunque presente, come hanno dimostrato numerosi esperimenti.

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