USS SELEYA

 

Opera di Emrys del casato di Robor

Breve discorso sugli insegnamenti del Maestro K’Toh – Hech della scuola dell’Unificazione

Motivazioni

Tradizionalmente le arti guerriere di un popolo fiero come sono i Klingon, da sempre circondati da nemici ed essi stessi in caccia di avversari con cui misurare il proprio valore, sono tramandate oralmente da maestro ad allievo, il quale giura di ritrasmettere il suo sapere solo a chi ne sia degno. Per questo motivo è fin troppo difficile che uno straniero, un essere che non sia almeno in parte klingon dalla nascita, possa venire a conoscenza di una qualunque tecnica di lotta, anche la più semplice, rozza e meno onorevole. Non so descrivere dunque la mia gioia e anche il mio stupore quando K’Toh – Hech, maestro guerriero da quasi mezzo secolo standard, ha deciso di cedere alle mie insistenti richieste e mi ha invitato sulla sua nave - terreno neutro - per rispondere a tutte le mie domande sulla sua scuola della guerra.
“Quanto tempo ho per fare le mie domande?” ho chiesto inizialmente, per poter organizzare un lavoro organico.
Il Maestro mi ha guardato come se la mia fosse una futile questione.
“Quanto tempo ho io per dare le risposte?” ha ribattuto.
“Tutto quello che le serve, Maestro!” ho risposto senza esitare.
E lui allora ha fatto un gesto con la testa come ad indicare la stessa cosa per me.

Ecco dunque in breve come si è giunti a questo scritto, che vuole essere solo indicativo e non certo un manuale per imparare. Come verrà ripetuto più volte in queste pagine, non è possibile diventare guerrieri senza passare per la pratica. Di più, senza teoria è possibile, ma non senza il giusto allenamento. Non ho messo insieme le mie lunghissime interviste al maestro K’Toh – Hech affinché qualcuno possa aprire una scuola come la sua su un pianeta qualsiasi della Federazione.

Al contrario, poiché l’Arte della Guerra klingon è realmente un tesoro prezioso in filosofia, spirito mistico e conoscenza di sé, ho voluto renderlo noto in parte, per spingere tutti a riscoprirsi attraverso i principi di tale Arte, che sono valori universali validi per ogni razza.
Inoltre, tutte le citazioni che troverete in questo libro sono state riportate così come le mie orecchie le hanno udite, senza sostituzioni di vocaboli per renderle più appetibili ad orecchie poco abituate al gergo brusco dei klingon. Devo sottolineare anche che il Maestro non ha quasi mai parlato nella sua lingua madre, traducendo egli stesso per me dove possibile. Nessuno di noi due ha usato un traduttore universale.

La stanza dove ho registrato le interviste era isolata e austera. Di forma quadrata, per tre delle sue pareti era ricoperta di iscrizioni simboliche il cui significato va ricercato in sigilli molto antichi. Mi è stato spiegato che tali sigilli non possono essere tradotti, ma vanno imparati a memoria e poi dimenticati, tanto da entrare in una stanza come quella e non vederli. La quarta parete invece accoglieva una specie di nicchia, un tavolino in miniatura circondato da quattro lame affilatissime che sorreggevano una specie di coppa chiusa. Mi è stato detto che tale coppa conteneva una vertebra del Maestro fondatore, per la forza, un pezzo del suo cuore, per lo spirito e una ciocca dei suoi capelli intrecciati, per l’onore. Ho chiesto chi fosse il Maestro fondatore e mi è stato detto che si tratta di T’Kogh Machh, figlio di T’Hoghkch, il primo ad avere l’idea di unificare le scuole.
“Unificare le scuole?” ho chiesto stupita.
E dunque il Maestro ha cominciato a raccontarmi la storia della sua scuola.

Un po' di storia

Agli inizi, in tempi che la memoria di generazioni e generazioni di klingon non ha saputo rievocare precisamente, le scuole erano sacre e divine. Nessuno poteva conoscerne i segreti a meno d’essere un guerriero di comprovato onore e solo dopo essersi dedicato a tali discipline per molto tempo senza alcuna guida, ma imitando dal di fuori chi invece praticava con cognizione. Per questo motivo le scuole erano più che gruppi, più che famiglie, erano sette, luoghi dove la mente, l’anima e il corpo erano totalmente devoti ad un unico fine. Tutte le scuole si ispiravano ai medesimi concetti cardine dell’onore, della forza fisica ed interiore.

Nei secoli esse si diversificarono profondamente l’una dall’altra e a seguito di periodi a volte burrascosi, capitò che alcune si aprissero maggiormente agli adepti rispetto ad altre e che potessero poi contare su una forza maggiore anche se peggio organizzata. Tali schemi seguirono un’evoluzione complessa fino ad assestarsi in dodici scuole principali e settantasei cadette, circa un migliaio di anni standard fa.
Da quel momento cominciò una nuova fase involutiva durante la quale i segreti di ciascuna scuola erano gelosamente custoditi dai maestri, venivano comunicati agli allievi più meritevoli secondo una gerarchia meritocratica decisa da un consiglio interno. Accadde che alcuni maestri furono uccisi nel tentativo vano di fargli rivelare tali segreti e dunque tre scuole maggiori e diciotto cadette si estinsero senza che alcun guerriero fosse in grado di tramandarne la tradizione.

Circa cento anni fa, quando i Klingon ebbero stretti contatti con la Federazione e finirono poi per farne parte, alcuni maestri conoscitori di antiche arti della guerra si resero conto che tale svolta avrebbe portato un generale rilassamento dei costumi capace di nuocere alle loro scuole più che secoli di lotte intestine. Indissero un consiglio segreto tra loro e decisero di risolvere il problema permettendo la nascita di scuole di facciata, luoghi molto simili alle terrestri palestre agonistiche, in grado di soddisfare la sete di tradizione guerriera klingon che combattenti al di fuori dell’Impero e dunque non degni avrebbero potuto avere nei confronti di un’Arte della Guerra famosa in tutta la Galassia.

Nacquero ventisette scuole minori che ad un occhio attento apparivano l’ombra dell’ombra di una scuola della guerra. Erano gestite come specchi di facciata e non era onorevole occuparsene. In poco tempo cominciarono a morire, a tornare dal niente da cui erano nate. Un giorno T’Kogh Machh, figlio di T’Hoghkch, comprese che il momento era giunto perché una nuova scuola facesse il suo ingresso, una scuola vera eppure diversa, più morbida, aperta alle innovazioni che l’appartenenza alla Federazione poteva portare. Non pretese di sostituirsi alle scuole maggiori già presenti, ma apparve subito chiaro che tale nuova scuola surclassava le conoscenze delle minori e decretava la fine immediata di tutte quelle palestre di facciata alle quali nessun klingon voleva partecipare.

T’Kogh Machh, figlio di T’Hoghkch, chiamò la nuova scuola Unificazione, ovvero un’Arte che prendesse da tutte senza a tutte nulla togliere. Dunque sarà molto facile che maestri di altre scuole ritrovino nella mia misera trattazione di questa, principi che si rifanno alle loro antiche tradizioni, ma rivisitati per farne emergere l’essenza al di là delle innumerevoli ritualizzazioni che erano state necessarie in passato per difenderne i segreti.


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